Museo e centro di ricerca  

Località: Santillana del Mar, Cantabrio
Committente: Consorcio para Altamira
Progettista: Juan Navarro Baldeweg
Collaboratori: Andrea Lupberger, Alvaro Galmés Cerezo, jaime Bretàn Lesmes, Daniel Delbrùck, Andrea Kaiser, Andrés iaque Ovejero, Miguel Bernardini Asenjo, Marcello Maugeri, Sibille Streck
Strutture: MC-2 Julio Martìnez Calzàn
Impianti: ARGO Ingenierìa y Servicios S.L.
Costruzione: NECSO Entrecanales y Cibiertas, SA.
Controllo qualità: CEO Ibérica, SA.
Datazione studi preliminari: 1994
Datazione progetto: 1997
Datazione Realizzazione: 2000 
 
Questo progetto nasce dall'occasione di realizzare una copia delle grotte di Altamira, note in tutto il mondo per le pitture risalenti al paleolitico superiore e fortemente degradate in seguito all'eccessivo afflusso di visitatori che nel 1979, a un secolo dalla loro scoperta, aveva portato alla momentanea chiusura al pubblico del complesso. Commissionato dal Museo Nacional y Centro de lnvestigation de Altamira, ente scientifico e amministrativo dedicato alla gestione e alla protezione del monumento, il progetto prevede dunque oltre alla riproduzione in copia della caverna originale anche il miglioramento delle condizioni di conservazione di quella originale e nel contempo la possibilità di dotare il complesso di tutti quegli spazi e attrezzature che in un museo contemporaneo rendono realizzabili le finalità scientifiche legate alla conservazione e alla ricerca, e quelle divulgative dedicate al grande pubblico. Da qui l'ipotesi di raccogliere in un unico complesso la copia e il museo, in un luogo poco distante dalla caverna originaria, ma che consentisse di riprodurre condizioni di luce e orientamento simili a questa. Ciò che rende stupefacente questo complesso è l'arditezza concettuale racchiusa nel voler programmaticamente far coesistere l'astensione di un tempo cronologicamente dato con l'inesauribile flusso della percezione contemporanea.
Il nuovo edificio della biblioteca e degli uffici amministrativi si pone infatti al di sopra della riproduzione della caverna, formando con essa un unico organismo, che si distende poi sulla collina in tre segmenti articolati attorno ad un vestibolo di accoglienza dei visitatori, ospitando gli spazi per le esposizioni permanenti e temporanee, le sale polifunzionali, la sala riunioni, la libreria e il ristorante. La riproduzione della caverna è in effetti qualcosa di più di una copia dell'originale, ma costituisce con le strutture soprastanti un nuovo edificio. Nel contempo, tale riproduzione va oltre la ricostruzione della caverna quale si presenta oggi, per proporre la fisionomia che essa presentava quando furono realizzati i dipinti, circa 14.000 anni fa: ricostruendo sulla base di indagini archeologiche e geologiche l'area vestibolare in cui abitavano i gruppi umani prima del crollo che ostruì l'imboccatura della caverna fino alla sua scoperta nel 1879.
Si tratta quindi di qualcosa d'altro dall'originale, che attualmente rimane accessibile solo agli studiosi: una copia imperfetta attraverso la quale comprendere meglio il rapporto tra lo spazio dell'abitare l'area vestibolare e il luogo del rito la volta animata dal gruppo policromo dei bisonti, ma anche un esercizio di riproduzione per osservare il legame tra la caverna e il paesaggio. Ed è questo paesaggio della Cantabria che diventa quindi l'oggetto principale della sottile indagine progettuale di Juan Navarro Baldeweg, svolta attraverso l'occhio della caverna alla ricerca dell'orizzonte e attraverso lo sguardo, che corre lungo le mura in pietra che radicano l'edificio al suolo, lungo le ampie pieghe e fenditure che come lame confitte nel terreno guidano la luce dall'alto nelle sale del museo. L'edificio è come una nuova 'corteccia' della montagna, che è stata scavata e ricoperta da una 'lamina' biblioteca e uffici posta al di sopra della riproduzione della caverna: esso si dispone sul pendio collinare senza infingimenti mimetici, assecondando la pendenza del terreno con lievi e calibrati terrazzamenti, che in un punto, in corrispondenza dell'estremità occidentale del complesso, determinano un'ampia terrazza panoramica accessibile ai visitatori che hanno visitato il museo.
Nonostante il tentativo di integrarsi perfettamente con il luogo e di ridurre per quanto possibile l'impatto delle di Baldeweg: una visione attraverso la quale si intendono riprodurre le caratteristiche del paesaggio della Cantabria come se si trattasse di una 'natura immutabile nel tempo' Lo studio della luce, che costituisce uno dei motivi ordinatori nella ricerca spaziale condotta negli anni da Baldeweg, è qui reso trasparente e manifesto dalla sensazione di sospensione e genesi dello spazio che si produce sovrapponendo alla copia di una grotta antichissima l'avvento di un'architettura contemporanea, come se con questo progetto si intendesse in un certo modo rovesciare il senso del platonico mito della caverna: per guardare fuori, al paesaggio, per scoprire che spesso 'la verosimiglianza è molto più pregiata della verità'.costruzioni necessarie a soddisfare il programma che impone consistenti occupazioni di superficie, questa architettura mostra con evidenza una volontà di forma che si esprime, citando le parole dello stesso Baldeweg, con caratteri minimalisti attraverso una 'geometria flessibile' che si adatta al declivio creando una sorta di 'topografia artificiale".
In questo progetto di paesaggio la creazione della copia della caverna può essere interpretata come un immagine speculare o riflessa che sottintende un ambito virtuale Ma questa immagine speculare viene denunciata con chiarezza, dal momento che il confine tra virtuale e reale si manifesta come segno visibile prima di entrare nella copia, perimetro ritagliato nella collina tramite un accurato disegno di spalti e declivi scavati nel terreno per circa tre o quattro metri di profondità, a monte e a valle del volume parallelepipedo della biblioteca posto al di sopra della caverna. La stessa accuratezza viene usata da Baldeweg nel disegno dell'entrata alla caverna, come se in quel punto si condensasse il senso stesso del monumento: definendo con barriere vegetali le modalità di circolazione dei visitatori, ricostruendo la piccola depressione nel terreno che ne delimitava l'accesso, assicurandone il controllo microclimatico, calibrando la luce radente che raggiunge la volta
dove il visitatore può osservare la riproduzione delle pitture originali, stabilendo quella relazione personale con il monumento che l'originale non può più consentire. Il progetto di paesaggio è oggi qualcosa di radicalmente diverso dalle esercitazioni mimetiche o dalle licenze poetiche di supposti specialisti dei movimenti di terra: il progetto di paesaggio e costruzione, e come in questo edificio mostra il carattere e l'identità del luogo, con l'evidenza dei suoi muri in pietra dal sapore vagamente mediterraneo, con la morbidezza e la chiarezza delle sue linee, con la precisione del suo impianto architettonico. 1150.000 metri quadrati del parco circostante diventano una risorsa di inestimabile valore per il museo attraverso la volontà di ricostruire, sulla base di dati paleoambientali, il paesaggio esistente durante il periodo paleolitico di occupazione della caverna È la visione del paesaggio definita dal perimetro dell'imboccatura della caverna che diventa infine il nucleo concettuale attorno al quale ruota l'indagine progettuale.

Testo di Alessandro Massarente
Estratto da Area n° 52 sett/ott 2000 Federico Motta Editore

Interno Interno Sezione trasversale Pianta delle coperture Planimetria