alberghi – Lo Juvet Landscape Hotel, progetto dello studio Jensen & Skodvin, rientra in quello che potremmo defi nire l'alveo della migliore tradizione architettonica scandinava.

Lo Juvet Landscape Hotel sorge a Valldal, località vicina alla città di Åndalsnes, famosa per la suggestiva gola di Gudbrandsjuvet, importante attrazione turistica nel nordovest della Norvegia. L'hotel è posto all'interno di una boscaglia prospiciente il corso del fiume ed è un progetto che, per quanto contenuto in termini dimensionali, consente di evidenziare una serie di questioni di grande importanza dal punto di vista metodologico. La prima, e forse più interessante, riguarda da vicino l'uso del suolo. L'architettura è infatti per propria natura atto che trasforma un luogo naturale, spesso in maniera radicale. Il progetto per lo Juvet  Landscape Hotel è stato invece sviluppato secondo una strategia che evita tutte le azioni che irreversibilmente altererebbero i caratteri topografici del luogo, lavorando sull'aggiunta di elementi e figure "leggere" che si adeguano, e anzi si plasmano, su queste particolarità. Così è nata l'idea di distribuire le camere nel paesaggio in forma di corpi autonomi. Il disegno che ne è scaturito evidenzia una sensibilità e attenzione al contesto naturale, anche nei suoi elementi puntuali come gli alberi e gli agglomerati rocciosi, che è il chiaro frutto di una non comune capacità di ascolto dei luoghi. Tutto ciò si traduce, in termini pratici, in una totale mancanza di vere e proprie opere di fondazione che rendono le piccole architetture "ospiti" dei luoghi, poiché pienamente reversibili. Le singole unità abitative sono sempre composte da tre elementi funzionali: il nucleo bagno, il nucleo letto-alcova, la zona soggiorno, assemblate secondo piccole ma signifi cative variazioni che nascono dalla lettura dell'orografi a, della consistenza del terreno e delle alberature. Ogni unità è poi caratterizzata da almeno una parete totalmente vetrata che si pone come fulcro visivo dello spazio di soggiorno.

Composizione di un paesaggio
Attualmente l'albergo, che ha in un vecchio casolare i servizi comuni e in un nuovo piccolo volume una splendida sauna, è costituito da sette unità residenziali cui, in futuro, si prevede di aggiungerne altre ventuno. I padiglioni distribuiti nella boscaglia si dispongono secondo una sapiente regia, che costruisce un'idea di agglomerato in cui l'autonomia e libertà del singolo corpo non è inficiata da regole fondative apparenti. Si  percepisce il disegno del complesso come quasi naturale, mentre invece è oculatamente studiato per far sì che ogni unità possa godere di un proprio personale affaccio sul paesaggio, senza introspezioni dirette tra differenti residenze. I singoli padiglioni sono stati pensati come residenze estive e come tali non hanno comportato particolari attenzioni in termini  d'isolamento. L'ancoraggio al suolo di ciascuna unità è costituito da una serie di barre di acciaio (Ø 40mm) infisse nella roccia granitica che costituisce il sedime dell'intervento. Ciascun padiglione ha una struttura principale verticale in lamellare massiccio da 100mm di abete rosso, rivestita esternamente da listelli di pino a sezione quadrata (48x48mm), montati su traversi (23x48mm) a loro volta connessi a montanti in legno (13x48mm). Tutto l'involucro è verniciato con solfato di ferro che ha rapidamente donato al legno un'interessante patina argentea tipica del materiale consumato dalle intemperie. Il solaio di calpestio è costituito da una struttura in lamellare massiccio di abete rosso 51 gennaio - marzo 2011 da 120mm, rivestita internamente in moquette di lana in una tonalità marrone scuro, isolata sull'estradosso con uno strato   termoisolante in schiuma rigida da 100mm e finita con pannelli in fibrocemento da 13mm. La continuità strutturale sulle pareti totalmente vetrate è garantita da un sistema di tubolari verticali in acciaio Ø 50mm.

Dettagli di caratterizzazione architettonica
È nell'attenzione per le piccole cose che si colgono le grandi qualità di questo intervento, interamente giocato sull'essenzialità dei volumi e la sostanziale monomatericità degli involucri.  Alcuni esempi: il sistema di defl usso delle acque meteoriche viene risolto con un'incisione nell'involucro esterno in quadrelli di pino nel quale s'inserisce una lamiera di acciaio a U che  genera una piccola vibrazione chiaroscurale sulla superfi cie esterna, come una decorazione incisa con il grigio dell'involucro di legno. Anche dalla caratterizzazione degli ambienti emerge una grande attenzione per il dettaglio. Ne è un esempio il trattamento omogeneizzante con oli trasparenti, additivati con pigmenti scuri, di tutte le superfi ci interne in modo da ridurre i rifl essi sui piani delle pareti in vetro. Un'operazione apparentemente di poca importanza che invece riduce al minimo l'effetto di limite che la presenza dell'infi sso produce su chi abita gli spazi, rafforzando la percezione dirompente  dell'ambiente naturale in piena luce, osservato da uno spazio compresso dal carattere matericamente accogliente e avvolgente. Tutto ruota intorno alle grandi vetrate e al paesaggio che esse incorniciano. Gli involucri interni sono invece resi omogenei attraverso l'uso di colorazioni scure che amalgamano superfi ci e piccole attrezzature di arredo fi sse, che disegnano le pareti in ciascuna unità.


scheda progetto

Committente: Knut Slinning

Progettista: Jensen & Skodvin Architects

Progetto strutture: Ing. Finn Erik Nilsen

Fotografo: studio Jensen & Skodvin