Il “breathing building” (palazzo che respira) progettato da Dante Benini è un nuovo segno urbano in via Torino nel centro storico di Milano, un edificio imponente, dall'architettura peculiare: una facciata mutevole e dinamica con colori morbidi e scintillanti. Il più grande Geox Shop al mondo, portabandiera del marchio calzaturiero non solo per le dimensioni ma anche per il rivoluzionario concetto di vendita. Via Torino è uno dei principali assi su cui si è sviluppata la maglia radiale del capoluogo lombardo. Il progetto ha voluto valorizzare non solo l'edificio, ma anche tutto il tratto della via, ponendosi come un nuovo riferimento, riconoscibile ma non sovrastante.
Una facciata traspirante
La proposta è stata di creare, su tutta la facciata, uno scenario sempre mutevole e dinamico, ripresentando i colori delle stagioni. La necessità di risolverne i problemi di Milano, come l'inquinamento, il traffico e la cementificazione, ha ispirato l'idea di associare la superficie del fabbricato a quella delle foglie autunnali. L'insieme ha tracciato un'immagine vibrante e di forte impatto emotivo. Il progetto ha previsto la demolizione di tutto l'involucro architettonico preesistente, preservando solamente la struttura di cemento armato.
La nuova facciata è stata costruita con tecniche a secco, prevedendo un'intelaiatura in carpenteria metallica per supportare sia i serramenti sia le superfici murarie. L'involucro è stato rivestito di pannelli di acquapanel, oltre all'isolamento “traspirante” in lana minerale.
Contro l'inquinamento
Questa tecnica ha permesso tempi di lavoro e costi contenuti se confrontati con le opere tradizionali.
L'intonaco fotocatalitico, a base di biossido di titanio, possiede proprietà chimiche tali da permettere la trasformazione degli agenti inquinanti presenti nell'aria in polvere e quindi lasciare la facciata pulita per un tempo superiore alla media.
La seconda pelle traspirante è una schermatura dalla tripla funzione: filtro solare, correttore ottico e scambiatore termico. I pannelli in lamiera microforata svolgono la prima funzione tramite un dispositivo elettrico computerizzato, che permette d'interagire individualmente con la schermatura scegliendo l'opportuna inclinazione del pannello. La micro foratura permette, inoltre, un cambiamento percettivo dell'oggetto secondo la distanza d'osservazione. La superficie è completamente opaca se osservata da distante. All'interno dell'edificio, invece, il pannello diventa trasparente come una tenda.
Giochi di luce
Con i pannelli in configurazione completamente chiusa, le correnti che s'incanalano attraverso le griglie metalliche, creano una lama d'aria ascensionale, migliorando quindi il rinfresco estivo mentre nei periodi invernali le stesse aumentano l'inerzia termica dell'involucro.
La facciata non è una semplice composizione architettonica ma una vera tecnologia basata su principi naturali a basso impatto ambientale. Le scelte sull'illuminazione hanno cercato di esaltare il progetto ricorrendo a un gioco scenografico simile a quello realizzabile con il tulle teatrale: se illuminato dal davanti, rivela la sua presenza e nasconde quanto è posto dietro, mentre se illuminato posteriormente, “scompare” e mostra, in una trasparenza un po' offuscata, quanto è posto in secondo piano. In questo caso, si è pensato a due tipi d'illuminazione. Una esterna, che “bagna” di luce l'involucro di pannelli microforati accentuandone i colori autunnali. Un'altra, interna, che illumina la vera parete esterna dell'edificio, donando alla pelle metallica la trasparenza di un velo.