Un edificio che ospita uffici e un centro di elaborazione dati completa la cortina edilizia di un isolato situato all’incrocio di tre assi urbani a Milano, un luogo privo di una forma e di un’identità prima dell’intervento di Giussaniarch. Roberto Giussani e Andrea Balestrero hanno realizzato un intervento in cui “una minima articolazione volumetrica stabilisce un momento di silenzio e astrazione rispetto alla sovrapposizione linguistica del contesto”: un frammento apparentemente neutrale con fronti opalini che restituisce un’uniformità delle prospettive grazie a un innovativo sistema di facciate filtranti, diventa un oggetto urbano dalla forza espressiva capace di risultare coerente con il contesto della zona sud-est di Milano. Restituisce un tracciato dove prima era assente e rimodula le proporzioni del costruito.

La concentrazione di uno spazio aperto in corrispondenza dell’ingresso fa sì che si crei un rapporto di continuità tra lo spazio della città e quello dell’edificio. Quello che contraddistingue l’intervento è il senso di compiutezza che si traduce in una compattezza esterna e in uno schema fluido e centralizzato di flussi all’interno. La modulazione del passaggio tra spazio pubblico e privato è stato uno dei temi principali del progetto con l'obiettivo di creare un rapporto di continuità tra lo spazio della città e quello dell’edificio.

Questo concept si traduce in un’apertura presente sui fronti, un varco sull’asse di via Deruta verso il Parco Lambro che crea una vera e propria piazza cittadina in cui la recinzione, in profili metallici, diventa un elemento di arredo urbano, estendendosi e abbassandosi a formare ampie sedute all’interno dell’open space d’ingresso.

“L’articolazione degli spazi aperti di pertinenza dell’edificio in ambiti chiari e definiti sia formalmente che funzionalmente consente di gestire al meglio il rapporto tra spazio urbano, interno dell’edificio e ambienti di servizio posti all’interno dell’isolato”, precisa Roberto Giussani. Dando la priorità alle dinamiche interne e al loro continuo fluire, il volume viene scavato per ospitare l’ingresso principale e avvolgerlo in un accogliente spazio aperto, una piccola corte che, “coerente con la tradizione milanese che vede preziose corti nascoste all’interno di palazzi diviene significativa alla scala urbana”, prosegue.

All’interno della corte, alla quota del piano terra, si apre un piccolo giardino realizzato sulla copertura dei volumi tecnici che prosegue idealmente l’asse urbano del sistema verde del Parco Lambro. Una leggera passerella metallica collega il giardino pensile agli uffici.

Il volume è organizzato intorno alla hall d’ingresso, uno spazio disegnato da rampe e ballatoi dalle sporgenze diversificate che costituisce il cuore dell’edificio, il punto di collegamento di ogni funzione presente, e si sviluppa in due “ali”. Il nucleo è collocato in posizione baricentrica rispetto alle ali per permettere la suddivisione degli spazi in moduli di superficie variabile a seconda delle esigenze delle diverse società che potranno avere sede all’interno. “Il progetto si concentra intorno al tema del vuoto, ovvero sull’efficacia di un dispositivo che, grazie all’economia di mezzi architettonici portata all’estremo, riesce a caratterizzare l’edificio attraverso un solo gesto di scavo”.

Data la semplicità della costruzione, è proprio il vuoto stesso che diventa il principale elemento in grado di caratterizzare l’edificio e distinguerne le varie parti. Se il passaggio dall’esterno all’interno dell’edificio si svolge in maniera graduale e continua, analogamente avviene la connessione tra i due blocchi funzionali in cui si articola la costruzione.

Il nucleo distributivo non è concepito come un elemento di giunzione che comporta interruzione dei flussi, e la stessa hall di ingresso, pur dotata di tutte le funzioni necessarie, è concepita come uno spazio che fa parte integrante dei percorsi distributivi, che non presentano interruzioni se non nei punti richiesti dalle esigenze dei controlli di sicurezza. Se l’omogeneità dei prospetti permette di ottenere un fronte continuo caratterizzato solo da sottili variazioni planimetriche lungo tutto il perimetro dell’isolato, nello stesso tempo, un’originale pavimentazione a motivi geometrici prosegue in continuità con la piazza urbana all’esterno nella hall interna a sancire l’appartenenza del volume all’intorno.

Giussaniarch
Una leggera passerella metallica permette il collegamento fra gli spazi all'interno e il giardino pensile

Il concept del progetto

Le scelte progettuali di Giussaniarch sono concepite muovendo dal principio ispiratore del vuoto, “di un edificio costruito intorno a uno scavo” specificano i progettisti, e vengono sviluppate in base a quattro concetti chiave, la flessibilità, l’ottimizzazione, la continuità e la caratterizzazione, che puntano a conciliare al meglio le esigenze della committenza con le caratteristiche del lotto di progetto e del contesto urbano in cui questo si inserisce.

La flessibilità trova la sua concretizzazione nella scelta di un sistema distributivo centrale in primis, ma anche nell’articolazione dei volumi, dove lo spessore del corpo di fabbrica consente di distribuire nella maniera più libera possibile spazi di lavoro e di servizio tra i diversi moduli, e nell’omogeneità dei fronti, che non lasciano trasparire le funzioni all’interno. Dirette conseguenze del primo, la continuità fra edificio e città e all’interno dell’edificio stesso, fra le due ali, esalta la funzionalità del complesso, e l’ottimizzazione nell’uso degli spazi da un lato e nell’organizzazione dei percorsi dall’altro lavora in funzione di un’economia volumetrica, di costi e di gestione del complesso.

Il risultato di questo approccio progettuale è un volume caratteristico e caratterizzante l’angolo di città in cui è inserito, che annovera al suo interno un’innovativa progettazione tecnologica affiancata da scelte di elementi di involucro standardizzati per poter soddisfare tutte le prestazioni richieste.

Facciate continue e modulanti

L’uniformità delle prospettive all’esterno è ottenuta grazie a un innovativo sistema di facciata filtrante a doppia membrana, capace di scambiare con l’esterno luce e viste a seconda delle esigenze dettate dal comfort termico e visivo. I fronti sono costituiti da una facciata interna, con finestre a nastro che alternano tamponamenti fissi con vetrate apribili, e una pelle esterna, una superficie compatta realizzata da lastre di vetro serigrafato che si orientano automaticamente in base all’incidenza della luce solare per ottimizzare le condizioni di illuminazione e riscaldamento interne. L’intero sviluppo delle facciate è schermato con questo sistema selettivo che permette la massima libertà di gestione degli spazi e delle aperture interne.

A seconda dell’incidenza dei raggi solari sui fronti i pannelli si orientano in modo da filtrare la luce creando condizioni di comfort ottimali e riducendo il fabbisogno energetico per il raffrescamento. Il filtro tecnologico continuo sovrapposto alla facciata assolve, oltre a quella di schermatura dei raggi solari richiesta dalla normativa, una funzione estetica consentendo, al contempo, la massima standardizzazione ed economicità degli elementi costruttivi e tecnici impiegati per la realizzazione della parete perimetrale retrostante. Il rivestimento, inoltre, prosegue per un piano oltre la copertura in modo da nascondere completamente il sistema degli impianti che può essere così articolato in modo più funzionale su tutta la superficie disponibile del tetto.

Scheda progetto
Client: Mediobanca Innovation Services
Area: 4,960 m2
Contributors: Giussaniarch: Eugenio Feresin, Michele Nebuloni, Costanza Ronchi
Lighting design: Rossi Bianchi Lighting Design
Greenery design: Stefano Baccari
Executive structural design and construction supervision: Simete - ing. Stefano Dalmasso
System design: Prodim - ing. Matteo Bo
Fire-fighting: Studio Progess - ing. Giuseppe Amaro
Security Coordination: M+ Associati
Contractor: Itinera spa
Facade construction: Stahlbau Pichler
Photos: Andrea Martiradonna