Sede ASMIU

Testo, disegno e fotografia di Andrea Lugli

Coordinatore della progettazione: Arch. Carlo Massimo Biancalani

Progettisti architettonici: Arch. Carlo Massimo Biancalani - Ing. Massimo Perri

Progettisti strutturali: Ing. Massimo Perri - Ing. Andrea Silvio Lugli

Il capannone realizzato, denominato 'area arrivo RSU RSA', con destinazione a impianto di selezione rifiuti e con pianta a forma rettangolare 40x70 m. circa, ha, per ragioni funzionali e di movimentazione interna dei mezzi, un'altezza sotto catena di 7.50 m circa.
Disposto con il lato più parallelamente all'autostrada e addossato all'edificio denominato 'area lavorazione RSU RSA' di dimensione in pianta di circa 60x60 m., l'edificio soddisfa due requisiti principali; il primo, di carattere distributivo, consiste nella realizzazione di una struttura portante che consenta un 'open space' in modo che lo spazio usufruibile internamente risulti pressoché totale, con la conseguenza che la flessibilità d'uso raggiunga livelli ottimali. Il secondo, di contenere il più possibile i costi di costruzione cercando di realizzare un manufatto che esprima una sua particolare caratterizzazione e personalità con le sue linee e forme essenziali e funzionali senza ricorrere a motivi decorativi ed ornamentali aggiuntivi creando omogeneità, armonia ed unitarietà fra i due fabbricati limitrofi.
Soprattutto per questo secondo punto e per la notevole luce da vincere (42 m. minimo), la scelta progettuale è stata orientata verso una struttura di copertura eterea quasi immateriale costituita da elementi quali acciaio, policarbonato, lamiere grecate, mentre le membrature verticali denominate 'totem', assemblate come componenti di organi meccanici e concepite in c.a. e ferro, sono denunciate all'esterno con forte carica espressiva e materica.
Praticamente obbligata dalla distribuzione planimetrica interna del fabbricato, la struttura portante è sostanzialmente costituita da dodici 'pacchetti strutturali' formati ognuno da due pilastri e una capriata reticolare, di cui dieci disposti ad interasse di 7 m circa mentre i due terminali, da realizzarsi in corrispondenza dei prospetti trasversali, ad interasse 3.5 m.
Il motivo dominante progettuale è quello di dimostrare 'onestà e chiarezza' attraverso le sensazioni derivanti dall'uso schietto degli elementi costruttivi primari e secondari tipici del movimento razionalista.
La struttura è concepita come un gigantesco 'meccano' i cui elementi da assemblare sono sostanzialmente i seguenti:
- capriate reticolari spaziali a sezione variabile e a forma di T rovesciata di 40 m di lunghezza
- pilastri circolari in cemento armato di 70 cm di diametro circa dotati di mensole e accessori strutturali per accogliere la capriata suddetta come mostrato nei disegni e per sorreggere i pannelli di facciata
- copertura con sezione trasversale a forma di arco per permettere all'acqua di prima pioggia di raggiungere i pluviali disposti sui bordi
- cupole a nastro previste in vetro o comunque in materiale trasparente quale rivestimento della parti della capriata strutturale che fuoriescono dalla superficie arcuata del tetto. Tale finestratura a nastro permette anche un'illuminazione diffusa all'interno del capannone
- pannelli di facciata.

Una volta definiti i pezzi di montaggio il progetto segue le stesse istruzioni che regolano la costruzione di un oggetto da modellismo.
Gli elementi costruttivi sopra elencati, che presi singolarmente non hanno nessun particolare significato estetico, nel loro insieme e collocati al loro giusto posto, ci è sembrato che acquistino nel complesso un'immagine formale armonica, omogenea e ben proporzionata.
Si è voluto dare agli spazi interni un'immagine che attinga le sue forme da un'architettura sobria, semplice, che sia espressione delle sole forme strutturali e il cui aspetto estetico complessivo risulti ordinato, ripetitivo, gradevole e dinamico; ciò, crediamo, è stato possibile grazie alla creazione, nella continuità formale della volta a botte della lamiera di copertura, di 'ferite' costituite dall'insieme della briglia inferiore, della reticolare portante e delle mensole aggiuntive a sezione variabile - solidali alla capriata reticolare - aventi funzione di sostegno ed appoggio per il tetto stesso. Tale effetto verrà amplificato, esaltato ed esteso a tutto 'l'open space' e non solo alla copertura qualora, durante i giorni di bel tempo, il sole filtrerà attraverso i lucernari e le ferite suddette.
Le membrature verticali sono pilastri circolari in cls con finitura di fondo cassero, con diametro di 70 cm. ed altezza 11.60 m. Tali pilastri sono dotati di mensole di appoggio e relative fasce per accogliere la capriata portante superiore.
La struttura di copertura orizzontale è sostanzialmente formata da 12 capriate spaziali in acciaio Fe 430 b zincate e verniciate di 42 m. di luce.
Ogni capriata spaziale è costruita da due capriate piane tipo Warren realizzate in profili tubolari collegati fra loro sempre per mezzo di tubolari.
Ogni capriata ha altezza in mezzeria di 3.30 m. circa e di 2.40 m. all'appoggio ed è dotata di 5 cm. di monta in corrispondenza delle sue metà. Le briglie hanno una forma ad arco di raggio di 211 m. circa.
Date le notevoli dimensioni sia in lunghezza che in altezza, per problemi di trasporto e di zincatura (dimensioni massime delle vasche di immersione 16x2.5x2 m.), è stato necessario costruire la struttura in cinque pezzi, in officina, e poi assemblare il tutto in cantiere. I pezzi sono giuntati saldando con completa penetrazione le briglie inferiori e superiori. Successivamente tali giunti sono stati zincati mediante verniciatura in modo da evitare la presenza di ruggine.
Le capriate sono sostanzialmente formate da briglie superiori ed inferiori in tub. 220x5 mm. e sottoposte a 40-50 t rispettivamente a compressione e trazione, diagonali e montanti in tub. 100x4 esclusi i diagonali più sollecitati (15 t di compressione) in corrispondenza degli appoggi in tub. 120x4. Le due capriate, poste a circa 1 m di distanza sono poi collegate in corrispondenza dei nodi. La scelta dei profili tubolari è scaturita dal fatto che essi sono più indicati per resistere agli sforzi di trazione e compressione a cui la capriata è sottoposta.
I giunti di collegamento fra le briglie inferiori e superiori e i montanti - diagonali sono realizzati in doppi piatti a forma di mezzaluna di 8 mm. di spessore e collegati fra loro. Questa soluzione deriva dal fatto che per contenere il peso complessivo della capriata in 45 Kg/mq (per esigenze di budget) sono stati ridotti gli spessori dei profili ed in particolare quelli della briglia inferiore e superiore; un'unica piastra a forma di mezza luna disposta nel centro del profilo avrebbe potuto creare un fenomeno di imbozzamento locale della superficie delle briglie mandando in crisi la struttura (esistono delle verifiche e normative in proposito). In corrispondenza dell'appoggio con i pilastri in c.a. la briglia inferiore assume una variazione di spessore (di 10 mm.) proprio a causa del problema strutturale suddetto.
La scelta di far proseguire il totem fino alla briglia superiore creando 4 punti di collegamento fra pilastri in c.a. e doppia capriata non è deliberatamente estetica, ma scaturusce da considerazioni strutturali. Le connessioni inferiori (in corrispondenza cioè delle briglie inferiori) sono cerniere cilindriche a tutti gli effetti dotate di spinotto opportunamente dimensionato. Le connessioni superiori permettono tutti i movimenti e le rotazioni escluso lo spostamento longitudinalmente al capannone. Ciò permette di fornire quel ritegno torsionale di cui la doppia capriata ha bisogno nel caso in cui si generino i movimenti torsionali dovuti ad un eventuale disposizione 'a scacchiera' dei carichi accidentali (una campata sottoposta a carichi accidentali minimi e la successiva sottoposta a carichi accidentali massimi e così via).
Le cerniere cilindriche inferiori sono asolate per permettere alla capriata di dilatarsi e di ristringersi senza innescare sollecitazioni aggiuntive sulle membrature e sulla colonna in c.a. Data la lunghezza del capannone di 70 m longitudinalmente è stato evitato il giunto strutturale grazie alle asolature praticate negli elementi di collegamento fra le due capriate della campata centrale. Sono stati realizzati vari collegamenti fra le capriate per irrigidire ulteriormente il tetto.
Ogni capriata è dotata poi di mensole a sezione variabile simmetriche realizzata in corrispondenza dei montanti ad un'altezza massima della briglia inferiore di 1 m circa. Nel progetto iniziale le mensole a sezione variabile raggiungevano in mezzeria un'altezza di 1.50 m dando più respiro allo spazio interno del capannone. Ciò comportava un aumento di volumetria interna, necessitando di macchinari per l'aspirazione e il controllo dell'aria interna, più ingombranti e più costosi. Su tali mensole e ortogonalmente a esse, sono poi imbullonate le travi scatolari su cui è appoggiata la lamiera grecata strutturale portante del tetto.
La posa in opera delle travi reticolari si è rivelata molto delicata. Infatti il capannone è realizzato con una struttura mista in cui le travate orizzontali in ferro si innestano mediante opportune cerniere cilindriche ai pilastri in c.a.; eventuali fuori piombo dovuti a pilastri di lunghezza 11.60 m, nonché le tolleranze di produzione delle capriate di circa 42 m di lunghezza portavano inevitabilmente a errori di diversi cm. Inoltre la zincatura della capriata produce una dilatazione e un incremento di lunghezza della capriata.
Quindi è nata la necessità di procedere ad un rilievo topografico accurato in fase di getto evitando di realizzare i pilastri in c.a. con eccentricità verticali e di controllare anche dopo il bagno di zincatura la lunghezza delle reticolari in modo che l'errore complessivo fosse minore di 20mm che è la tolleranza massima che il sistema di piastre progettato in corrispondenza delle cerniere poteva assumere.
Il capannone è stato verificato tenendo conto delle forze sismiche di II categoria, comprese le sollecitazioni sismiche verticali (membrature portante superiore a 20m.) del vento e dell'accumulo della neve, come previsto dalle normative, in corrispondenza degli shed.

Sede Asmiu a Prato (Ing. Andrea Lugli)

Sede Asmiu a Prato (Ing. Andrea Lugli)

Sede Asmiu a Prato

Sede Asmiu a Prato

Sede Asmiu a Prato

Sede Asmiu a Prato

Sede Asmiu a Prato

Sede Asmiu a Prato