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"È del poeta il fin la meraviglia (parlo de l’eccellente e non del goffo): chi non sa far stupir, vada alla striglia!" scriveva Giambattista Marino (1569-1625). Questa massima si attaglia alla perfezione a Heatherwick Studio. Lo studio londinese è infatti noto per sperimentare in ogni incarico soluzioni capaci di interpretare il tema di progetto in modo insolito e stupefacente. Non sfugge a questo approccio l’archiscultura appena inaugurata a Hudson Yards, a West Side Manhattan, a New York. “Vessel”, che in italiano significa recipiente, vaso sanguigno, o nave, è il nome temporaneo assegnato a un “oggetto” refrattario a qualsiasi definizione. Vessel è una struttura a traliccio in acciaio alta 45,7 m, è rivestita di lamiere color rame ed è composta da 154 rampe di scale, 2.500 scalini e 80 pianerottoli, che insieme definiscono un percorso lungo 1.600 m, e da un ascensore panoramico incurvato.

Courtesy of Timothy Schenck for Related -Oxford
Courtesy of Timothy Schenck for Related -Oxford - Vessel si trova in Public Square and Gardens, la piazza delimitata dai grattacieli di Hudson Yards, il nuovo complesso realizzato da Related e Oxford Properties Group a West Side Manhattan. Si tratta del più grande investimento immobiliare privato a destinazione mista di New York dai tempi del Rockfeller Center

Related e Oxford Properties Group, le real-estate che a Hudson Yards hanno realizzato il più grande investimento immobiliare privato a destinazione mista di New York dai tempi del Rockfeller Center, hanno chiesto a Thomas Heatherwick di concepire a Manhattan, nel cuore del loro intervento, un punto di ritrovo “memorabile”. L’architetto descrive così il significato del suo intervento: "Abbiamo capito che quello che volevamo celebrare erano le persone in visita, che non dovevano guardare l’oggetto, ma celebrare sé stesse e, in un certo senso, mostrarsi. Allora abbiamo pensato alla necessità di creare un catalizzatore, un luogo in cui i visitatori potessero parlare in modo diverso. Da qui è emersa la nostra idea, ovvero portare verso l’alto, come gocce nebulizzate, le persone che si trovano al livello terra".
Per spiegare l’origine della forma, Heatherwick rivela di aver preso spunto da Chand Baori, il famoso pozzo a gradini in India. Solo che a New York la logica di questo riferimento viene ribaltata, perché qui le persone non scendono per prendere l’acqua, ma salgono per guardarsi e contemplare il paesaggio durante l’ascensione. Quanto esplicitamente rivelato da Heatherwick non esaurisce tuttavia i suoi riferimenti e le interpretazioni possibili. Vessel può rimandare alle vertiginose prospettive di M.C. Escher, alcuni vedono in quell’invaso vuoto circondato da scale un rimando velato al Guggenheim di New York, c’è chi dice che rappresenti l’equivalente newyorkese della Torre Eiffel, altri lo spiegano trovando analogie con il sistema dei vasi sanguigni, con una gabbia toracica, con un alveare, con il “Great Doner Kebab”. Al momento, Related e Oxford Properties Group si riferiscono a Vessel come alla “Scala di New York”.

Da un punto di vista costruttivo, l’edificio parla italiano. La struttura portante, che è composta da 75 conci di acciaio (soprannominati “Dog Bone” per la loro forma) costituiti dall’assemblaggio di un pianerottolo e quattro rampe di scale, è stata realizzata da Cimolai nello stabilimento di Monfalcone. I primi 6 piani (Vessel ne conta 16) sono stati montati off-site per le prove strutturali e di assemblaggio. Il rivestimento e la finitura estetica sono stati realizzati da Permasteelisa. Laura Bedin, architetto responsabile del progetto per Permasteelisa, racconta che per Vessel "è stato adottato un approccio artigianale e sartoriale, perché, a causa della forma e dell’inclinazione che cambiano a ogni piano, c’era al massimo una ripetitività di 1 a 5 degli elementi, ma più prevalentemente di 1 a 1, quindi ogni pezzo era diverso dall’altro". La realizzazione di Vessel ha comportato diverse sfide. La prima ha riguardato le tolleranze. Un progetto come questo, spiega Bedin, gioca su tolleranze dell’ordine del millimetro, come per i progetti di interni, mentre le strutture in acciaio lavorano con quelle del centimetro. La seconda sfida è stata il rivestimento riflettente, la cui soluzione tecnica ha comportato diversi mesi di ricerca e sviluppo. Infatti, Heatherwick voleva che l’involucro fosse di rame specchiante, solo che questo metallo col tempo si ossida e assume una colorazione verde. Per ovviare al problema, Permasteelisa ha impiegato delle lamiere di uno speciale acciaio inossidabile colorato, caratterizzate da una composizione chimica particolare in grado di limitare al minimo le imperfezioni superficiali, chiamate lastre in PVD (Physical Vapor Deposition) per il tipo di trattamento a cui sono state sottoposte che ha consentito loro di prendere il color del rame con finitura specchiante.

E qui c’è stata anche una sfida nella sfida, che è consistita nel riuscire ad applicare il trattamento PVD, che di solito si utilizza nella produzione di oggetti piccoli (stanghette per occhiali, bigiotteria, specchi, dispositivi elettronici), su lastre grandi e, per di più, per usi all’esterno, condizioni mai sperimentate prima. Vessel, alla fine, è stato rivestito con 3.200 lastre che ricoprono il 70% della superficie della struttura; ogni lamiera è stata controllata singolarmente, per evitare che avesse anche il minimo difetto. La loro forma è stata ricavata con programmi 3D, ma nei casi più problematici, quelli in corrispondenza delle giunzioni, è stato sempre fatto un rilievo dal vero del concio su cui sarebbero state applicate. La terza sfida ha riguardato la sistemazione degli elementi invisibili, ossia i chilometri di profili necessari ad attaccare le lastre ai “dog bone”, i tubi dell’impianto di smaltimento dell’acqua piovana e gli altri di cavi dell’impianto elettrico e per la diffusione audio. Altra sfida è stata la realizzazione dei 3,5 km di parapetti di vetro e dei loro corrimani, che hanno un sistema di illuminazione a led integrato, entrambi non riconducibili a forme ripetitive. Sia il rivestimento sia gli elementi nascosti sono stati montati sui 75 conci off-site con l’80% delle finiture e dotazioni necessarie eccezion fatta per i parapetti di vetro, per il timore che si potessero rompere durante il trasporto, e per i corrimani. Ovviamente, tutto l’apparato invisibile è stato pensato e predisposto in modo che fosse facile e rapido giuntare le tubature e cablare i cavi elettrici on-site. Nell’agosto del 2017, dopo due anni fra progettazione e realizzazione, con sei spedizioni i 75 pezzi sono stati inviati alla volta di New York per il montaggio finale.

Scheda progetto
Location: New York, Hudson Yards
Client: Related and Oxford Properties Group
Area: 2,210 m2
Architects: Heatherwick Studio
Titolare: Thomas Heatherwick
Group leader: Stuart Wood
Capo progetto: Laurence Dudeney
Gruppo di progetto: Charlotte Bovis, Einar Blixhavn, Antoine van Erp, Felipe Escudero, Thomas Farmer, Steven Howson, Jessica In, Nilufer Kocabas, Panagiota Kotsovinou, Barbara Lavickova, Alexander Laing, Elli Liverakou, Pippa Murphy, Luke Plumbley, Ivan Ucros Polley, Daniel Portilla, Jeff Powers, Matthew Pratt, Peter Romvári, Ville Saarikoski, Takashi Tsurumaki
Design Engineers: AKTII
Ingegneri strutturali: Thornton Tomasetti
Architetti paesaggisti: Nelson Byrd Woltz
Architect of Record: KPF Associates
Steel Contractor: Cimolai
Ascensori: Cimolai Technologies
Rivestimento di facciata: Permasteelia
Analisi dei flussi: Arup
Lighting Designers: L’Observateur
Project Management: Tisham
Construction period: 2017-2019