Pau - Pyrenees Airport  

Località Pau, Francia
Committente C.C.I. Pau - Chambre de Commerce et d'Industrie
Architetti Camborde - Lamaison SARL
Direzione lavori Camborde - Lamaison SARL
Progetto 1998-2000
Realizzazione 2000-2002
Superficie lotto 49.500 m2
Superficie costruita 11.000 m2
Costo di costruzione Euro 12.000.000

Se sottoponessimo l'architettura del nuovo aeroporto di Pau allo sguardo severo del formalista italiano lo si potrebbe liquidare rapidamente commentandolo come esempio tipico del tecnicismo francese dalla blanda reminiscenza modernista.
L'ottica di Materia, diversamente, vorrebbe approfondire i termini della valutazione, considerando l'esito architettonico come convergenza di aspetti ulteriori e determinanti, legati all'uso raffinato della tecnica costruttiva, sottoposta ad una politica rigorosa che, restringendo i gradi di libertà, dimostra la forza di scelte senza compromessi. Nel caso della stazione aeroportuale di Pau ci troviamo nel contesto di un vasto programma nazionale, che prevede l'ampliamento e l'ammodernamento di strutture aeroportuali già esistenti, collocate in località strategiche rispetto alla nuova configurazione dei mercati; Pau si trova a 60 km da Lourdes, 250 km da Pamplona, 170 km dal porto spagnolo di San Sebastian e 200 km dall'aeroporto di Bordeaux, di cui costituisce un valido sostituto in caso di chiusura degli scali. I Consigli di amministrazione delle linee aeree si trovano a dover necessariamente rendere plastica e adattabile la distribuzione dei voli, in conseguenza della rapida estensione dei bacini d'utenza e della mobilità di questi in funzione dell'offerta. Dunque la competizione tra i servizi aeroportuali risulta connotata dall'ubicazione delle infrastrutture in Europa, ed è logico che il governo francese abbia scelto di disporre miglioramenti generali destinati agli aeroporti confinanti con ambiti limitrofi ad altri paesi della U.E. La rapidità e la consistenza degli ampliamenti previsti permetterà di accedere a quote di mercato attualmente spagnole, italiane, olandesi. Per questo l'architettura dell'Aérogare de Pau va compresa nel suo ruolo di intelligente modello di integrazione tra programma statale, qualità produttiva e radicamento al contesto territoriale. Gli elementi con cui gli architetti hanno lavorato erano compressi nei termini di standardizzazione generale di tutti gli ammodernamenti, ma la possibilità di costruire ai piedi della catena dei Pirenei e in una condizione di luce naturale mediata tra la valle e il cielo tracciato dalle montagne, li ha indirizzati ad interpretare la stazione come filtro di immagini, che sono poi quelle dei variopinti velivoli attraccati e in rullaggio sulle piste, contrastate da quelle della catena dei Pirenei, incombenti e variamente caratterizzate dalle condizioni atmosferiche. La costrizione dei nuovi edifici nell'area del vecchio aeroporto ha obbligato uno sviluppo su due piani del terminal. Il sistema è sufficientemente supportato da elevatori, scale mobili, tapis roulants, che diversamente dalla consuetudine, commutano la tipologia orizzontale aeroportuale in quella dello scalo metropolitano urbano. La tecnica strutturale delle grandi coperture riveste un ruolo dominante, dando forma alla hall centrale su due piani, nella quale si sviluppano i servizi di verifica ingressi, trattamento bagagli e accessi agli scali. L'architettura è mutuata dalle grandi rappresentazioni moderniste delle nuove funzioni urbane, ne incarna la tradizione dei sistemi costruttivi in acciaio e vetro e la distribuzione planimetrica dei volumi rispetto al disegno delle aree aeroportuali e di parcheggio, caratterizzando i blocchi che compongono il complesso. La connotazione futurista del terminal, l'uso della combinazione di acciaio e vetro per le pensiline d'ingresso e la soluzione sommitale ramificata del ponte a copertura della hall, sono soltanto gli elementi d'impostazione di un'architettura il cui successo è conseguito dai progettisti tramite il controllo puntuale della luce naturale e contemporaneamente, la partizione delle diverse immagini visibili dagli spazi interni dei due piani dell'aeroporto.
L'architettura indaga il trattamento delle superfici di rivestimento degli ambienti allo scopo d'ottenere un bilancio luminoso favorevole al comfort del passeggero. La struttura portante in montanti tubolari in acciaio su basi in calcestruzzo si propaga in reticoli spaziali giocando nelle controventature, nei tiranti e nelle forme dei giunti, semplici attacchi a fazzoletto bullonati o saldati secondo che il passante sia orizzontale o montante verticale. Le sovrapposte vetrate strutturali, aggettanti sulle strutture in tubi d'acciaio frequentissimi, costituiscono una gabbia trasparente e le superfici pavimentali sono essenziali nel graduare la luce che irrompe all'interno.
Il colore grigio fumo e la grana delle lastre Orissa di GranitiFiandre nel formato 45,7 x 45,7 cm - un granito venato appartenente alla nuovissima collezione "New Granite", utilizzato nella finitura semilucidata - sono stati scelti valutando la reazione alla luce radente e diretta nelle diverse ore del giorno. La disposizione dei servizi sui due piani ha richiesto che l'atrio, sviluppato in altezza, venisse schermato dagli stessi elementi pensili che frangono il sole mentre portano le fasce vetrate più alte. La struttura portante, realizzata con orditura minuta e insistente, produce una schermatura piuttosto ridotta della luce solare, al fine di non occultare la prospettiva sulle creste dei monti Pirenei ed evitare che l'attracco dei velivoli divenga un triste passaggio di ombre e contorni. Gli architetti si sono orientati sulla scelta di superfici di rivestimento e pavimento adatte a sostenere il contatto, variamente inclinato, dei raggi solari per restituirlo come luce diffusa radente, la cui diffusione garbata coadiuva l'illuminazione artificiale dei front desk.
Lo sviluppo superficiale sottoposto al calpestio e all'attraversamento dei carrelli per la distribuzione interna è notevole ed è stata privilegiata l'alta resistenza delle lastre Orissa di GranitiFiandre per ottenere l'omogeneità pavimentale, indispensabile alla regolazione luminosa anzidetta. L'azione congiunta delle vetrate inclinate e delle frammentate pensiline della facciata collabora a mitigare e piegare per rifrazione la luce solare, distribuendola fino ai pavimenti e rendendoli omogenei nella restituzione sfumata. Le tonalità degli interni generano un efficace contrasto che aumenta la percezione dei colori vivaci e saturi. Tutta la hall funziona come un'imponente camera ottica mediante la quale s'inquadrano da un lato le cime dei Pirenei, megaliti grigi alterati da cumuli di nuvole, che trasfigurano luci e ombre fin nell'interno stesso dell'aeroporto, dall'altro lato i jet, strumenti affusolati coloratissimi, simulacri della tecnologia che si confronta con l'immanenza del paesaggio.
L'aeroporto di Pau, grazie al fine controllo della luce e delle immagini, diviene il filtro ottico dell'attesa, un emblema che racchiude in sé il significato concreto dell'attività tecnologica dello Stato e quello etereo del mutare delle stagioni.
Osservato dall'esterno, infatti, rimanda un'immagine fedele al pragmatismo del programma di innovazione delle strutture di servizio francesi, un'architettura coerente con il messaggio moderno dell'efficacia. All'interno invece, svelando la cura con cui gli architetti hanno voluto costruire per il viaggiatore l'ambiente connettivo in cui prepararsi, riflette i multiformi e cangianti colori del cielo e dei vicini Pirenei.

Testo di Fabrizio Carloncelli
Estratto da Materia n. 40

Planimetria generale Prospetto nord e sezione longitudinale