Urbanistica – Lo studio Archea disegna la Torre delle Arti: un edificio scultureo di 94 metri che unisce solidità e dinamismo

Il gruppo finanziario australiano Babcock & Brown, dopo aver ottenuto i necessari permessi per la costruzione, ha indetto una consultazione tra diversi studi italiani per un nuovo edificio a Milano. La scelta si è orientata sul progetto dello studio Archea: la proposta, secondo la committenza, è la soluzione che meglio esprime la dialettica tra contemporaneità e tradizione.

La Torre delle Arti è un corpo variamente articolato in altezza, con grandi scanalature intermedie per accentuare e slanciare la sagoma dell'edificio, che viene così concepito come interpolazione - si potrebbe addirittura pensare ad una sorta di morphing - tra la variegata sezione della Torre Velasca e le fenditure verticali del grattacielo Pirelli. Il progetto coincide con una figura scultorea in grado di rompere l'aspetto monolitico della cortina edilizia precedente, individuando, oltre un landmark per l'intero quartiere, una nuova disposizione degli spazi a terra, con una strada che si addentra con una piccola piazza all'interno della torre.

Per quanto riguarda la struttura funzionale, il complesso prevede quattro piani di parcheggi interrati, per un totale di 300 posti auto. Lo sviluppo in altezza comprenderà un piano terra con funzioni miste (commerciali e residenziali), 22 livelli di appartamenti, un ristorante e terrazze sul tetto, per un'altezza complessiva di 94 metri.
I rivestimenti saranno di pietra, mentre la superficie caratterizzata dalle scanalature sarà in cotto rivestito in lamina di oro giallo a 24 carati, in modo da rendere lucenti le fenditure (e quindi percepibili anche nella penombra notturna).
Il tetto di due delle quattro torri in cui appare suddiviso il corpo principale, ospiterà uno spazio verde dove sarà piantato un grande leccio con altre piante, secondo la tradizione dei giardini pensili milanesi.

Gli alloggi sono caratterizzati da un sistema continuo di logge, che filtra la luce proteggendo le grandi aperture a vetro degli appartamenti: una sorta di “doppia pelle” che consentirà di schermare le facciate garantendo anche un considerevole risparmio energetico.
L'edificio sarà dotato di un avanzato sistema di controllo e gestione illuminotecnica, la visibilità notturna sarà garantita da una fotocellula crepuscolare che farà accendere i punti luce esterni, mentre un software di gestione del colore influirà sui cromatismi dei prospetti in relazione alle variazioni stagionali della luce. Il progetto prevede inoltre la collaborazione di artisti, architetti, fotografi e designer contemporanei per arricchire il valore complessivo dell'opera.