Realtà virtuale – Il noto sito può essere sfruttato come vetrina e strumento di marketing. Il layout della sede deve rispecchiare la realtà

Immaginate un ufficio di 200 metri quadri solo per voi, immaginatelo con un attico magari per intrattenere i clienti in attesa, immaginatevi all'interno i mobili esclusivi che avevate ammirato su una rivista specializzata. Fate volare la fantasia dove non ha mai osato spingersi ed entrate in www.secondlife.com.
In questo ambito non è interessante puntare l'attenzione su tutte le cose, peraltro innumerevoli, che si possono fare in questo paese dei balocchi del nuovo millennio, bensì su quelle che riguardano la possibilità di potersi costruire, a proprio piacimento, una casa, un negozio, una qualsiasi attività e quindi anche un ufficio.
Visitando tutta l'isola si decide in quale “land” si vuole passare il resto della propria seconda vita: c'è la land di Gabetti, Apple, Sony, Sun Microsystems, Intel, Toyota, Nissan, Ibm, Adidas, Nike, Cisco, tutte realtà che hanno aperto una sede, un ufficio, un negozio.
Come per gli uffici nella vita reale, è necessario scegliere la collocazione migliore, quella cioè più confacente all'attività: per esempio, un'azienda essenzialmente italiana, che non ha pretese di internazionalizzazione del proprio marchio sicuramente non sceglierà una land straniera, viceversa se vuole espandere la propria fama sceglierà una delle land più frequentate.

Attenzione al layout
Poi ci si può sbizzarrire come si vuole, nella scelta della disposizione degli spazi, dell'arredamento, dei colori, sebbene sia assolutamente necessario per una questione di comunicazione istituzionale integrata, che il layout degli uffici su Second Life riprenda quello della vita reale, in modo tale da ottenere una sorta di identificazione, di riconoscibilità, da parte di coloro che conoscono già l'azienda. Per esempio, Gabetti e Gmpr Group riprendono stile e colori della sede reale.
Grazie al fatto che gli spazi sono infiniti, sia per quanto riguarda l'altezza che la larghezza, spesso gli uffici virtuali prediligono gli open space con grandi scale interne, o scivoli, perché gli avatar possono teletrasportarsi da una parte all'altra dello stabile in pochi secondi. Ogni dipendente può avere il proprio ufficio, con la propria sala d'attesa, un tavolo per le riunioni, il frigobar e una vetrata che dà sulla strada o sul mare che circonda tutta l'isola di Second Life.
Su Second Life la maggior parte degli stabili ha delle vetrate immense, che si alternano a cartelloni giganteschi appesi sulle pareti: Gabetti ha realizzato gigantografie degli annunci immobiliari del momento che ha collocato su un'enorme bacheca all'esterno del suo ufficio.
Sicuramente è d'obbligo citare Herman Miller, nel cui showroom si realizza uno dei tanti paradossi a cui ha portato la creazione di questa realtà virtuale: qui come in altri è possibile provare le sedie, toccare “con mano” tutti i complementi d'arredo per fare la scelta migliore.

Uno strumento di marketing
I guru del Web 2.0 asseriscono da tempo che avere una sede in una Land di Second Life diventerà un must per le aziende (ma c'è chi fa notare come la “moda” si stia raffreddando), anche perché su Second Life è possibile dare a chi visita l'ufficio una sorta di biglietto da visita col proprio indirizzo Web.
Essendo vetrina per le aziende, Second Life può essere considerato anche nuovo canale di distribuzione, anche se la targetizzazione dei clienti diventa estremamente difficile, se non impossibile: il pubblico di Second Life è molto vasto e trasversale. Tuttavia l'acquisto nella realtà virtuale costituisce senz'altro il passo preliminare che potrebbe sfociare nell'acquisto nella vita reale.
La visita allo showroom di Herman Miller, per esempio, o al negozio di Steelcase (nell'immagine) può creare nella mente dell'internauta un ricordo di quell'azienda che si troverà avvantaggiata, rispetto alle altre marche, per un eventuale acquisto reale.