La mia amica Odile è un’artista molto speciale, ha deciso in questa vita di sviluppare la sua arte attraverso l’architettura e il design e di dimostrare il suo anticonformismo anche attraverso la sua stessa persona. Ama i meccanismi, ama la tecnologia, ama i colori, ma se possibile quelli molto forti; ama la radicalità e cerca le sfide, per dimostrare quel suo carattere guerriero dove la sua amabilità emerge come una sorpresa delicata. Spesso le sue architetture le assomigliano. E un po’ infatti le assomiglia anche la torre Antares, una delle sue ultime creazioni a Barcellona. Una sfida per la difficoltà dell’incarico: ridare vita a un’anonima struttura abbandonata già esistente e trasformarla in un luogo desiderabile. Una sfida per mantenere ad alti livelli la qualità architettonica di un’operazione commerciale (ci ha raccontato la lotta per convincere i clienti su ogni dettaglio e ogni decisione). Una sfida per introdurre un nuovo carattere nello skyline esclusivo di Barcellona. Una sfida anche per condurre con capacità, come pilota solitaria, un’operazione di enormi dimensioni, come immaginare una donna sola pilotare una gigantesca nave cargo. Così è Odile, e come sempre è riuscita con la sua tenacia a raggiungere l’obiettivo. Odile, infatti, non ha semplicemente costruito una torre; ha creato un’esperienza, un complesso che si sviluppa al suolo, sul terreno e si stira verso l’alto, fluido, dinamico e vivo. La magia rimane nel modo in cui ogni elemento contribuisce all’insieme. I balconi non si proiettano solo per la loro funzione ma per sentimento; ti abbracciano, ti invitano a entrare. Da ciascun angolo la forma si sposta, rimodellandosi, tirandoti indietro per vederla in un modo differente. È come se Odile avesse catturato lo stesso spirito di Barcellona - eccessivo, irriverente ma coordinato con l’ambiente circostante.

Insieme a Matteo Ruta, siamo stati fortunati a poter essere accompagnati dalla stessa Odile a visitare l’edificio mentre condivideva la storia del progetto. Nel 2015 Odile Decq accettò la sfida di iniettare una nuova vita dentro un edificio dimenticato dopo la crisi finanziaria del 2008 e lo ha trasformato in un vibrante simbolo residenziale. Di fronte alle restrizioni create dalla struttura esistente, alle rigide regole edilizie, da una municipalità molto cauta riguardo agli edifici alti, Odile ha affrontato ogni ostacolo con la sua caratteristica schiettezza trasformando i limiti in un’opportunità per innovare. Avvicinandoti alla torre del progetto Antares, si può immediatamente cogliere il dialogo tra il mare e il cielo. La forma fluida degli edifici di Antares sembra innalzarsi dal suolo, estendendosi verso l’alto in un movimento continuo e ondulato che ricorda le onde del mare. Le sue curve raccolgono la luce trasformando lo skyline in qualcosa di organico e nuovo. Avvicinandosi ulteriormente, il tenue gioco di bianco, rosso e nero diventa apparente conferendo all’edificio il suo carattere. Una pennellata di rosso corona la cima dell’edificio, risaltando in contrasto al blu del Mediterraneo, un netto tocco tipico di Odile. Entrando nella torre è possibile percepire il suo approccio olistico, dall’entrata alla cima, tutti gli elementi sono interconnessi. Ciascun angolo dell’edificio porta la caratteristica firma di Odile. Dal fluire degli spazi ai più piccoli dettagli. Quattro ascensori, ognuno con il suo colore - rosso, nero, bianco e argento - si aprono come in un gioco aggiungendo una felice sorpresa alla salita. A ogni livello, quando si aprono le porte, la città e le montagne accolgono con viste mozzafiato. Dentro gli appartamenti, finestre a tutt’altezza smaterializzano la divisione tra interno ed esterno, permettendo al mare di raggiungere immediatamente i visitatori. Quando ci si siede, l’orizzonte incontra lo sguardo in modo tale che sembra di galleggiare sull’acqua stessa, fondendo senza soluzione di continuità lo spazio con il mare. Gli oggetti, dall’isola della cucina, alle vasche da bagno e i corpi illuminanti sono stati progettati da Odile per armonizzarsi con l’architettura creando un’esperienza coerente e immersiva. Questa apertura si estende attraverso ogni piano, con balconi che fluttuano attorno all’edificio, ampliando il senso di spazio e altezza. Le terrazze propongono estese viste sul mare, sulla città e le montagne in lontananza. E in cima, la Sky Terrace offre un incredibile panorama a 360 gradi dove la piscina a sfioro scompare all’orizzonte come se volesse toccare il cielo.


Odile ci accompagna nel seminterrato e, con un sorriso gioioso, chiede: “vogliamo visitare il parcheggio o le amenità?”. Non sicuri di cosa avremmo incontrato scegliemmo le amenità. Qui l’atmosfera si trasforma di nuovo: la materialità cambia e le morbide curve di legno ci guidano attraverso lo spazio. Scopriamo prima una palestra privata, poi una suggestiva piscina a forma di grotta, intima e spaziosa al tempo stesso. Passiamo poi allo studio di yoga, incastonato in un bozzolo di legno dove un lucernario inonda lo spazio di luce naturale. Da qui usciamo nel giardino, dove si trova un piccolo padiglione dall’involucro scultoreo rosso che completa l’imponenza della torre e invita i passanti a fermarsi, riflettere e interagire con l’ambiente circostante. Dentro questo padiglione troviamo i pannelli espositivi progettati per la Biennale di Venezia del 2018 decorati con le parole della stessa Odile che catturano la poesia dello spazio:
Dal mare al cielo
Dal cielo al mare
Dolcemente ondeggiante con una distorsione visiva
Torsione dinamica
Irregolari ma continui
Nuova forma, nuovo profilo, nuove curve
Ovunque la stessa trasformazione
Antares è il risultato di un design globale
Bianco e rosso, rosso e bianco
Nuota nel cielo mentre sorvola sul mare
Altezza magica ed estensioni orizzontali
Un’avventura da vivere

Come ho scritto all’inizio, Antares è molto più di una semplice aggiunta allo skyline di Barcellona: è una testimonianza del potere dell’architettura di plasmare l’esperienza. La creazione di Odile Decq è una miscela perfetta di forma, funzione e sentimento: una struttura che risponde alla città, al mare e al cielo con uguale grazia. Dalla fluidità del suo design agli spazi attentamente curati al suo interno, la torre invita all’interazione e alla scoperta a ogni livello. Che si tratti delle linee decise dell’esterno, dell’esperienza coinvolgente degli interni o del sottile gioco di luci e materiali, Antares diventa una parte viva e pulsante del paesaggio. Cattura l’energia della città e la incanala averso l’alto, in qualcosa di dinamico e vivo.

PROGETTAZIONE A CONTROLLO TOTALE
Antares è un complesso che è frutto della determinazione della sua progettista, che ha voluto seguire e controllare ogni minimo dettaglio, gestendo la complessità in prima persona. Dopo aver ricevuto l’incarico di trasformare la struttura portante abbandonata di una torre precedente mai finita, Odile Decq è partita da quello scheletro incompleto di calcestruzzo armato per realizzare un’opera a scala urbana, che fosse ben più di una torre. Ne è nata una visione che permea tutto il lotto di progetto e comprende un padiglione, un giardino, un ristorante a due piani disegnato su misura con grandi vetrate a onda a tutta altezza che affacciano sulla città, la torre e anche il piazzale pubblico antistante ad Antares, ridisegnato interamente da Decq. Con una ricerca incessante l’architetta ha rintracciato gli artigiani catalani e spagnoli, le aziende locali e non, per ogni singolo elemento del progetto che voleva realizzare: dai balconi in GRC sagomato alle vasche da bagno in resina, dalle librerie alle cucine su misura, dalla cantina dei vini in acciaio inox agli alti lampadari “mobili” del ristorante, dalle grandi vetrate motorizzate degli appartamenti ai parapetti in vetro curvo, dalle scale interne in resina alle maniglie e alle lampade. Ogni elemento è stato pensato, disegnato in modo coerente con il resto del progetto e poi realizzato di concerto con l’artigiano o l’azienda che Decq ha individuato. È stato affascinante sentirle raccontare come, anche laddove era partita scegliendo un prodotto a catalogo, è poi riuscita, dialogando con i tecnici dell’azienda che lo produceva, a modificarlo per renderlo coerente con il progetto Antares.

Scheda progetto
Architecture, concept, furniture, lighting: Odile Decq
Local executif architect on site: Fitarq
Client: Shaftesbury Asset Management
Year: 2021
Gross floor area: 18,715 mq
Levels: 27 above ground, 3 underground
Photos: Fernando Guerra, Roland Halbe, Carlos Allende

Arketipo 177, Complex Constructions, Ottobre 2024