approfondimento – Con il direttore generale di ANIE abbiamo parlato di città intelligenti, tecnologie integrate e nuovi scenari Green.

Malgrado non esista una definizione univoca del concetto di 'smart city', tutti gli attori di questa grande trasformazione urbanistica che la società odierna ci impone concordano sull'imprescindibilità della componente tecnologica, che deve diventare il nucleo fondante della nuova città. La vivibilità e la sostenibilità della smart city sta in una serie di tecnologie all'avanguardia, come l'automazione delle reti intelligenti, capaci di gestire flussi energetici bidirezionali, l'elettrificazione dei porti, l'accumulo dell'energia nel segno dell'efficienza energetica, lo smart building e la home automation. Gli ambiti applicativi spaziano quindi dalle smart grid alla e-mobility, dalla sicurezza all'erogazione di servizi pubblici come l'illuminazione.
Abbiamo approfondito il tema con Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di ANIE Confindustria, che raggruppa aziende che operano in tutti questi settori.

Chiara Scalco. Quali sono le tecnologie su cui puntare perché la città diventi Smart?
Maria Antonietta Portaluri. In questo momento due sono i temi 'smart' più urgenti da affrontare: il risparmio energetico e la mobilità sostenibile. Entrambi si legano a doppio filo con la riduzione degli sprechi di energia e della riduzione delle inutili e nocive emissioni di CO2. Da questo punto di vista, sfruttare le potenzialità offerte dalla riqualificazione energetica dell'esistente, dalla messa a norma degli impianti elettrici e ascensoristici, nonché dall'implementazione di veri e propri 'edifici intelligenti' appare come un'occasione da non lasciarsi scappare. La 'mobilità green', invece, è un tema di grande attualità, ma anche un comparto per cui si sta facendo davvero poco. Basti pensare alla recente istituzione degli eco-incentivi economici per l'acquisto di veicoli a impatto zero: sulla carta un ottimo modo per diffondere in maniera massiccia queste tecnologie innovative, ma solo un piccolo passo rispetto a quanto si potrebbe concretamente fare. Non possiamo non segnalare come i costi delle auto elettriche rimangano oggigiorno esorbitanti e di fatto proibitivi per il portafogli del cittadino italiano, per non parlare poi della quasi totale mancanza di colonnine di ricarica pubbliche per i veicoli così alimentati. Se i veicoli driverless sono ormai una realtà quotidiana, per esempio in una grande città come Milano, appare chiaro che il nostro Paese ha bisogno di lavorare ancora molto sul tema e-mobility.

C.S. Quali caratteristiche deve avere uno Smart Building?
M.A.P. Un edificio smart è un sistema complesso e organizzato in maniera strutturata: per questo, quando ci riferiamo ad esso, parliamo addirittura di 'Sistema Edificio'. Innanzitutto, lo smart building è dotato di sistemi di automazione e controllo, quelli che in ambiente residenziale prendono il nome di domotica, che controlla e gestisce in maniera sinergica tutti i possibili impianti e i servizi di un'abitazione. Grazie a queste tecnologie, un'attenzione costante viene dedicata alla sicurezza e alla salute di coloro che abitano o frequentano l'edificio, con sistemi di rilevazione di furti, videosorveglianza e anti-intrusione, rilevazione di incendi e perdite, nonché sistemi di comunicazione immediati per l'eventuale richiesta di aiuto o soccorso. Altro sistema imprescindibile è quello legato alla gestione delle risorse energetiche di approvvigionamento e alla razionalizzazione di consumi e sprechi: quando si pensa alla sostenibilità la nostra mente non può che andare alle fonti energetiche pulite e rinnovabili e ai pannelli fotovoltaici. Ma c'è veramente un mondo, ampio e variegato, dietro al concetto di energia: il futuro ci riserva infatti sistemi intelligenti che garantiscano la qualità dell'approvvigionamento energetico dell'edificio e impediscano il verificarsi di interruzioni del servizio e blackout. È proprio in questo macro-settore che l'edificio viene chiamato a integrarsi a livello profondo con lo spazio urbano circostante: la smart grid, la rete energetica intelligente, ovvero l'infrastruttura che va a sostituire l'approvvigionamento classico mediante un modello di generazione multipla, che integra i flussi provenienti da diverse sorgenti in un'unica rete di distribuzione. Tornando al Sistema Edificio, la questione energetica assume una valenza particolare per l'utente, che può toccare con mano risparmi effettivi in bolletta: la tecnologia dello smart meter, infatti, il cosiddetto 'contatore intelligente', permette di tenere sotto controllo i consumi per una riduzione degli sprechi energetici, non solo per quanto riguarda riscaldamento e raffrescamento, ma anche per tutte le altre utilities. Le tecnologie che stanno alla base del Building, allora, sono quelle che fanno funzionare anche mobilità e spazio urbano, ovvero l'automazione, i sistemi di telecontrollo, l'Internet of Things and Services, l'ICT, lo storage, declinati semplicemente in maniera diversa, ma parte di un più ampio sistema di funzionamento perfettamente integrato su varie scale.

C.S. La città intelligente è necessariamente composta da edifici intelligenti: quali sono le prospettive future? Quali le tendenze in atto e gli ostacoli da superare?
M.A.P. Il primo filone da seguire con attenzione, che riguarda la home automation, è quello della domotica: questa tecnologia sta finalmente iniziando a prendere piede tra le famiglie italiane, registrando una quota di nuove abitazioni dotate di tali sistemi superiore al 15% del totale. Si tratta di una percentuale non indifferente, se si pensa al momento di crisi economica che colpisce i nuclei familiari, rendendoli poco inclini all'investimento. Non si può poi trascurare l'ostacolo costituito dalla scarsa conoscenza che gli italiani dimostrano di avere nei confronti di questi sistemi: che 4 su 5 non sappiano cosa sia una Smart City non sorprende più di tanto, perché si tratta di una visione concreta per il futuro delle nostre città, ma ancora poco messa in atto, e anche perché racchiude una complessità di aspetti lontani dalla vita quotidiana del cittadino. Ma da una ricerca condotta da ANIE è emerso che ben il 71% degli intervistati non ha mai sentito parlare di domotica, e di conseguenza non conosce la possibilità di scelta tra impianti elettrici domestici di livello basico, standard o domotico, secondo la divisione imposta dall'ultima norma CEI. Si tratta di tecnologie che, al contrario, potrebbero migliorare sensibilmente la vita di tutti giorni degli utenti, anche in termini di comfort, sicurezza e risparmio. Infatti, mettendo in atto tutte le funzioni domotiche indicate da questa nuova normativa, rispetto a un ambiente privo di queste tecnologie, si possono ottenere benefici nella riduzione dei consumi dell'energia elettrica (elettrodomestici esclusi) da un minimo del 7% ad un massimo del 15%; per quanto riguarda i consumi dovuti a impianti di riscaldamento o raffrescamento domotici, da un minimo del 9% a un massimo del 26%. Altra tendenza da tenere d'occhio è quella dell'Internet of Things and Services: oggetti che acquisiscono un'identità e un'intelligenza, elaborano dati, interagiscono con l'ambiente circostante e anche con gli altri oggetti. Il tutto basato su onde radio, reti wireless e connessione al web. Quando la nostra casa sarà dotata di queste tecnologie, tutti gli impianti e gli elettrodomestici potranno essere controllati con una app, il frigorifero ci avviserà che è necessario andare a fare la spesa, e la temperatura delle stanze sarà direttamente ponderata al clima esterno. Si tratta di un settore in grande espansione: in solo un anno, infatti, il valore di questo mercato è cresciuto dell'11%, mentre gli oggetti intelligenti connessi via rete cellulare sono aumentati del 20%, raggiungendo i 6 milioni di unità, tra cui si annoverano i più diversi strumenti, automobili, lampioni, ascensori e contatori del gas. In questo caso, l'unico ostacolo che si pone è quello dei protocolli di comunicazione tra prodotti di aziende diverse, che devono essere basati su una piattaforma aperta per essere davvero integrabili tra loro. Ma si tratta di un elemento che le aziende produttrici stanno già tenendo in conto.

C.S. Quali sono gli esempi urbani più innovativi in Italia?
M.A.P. Per la loro dimensione, le realtà urbane italiane si prestano molto bene al processo di "smartizzazione". Stando allo Smart City Index stilato dal Forum PA, le tre città più 'smart' in base alle variabili economia, ambiente, mobilità, governance, qualità della vita e capitale sociale sono Torino, Bologna e Milano. L'Osservatorio Nazionale Smart City dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che si occupa di analizzare e valutare la situazione del territorio urbano italiano, fungendo da piattaforma per la condivisione delle best practice messe in atto per dare un volto smart alle nostre città, mostra come diverse strategie di intervento siano applicabili perché una città possa essere definita 'intelligente'. A Torino, il coinvolgimento trasversale di imprese, settore pubblico e società civile ha potenziato la diffusione della cultura smart e delle smart people. Un esempio è Uptu, la piattaforma di collaborazione sociale che permette di condividere informazioni corredate di foto, video e audio in tempo reale sul territorio: dalle emergenze alle eccellenze, dai luoghi di interesse ai problemi della città. Milano e Bologna hanno invece intrapreso sentieri diversi. La prima riveste già un ruolo importante nella rete di smart cities internazionali, puntando soprattutto sulla viabilità urbana (ad esempio, attraverso listituzione dell'Area C a traffico limitato) e alla valorizzazione dello smart living, un'identità visiva molto efficace che si fonda sulla commistione del patrimonio culturale cittadino e del mondo digitale. Bologna, invece, ha messo a disposizione dei cittadini le nuove tecnologie in un'ottica di ottimizzazione dei servizi attraverso il progetto Iperbole 2020 Cloud & Crowd che, ad esempio, propone la riprogettazione della rete civica, integrandola con la tecnologia cloud per connettere la PA, le imprese e i cittadini. Malgrado questi esempi virtuosi, però, non va certo sottovalutato il carattere frammentario delle attuali strategie di implementazione delle smart city in Italia, che ostacola la creazione di sinergie di trasformazione su tutto il territorio. Occorrerebbe infatti sviluppare un'unica governance che pianifichi gli interventi per rendere il nostro un Paese smart, e allo stesso tempo mettere in rete le realtà urbane italiane, che al momento gestiscono interventi locali e dalla portata molto limitata.

C.S. Come sfrutterà Milano l'opportunità di Expo2015?
M.A.P. Expo 2015 si configura come un grande evento, un'occasione di rilancio non solo per il territorio, ma per l'intero Paese, che non deve essere sciupata o opacizzata dalle vicende di cronaca delle scorse settimane. In ottica Smart City, si tratta di un'opportunità imperdibile: quella di rendere Milano una città più intelligente, più efficiente, più a misura di cittadino. Il capoluogo lombardo possiede già caratteristiche che, come detto, la pongono sul podio delle città più intelligenti in Italia, per esempio il sistema di mobilità interno che integra diverse soluzioni sostenibili e innovative, come il car sharing, dai tassi di utilizzo molto elevati. L'unico neo, in questo senso, rimane il livello della qualità dell'aria, molto basso se rapportato all'efficienza dei mezzi pubblici cittadini e allo sviluppo della e-mobility raggiunto. Proprio da qui dobbiamo partire: sfruttare l'occasione per migliorare ancora di più la vita dei milanesi e porre i risultati ottenuti ad esempio per tutte le comunità italiane. Expo 2015 metterà quindi Milano al centro del palcoscenico mondiale come laboratorio a cielo aperto per un modello possibile di Smart City che coinvolge tutta l'area metropolitana e suburbana. Questa è una sfida che non possiamo permetterci di perdere, nonché una vera opportunità in ambito economico, sociale ed ambientale. La Città Metropolitana, che fino a poco tempo fa era solo una sospirata fantasia, è ormai una realtà sempre più concreta. E cos'altro è la Città Metropolitana se non una Smart Community? Il futuro è già qui: bisogna quindi che si diffonda una concreta cultura e un'effettiva conoscenza delle potenzialità già oggi offerte dalle tecnologie esistenti anche attraverso un movimento di sensibilizzazione nei confronti dei decisori pubblici. Il futuro delle nostre città e della nostra Milano sarà intelligente solo se tutti i protagonisti di questo processo di trasformazione sapranno lavorare in sinergia verso questo comune obiettivo.