Arrixaca Hospital - Faculty of medicine  

Località El Palmar, Murcia,
Spagna
Committente Insalud
Architetti
Sol Madridejos, Juan Carlos Sancho Osinaga, M.A. Alonso del Val, R.Hernández;
Mariano García (assistant - technical architect); Juan Antonio Garrido, Lois
Renedo, Patricia Planell, Javier Moreno
(collaboratori)
Strutture H.C.A.
Direzione
lavori
Manuel García Palomares (F.C.C.)
Progetto
1996-1997
Realizzazione 1998-2001
Superficie
lotto
6056,30 m2
Superficie costruita 7826.48
m2
Costo di costruzione Euro 5.469.103,50

L'edificio contiene tutta la poetica dell'ortogonalità.
Gli unici elementi
che sfuggono da questa matrice sono i sistemi di scale ed alcuni componenti in
acciaio del telaio strutturale a vista. Quest'ultimo si lega a pannelli in vetro
per ottenere ampie superfici trasparenti. Lo sguardo d'insieme, oppure una
veduta parziale, afferma la natura delle intenzioni progettuali: un'architettura
fatta di pietra, una costruzione di consistenza litoide.
Da lontano si ha
l'impressione che sia un masso anomalo: troppo perfetti gli spigoli per pensarlo
naturale, troppo compatto, quasi ostile nel suo aspetto monolitico, per
immaginare che sia un luogo da vivere.
Avvicinandosi qualcosa si svela.
Lentamente, la tessitura con cui le lastre di pietra di Cehegin sono state
montate comincia ad apparire fino a rivelare i segni dei movimenti tettonici su
ogni porzione di materiale. Materiale quasi monocromo ma decisamente venato,
risultato di un passato geologico nervoso. Questo enorme blocco è innestato,
saldo come niente altro al suolo, sulla sommità di un modesto rilievo
internamente ad un paesaggio mosso e coperto di vegetazione. Le tonalità del
verde e la nodosità degli arbusti comunicano tutta la fatica della loro
crescita. Una terra forte come forte è l'impatto con l'edificio, inaugurato nel
2001, di Madridejos e Sanchos Osinaga, vincitori del concorso bandito nel
1996.
Osservare i prospetti realizzati è quasi come guardare i disegni.
Questo senso "ortografico" dell'architettura mostra tutta la propria coerenza a
distanza ravvicinata. L'estremo ermetismo che la prima impressione aveva
trasmesso muta verso un atteggiamento più ospitale. Oltrepassare l'apertura
d'ingresso corrisponde ad un completo coinvolgimento del visitatore ottenuto
attraverso un sensibilissimo controllo delle volumetrie e della pelle della
costruzione. Ogni volume, ogni spigolo, ogni alternanza di pieno e di vuoto è
accompagnata da un accorgimento nella finitura della superficie.
La pietra di
Cehegin è utilizzata in lastre da 3 cm ed il fissaggio si avvale di un sistema
in acciaio inox per facciate ventilate al quale i pezzi vengono agganciati
tramite dei tasselli a scomparsa.
Le intercapedini d'aria e i materiali
coibenti svolgono un ruolo primario nel pacchetto di tamponamento. Il materiale
lapideo chiaro raccoglie la luce dura del sole di Spagna e ne esalta il
tratteggio dei chiaroscuri. I cristalli controllano la luce che penetra negli
ambienti interni grazie ad una serigrafia che altera la trasparenza del
materiale e la qualità della luce stessa. Il disegno serigrafato evidenzia una
delle chiavi di lettura dell'intero edificio. Il motivo astratto che copre per
intero le superfici in cristallo conduce il pensiero direttamente al
rivestimento lapideo dell'apparato murario. I vetri riportano semplicemente i
chiaroscuri della pietra non levigata e la luce che arriva a toccare i piani
interni porta con sé tutto il carattere di questa suggestione. In ogni
architettura che nasce da un attento controllo dei rapporti spaziali, materiale
da costruzione e luce costituiscono il solido legame che genera l'essenza vitale
del progetto.
È ovvio pensare che un manufatto decisamente specialistico sia
sottomesso ad un rigoroso programma funzionale che soddisfi completamente le
esigenze di tale destinazione e, naturalmente, non è immaginabile che la
priorità dell'aspetto funzionale non abbia avuto conseguenze sulle qualità
formali della sede della Facoltà di Medicina presso l'Ospedale di
Arrixaca.
Ciò che colpisce chi tenta una più approfondita lettura dell'opera
è la naturalezza con la quale la funzione e la forma si incontrano, la
spontaneità della composizione. Quello che spesso rappresenta uno scontro
durante il quale ogni parte rischia pericolose mutilazioni, si risolve in un
rapporto simbiotico. L'effetto di questo legame si manifesta nella solida
omogeneità dell'insieme.
L'anatomia di questo organismo è organizzata secondo
principi essenziali che rendono la percorribilità e la raggiungibilità dei
singoli reparti estremamente semplificate. L'edificio stesso gode di un certo
grado di indipendenza dal resto del complesso ospedaliero. L'alternanza dei
vuoti e dei pieni definisce l'entità degli spazi, consentendo una perfetta
illuminazione. Inoltre, le viste verso l'esterno sono calcolate sulle
peculiarità del paesaggio circostante.
Nella zona centrale sono concentrati
gli ambienti collettivi: l'ingresso, la caffetteria, l'auditorium e le aule. La
biblioteca si trova al primo piano, mentre l'asse longitudinale dell'edificio
raccoglie i vari dipartimenti.
La struttura portante per il vetro strutturale
è composta da pilastri HEB 300 e travi IPE in acciaio. Su questa si attacca una
struttura leggera reticolare che funge da sostegno per i pannelli serigrafati
5+5 mm. La soluzione tecnologica adottata dagli architetti spagnoli ha il pregio
di non spingersi verso un'estetica high-tech, ormai fin troppo inflazionata in
casi simili. Con grande semplicità, è definito un insieme costruttivo elementare
sostenuto da sottili accorgimenti: per esempio, tutti i fili elettrici
attraversano le superfici trasparenti sfruttando le cavità della sagoma di
alcuni profilati senza lasciare intravedere niente; oppure, il contatto tra i
cristalli e l'apparato murario viene risolto grazie ad un infisso in alluminio
molto ridotto ed incassato nel pavimento.
L'estrema semplicità tecnologica
propone, in tutta la sua efficacia, il fenomeno ottico dovuto al trattamento
serigrafico dei cristalli. La trama disegnata sul vetro e l'ossatura metallica
si sovrappongono senza sottrarre niente all'intensità del cielo spagnolo. La
percezione dei luoghi che hanno generato l'edificio della Facoltà di Medicina di
Arrixaca non viene minimamente alterata.

Testo di Jacopo Maria Giagnoni
Estratto da Materia n. 39

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costruttivi della facciata

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costruttivi della balaustra

Pianta primo piano e piano terra