La sede del Nuovo Centro PIME di Milano è stata inaugurata nei mesi scorsi in via Monterosa 81: rappresenta il polo di cultura, esposizioni, incontri, informazione e intrattenimento del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). Il Centro si propone di far conoscere i popoli e le culture extraeuropee con cui i missionari sono venuti in contatto dal 1850 a oggi, nella loro opera al servizio dei poveri che li vede attivi in 18 Paesi di tutti i continenti.
La nuova sede è collocata nella Casa Madre, edificio di 4 piani e di quasi 6.000 mq risalente ai primi del Novecento e sottoposto a vincolo della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.
L’edificio è stato completamente ristrutturato e ospita ora ai piani superiori gli uffici, le residenze dei missionari e gli spazi collettivi; al piano seminterrato, di circa 1.400 mq, diversi servizi al pubblico, spazi per lo shopping etico, una caffetteria culturale e la nuova sede del “Museo Popoli e Culture”, interamente ripensato e riallestito in locali recuperati e resi ora accessibili mediante una nuova piazza ipogea nel giardino verso via Monterosa.
Si tratta di un rinnovamento nel solco della tradizione, che intende raccontare una storia antica parlando linguaggi contemporanei, aprendo l’antica Casa Madre a tutti i cittadini e perseguendo anche a Milano e nel quartiere dove il Nuovo Centro PIME  è collocato, la vocazione all’incontro e al dialogo propria dell'Istituto.

Nel complesso, l'investimento si è reso necessario in un'ottica di sobrietà come ha spiegato il Direttore del PIME Padre Mario Ghezzi, per vent'anni missionario in Cambogia: "Le due case dell'Istituto, a Roma e a Milano, necessitavano entrambe di importanti interventi di manutenzione straordinaria che avrebbero comportato ingenti costi. Si è deciso di razionalizzare il tutto, con l'alienazione della casa di Roma e il trasferimento della direzione generale a Milano, là dove per altro il PIME mosse i primi passi nel 1850. La concentrazione degli spazi ha permesso così di liberare risorse economiche per l'attività missionaria in Italia e all'estero, con la possibilità di aumentare il numero dei padri e dei laici in missione, avviando anche nuove iniziative in favore dei poveri nelle periferie del mondo".
Il progetto generale di riqualificazione del complesso edilizio è stato sviluppato da General Planning, società di ingegneria di Milano, che descrive così il lavoro eseguito: "L’edificio ha subito un profondo intervento di consolidamento statico, il rinnovo di tutta la distribuzione interna dei locali e il completo rinnovamento di tutti gli impianti tecnologici, per essere adeguato alle esigenze di contenimento dei consumi energetici; particolare attenzione è stata posta, d’intesa con la Soprintendenza, al restauro conservativo delle facciate e dei decori, riportati al disegno, e alle colorazioni originali, come anche delle pavimentazioni in mosaico del porticato, protette con l’introduzione di vetrate perimetrali che rendono altresì fruibile una vasta zona precedentemente solo di transito all’aperto”.
Il progetto funzionale, architettonico e dell’allestimento degli spazi culturali e commerciali al piano seminterrato è stato elaborato da Alterstudio Partners, società di architettura specializzata in progettazione di centri culturali, biblioteche e musei (con oltre cento progetti all’attivo in Italia e all’estero).

Il piano seminterrato, un tempo destinato a cantine, ora destinato a spazi museali, commerciali e servizi al pubblico, è articolato in tre ali di pari dimensioni. L’ala centrale è destinata al settore di ingresso, con l’accoglienza e le informazioni; la sezione “Il PIME nel Mondo”, con video-installazioni multimediali che consentono di conoscere l’attività dei 450 missionari che operano in tutto il mondo; la sezione “Memoria PIME”, che racconta dell’opera dei Padri e dei martiri che hanno sacrificato la loro vita al servizio della Missione; un’area per le esposizioni temporanee; spazi e servizi per la promozione dei vari progetti seguiti dal PIME (adozioni, progetti di sviluppo, attività con i giovani ecc.); una “Caffetteria letteraria”. L’ala destra ospita gli spazi commerciali, con un negozio per la vendita di prodotti del commercio equo e solidale e delle cooperative sociali attive in Italia, e un’ampia libreria. L’ala sinistra è destinata agli spazi del “Museo Popoli e Culture”, fondato nel 1910 e oggi completamente rinnovato e riallestito: un museo interamente dedicato alla conoscenza delle culture extraeuropee, con una collezione di oltre 200 oggetti provenienti da tutto il mondo, suddiviso in varie sezioni tematiche (ri­ti; vi­ta quo­ti­dia­na; or­na­men­ti; tessuti; buddhismo; in­dui­smo; taoi­smo; ar­te ci­ne­se; stru­men­ti mu­si­ca­li).
Vi è infine una sala polivalente che ospiterà attività socioculturali e laboratori didattici.
Il progetto di Alterstudio Partners per il recupero del piano seminterrato della “Casa Madre” ha portato alla demolizione di superfetazioni, tamponamenti e tramezzature non portanti, mettendo in luce le arcate che scandiscono con ritmo serrato l’intero piano. Il progetto ha inteso separare il contenitore (l’edificio esistente) dal contenuto (l’apparato museografico e l’allestimento degli spazi commerciali e di servizio), differenziando le preesistenze dai nuovi interventi. Le asperità delle murature esistenti, semplicemente imbiancate e lasciate nello stato originario, con lacune negli intonaci e parti in mattone a vista, evidenziano il contrasto con il levigato nitore delle superfici della pavimentazione in cemento lisciato al quarzo, dei controsoffitti in cartongesso punteggiati da “campane” troncopiramidali sospese, dei grandi specchi obliqui che amplificano la spazialità interna con prospettive illusorie, delle ampie vetrate delle pareti espositive illuminate, delle delicate luminescenti trasparenze date dai tessuti in metallo e juta disposti a fondale su teche e muri o a schermatura delle arcate. L’edificio esistente è come una sorta di palinsesto su cui, raschiata la scrittura precedente, vengono scritti un nuovo testo e dei nuovi contenuti, conservando però tutti i segni del tempo. L’esperienza dello spazio, scoperto in modo progressivo e attivo, è parte integrante dell’esperienza museale: lungo il percorso il visitatore incontra sollecitazioni visive e uditive, che lo coinvolgono in un continuo andirivieni fra dimensione cognitiva e sensoriale, integrando l’esposizione della ricca e preziosa collezione di oggetti con installazioni multimediali e interattive realizzate da Aurora Meccanica di Torino.
Lo spazio originario, lineare e immediatamente leggibile nella sua geometrica assialità, si anima e si arricchisce di imprevisti, sorprese, opportunità, con l’attenzione di non schiacciare l’evidenza materiale degli oggetti ma, al contrario, di farne scaturire molteplici interpretazioni. Questo tipo di organizzazione degli spazi rima con il contenuto stesso del museo, che invita alla scoperta, all’esplorazione, alla dismissione dei luoghi comuni, intesa come possibilità di costruire nuove letture del conosciuto e aprire inedite prospettive.

Scheda progetto
Committente: Pontificio Istituto Missioni Estere
Progetto: 2017-2019
Realizzazione: 2018-2019
Inaugurazione: Settembre 2019
Progetto generale esecutivo per opere architettoniche, strutturali ed impiantistiche, direzione dei lavori e coordinamento per la sicurezza per il risanamento conservativo della “Casa Madre”: General Planning, Milano
Programma funzionale, progetto degli interni, progetto dell’allestimento del museo, degli spazi commerciali e dei servizi al pubblico: Alterstudio Partners, Milano
Progetto museologico: Museo Popoli e Culture
Progetto della grafica e dell’identità visiva: Alterstudio Partners, Milano
Progetto Installazioni multimediali: Aurora Meccanica, Torino
Impresa generale di costruzioni: Pessina Costruzioni spa
Impianti tecnologici: Milani Impianti srl (impianti elettrici) e Masneri Impianti srl (impianti HVAC)
Opere di restauro: Tecno Service srl (facciate) e Ettore Bosisio srl (pavimentazioni in mosaico e pietre)
Opere di finitura: Mattarozzi spa (pareti e controsoffitti), Albertone srl (serramenti) e Omecatella srl (vetrate porticato)
Arredi e allestimenti del museo e degli spazi commerciali: Rivalta Contract, Sovico (MB)
Installazioni multimediali: Acuson, Torino
Fornitura segnaletica: Grafiche abi2ue, Sesto San Giovanni (MI)
Illuminazione: Linea Light Group
Cartongessi: Gyproc Saint-Gobain
Tele metalliche decorative: TTM Rossi