Architettura – Il volume dell'edicio appare frastagliato, e presenta soluzioni distributive e affacci personalizzati

Il concetto base su cui si radica la progettazione della Villa Urbana Domus Radicalis è una fusione di consapevoli convinzioni razionaliste e rigorosi studi sul tema dell'abitazione moderna. Se i richiami alle dottrine del movimento moderno sono sostanzialmente inequivocabili, merita qualche riflessione la nozione di modernità, sempre più strettamente legata all'ideale di efficienza energetica (soprattutto in un'area pioniera della tematica come quella bolzanina). Risulta non sempre immediato poter coniugare funzioni, prestazioni e fulgore estetico. I Metrogramma inventano, invece, un edificio che sottintende il risparmio energetico e che si mostra anche per la sua prorompente valenza estetica. Modernità, in questo intervento, diventa un binomio equilibrato di apparenza ed efficienza.

Un modello abitativo ragionato
Il manufatto si insedia in un lotto di forma irregolare, inserito in un'area sostanzialmente residenziale, all'estremità sud-ovest della città di Bolzano. Le Dolomiti in lontananza e un tessuto costruito di media densità rappresentano il contesto con il quale i progettisti hanno dovuto confrontarsi e relazionarsi. L'edificio appare come un blocco scultoreo ancora grezzo con una forma ancora in divenire. Nella realtà, la conformazione è definita con precisione ed è direttamente derivante da considerazioni distributive approfondite. Il modello abitativo si caratterizza per la complessità ragionata, ovvero, la progettazione di spazi differenziati e variegati. La modularità e la ripetitività dei condomini che connotano l'intorno e, in generale, le moderne città italiane ed europee, vengono disperse nella dimensione della Domus alla ricerca di una soluzione che personalizzi i tagli abitativi e le proprietà, preservando il senso della privacy e dell'individualità.

Un ambiente umanizzato
L'abbinamento di un comfort ambientale-energetico, ma anche psichico, che costituisce il leitmotiv concettuale del progetto, ha guidato i progettisti a un'espressione stilistica che coniuga un lessico costruttivo non comune con la consapevolezza dell'importanza dei dettagli. Nonostante la connotazione condominiale, ogni appartamento gode di soluzioni e di affacci personalizzati e studiati da veri “piantisti”; i 14 appartamenti di dimensioni variabili (dai 55 ai 110 m2) si dispongono su 5 livelli al di sopra del piano dei parcheggi. Lo studio planimetrico delle varie unità abitative si racchiude nella minimizzazione dei percorsi per i collegamenti, che diventano strettamente funzionali, ma anche nello sviluppo di prospettive visive volte a valorizzare le viste nelle direzioni delle logge e dei punti panoramici. Il risultato è una razionalità addolcita utile a umanizzare l'ambiente domestico, che in alcuni casi elude una filosofia prettamente pratica, mentre in altri può apparire perfino contraddittoria. Al piano terra sono stati progettati due grandi alloggi con giardino privato; nei piani intermedi trovano spazio appartamenti a loggia di dimensioni variabili, mentre suggestivi attici, con giardino pensile collocato in copertura (e fruibile solamente attraverso una scala a chiocciola che, dall'interno di ogni singola unità, raggiunge la sommità), chiudono l'edificio in altezza.

Un alternarsi di pieni e vuoti
La scelta progettuale e la conformazione del lotto rispetto alle strade di accesso hanno portato i progettisti a optare per la disposizione dei collegamenti verticali (scala e rampa per i garage) sul fronte nord; il fronte sud, affaccio assai importante per situazioni caratterizzate da climi tempe0rati freddi come quella in oggetto, è stato lasciato libero da impedimenti e risulta totalmente utilizzabile (grazie a logge e terrazzi) per lo sfruttamento dei guadagni solari. La diversità complessiva è arricchita da un'eterogeneità tridimensionale; la dinamicità distintiva del costruito è dettata dall'utilizzo di logge e dall'instabilità delle relazioni tra spazi interni ed esterni che creano una rarefazione della massa architettonica, in parte squilibrata. L'effetto ottenuto è una sfumatura dei confini dell'edificio nell'ambiente circostante. L'unicità e l'irripetibilità dell'oggetto è data dallo studio di pieni e vuoti, che si fondano non solo su istinti compositivi, ma anche su considerazioni tecniche di efficienza energetica. L'estrema varietà dei prospetti (superfetazioni e aggetti, logge e nicchie) è stata generata tenendo conto dei concetti base di una progettazione sostenibile. La complessità geometrica dei fronti farebbe di primo acchito pensare a un rapporto superficie/volume che penalizzi fortemente il bilancio energetico globale dell'edificio.

L'attenzione per i dettagli
A un'attenta analisi, però, è possibile evidenziare come, di fatto, gli spazi che creano le variazioni sono in realtà esclusivamente non riscaldati. Se si scolpisse l'edificio, depurandolo degli “elementi freddi”, si potrebbe ricondurre la porzione calda a un volume semplice dato dall'intersezione di due parallelepipedi verticali (scelta suggerita anche dalla forma del lotto). Nonostante ciò, l'ispirazione dichiarata alle teorie di Adalberto Libera è evidente se considerata nelle giustapposizioni e compenetrazioni apparenti di volumi standard (parallelepipedi) che configurano, però, un assetto globale ricco di spunti e dettagli singolari. La perfetta corrispondenza tra geometria progettuale e costruzione trova espressione nella trama organizzatrice semplice e lineare composta dai sistemi strutturale e impiantistico, nascosti solamente da una pelle di forma profondamente irregolare. L'edificio non è stato concepito per ottenere prestazioni energetiche di punta: l'obiettivo era, infatti, l'ottenimento della certificazione Casaclima classe C, requisito minimo per la Provincia di Bolzano.


*Foto di Daniel Bellini, Filippo Romano e Enzo Fontana

Foto  Filippo Romano e Enzo Fontana