Sistemi di fissaggio - caratteristiche generali

Autore testo e disegno: Marvit Basile

I sistemi di fissaggio sono molteplici e dipendono, prevalentemente, dal tipo di giunzione da effettuare e dal materiale degli elementi da unire.
Esistono in commercio tipologie diverse, finalizzate ognuna ad un tipo d'assemblaggio particolare: oltre agli ancoraggi chimici come siliconi per sigillature elastiche e resine, gli ancoraggi meccanici sono quelli di cui faremo una generica descrizione, analizzando quelli più comuni.

La chiodatura
Per chiodatura s'intende un procedimento di unione fra due elementi mediante un collegamento fisso, non smontabile, ottenuto (solitamente con piastre) per infissione, in appositi fori, di "chiodi" e "ribattini"(a seconda del diametro) costituiti da un gambo cilindrico, con o senza punta, e da una "testa" semicircolare, troncoconica o svasata; essi sono fatti di acciaio dolce, ferro, rame, zinco o alluminio a seconda del tipo di pezzi da unire.
La chiodatura può essere effettuata con un apposito attrezzo, la "chiodatrice", sia a freddo che a caldo, a seconda del diametro del chiodo, dello spessore degli elementi da unire e del tipo di tenuta che si vuole ottenere.
Gli elementi da unire possono essere disposti a semplice sovrapposizione o a semplice e doppio coprigiunto. I chiodi si dispongono, generalmente, secondo file parallele (a quinconce, a catena, a file complete o incomplete, etc); gli elementi e i chiodi sono sollecitati prevalentemente a sforzo di taglio: è in base a ciò che si dimensionano i diametri, il passo e la distanza fra le successive file di chiodi, nonché la distanza dal bordo degli elementi.
Di norma si impiegano chiodi dei seguenti diametri nominali:
d = 10, 13, 16, 19, 22, 25 mm
con fori corrispondenti di diametro: d = 10.5, 14, 17, 20, 20, 26 mm.

In rapporto al diametro "d" dei chiodi devono essere soddisfatte le limitazioni seguenti per e file prossime ai bordi:

10.d ³ interasse fra i centri dei chiodi contigui ³ 3 x d

3.d ³ distanza del centro dei chiodi dal margine ³ 2 x d.

La chiodatura realizza sempre una limitata rigidezza dell'attacco, il che comporta una riduzione della continuità tra le membrature unite; tale difetto è dovuto all'incompleto rinfollamento di chiodi e alla deformazione dei fori e dei chiodi sotto l'azione dei carichi agenti. La chiodatura, inoltre, implica un sensibile incremento di peso della struttura sia per la maggiore sezione che occorre assegnare alle membrature unite allo scopo di compensare le zone asportate nella foratura, sia per le squadre e piastre d'attacco; per questa ragione, quando possibile, si preferisce la saldatura che garantisce continuità strutturale ed è più leggera.

La bullonatura
Per bullonatura si intende un procedimento d'unione fra due elementi mediante un collegamento smontabile costituito da una "vite" con "dado" di serraggio infilata in apposito foro passante.
I fori devono avere diametro uguale a quello dei bulloni maggiorato di 1 mm (fino a ¯ 20 mm) e di 1.5 mm (oltre ¯ 20 mm)quando è ammissibile un assestamento sotto carico; la maggiorazione è invece di 0.25 e 0.50 mm quando tale assestamento non è ammesso. Per tutto il resto la bullonatura e analoga alla chiodatura.

La tassellatura
Per tassellatura s'intende un procedimento d'unione tra due elementi, mediante un sistema di ancoraggio composto, genericamente, da una vite conica e da un anello o cono d'espansione. L'ancoraggio si basa sull'attrito tra il cono (o l'anello) e le pareti del foro praticato su uno dei due elementi. L'espansione del cono avviene tramite l'avvitatura.

Fonte testo:
G.Boaga, Tecnologia delle costruzioni, Calderini, BO, 1989

Pareti ventilate, sistemi di fissaggio

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