approfondimento – Anche AIPPEG -Associazione Italiana Produttori Pannelli ed Elementi Grecati- partecipa alla protesta contro Decreto Legislativo in materia di rinnovabili approvato dal Consiglio dei Ministri del 3 marzo scorso.

AIPPEG partecipa alla generale reazione di protesta per i contenuti, i tempi e le modalità del Decreto Legislativo in materia di rinnovabili approvato dal Consiglio dei Ministri del 3 marzo scorso e appena firmato dal Presidente della Repubblica, provvedimento totalmente ignaro (o indifferente) in merito alle dinamiche ed alle tempistiche del settore.

AIPPEG ritiene infatti assolutamente grave un Decreto che cambia in corso d'opera le regole e il sistema incentivante stabilito con il terzo Conto Energia solo nell'Agosto 2010, e valuterà di aderire ad ogni iniziativa volta a cercare di modificare la decisione del Governo.

Questa decisione, infatti, compromette seriamente l'intero settore apportando gravi conseguenze agli operatori interessati, oltre che a depauperare il contenuto industriale nazionale e la funzionalità gestionale in termini di equilibrio energetico. Sono particolarmente interessate al provvedimento le categorie dei produttori, costruttori e istituti bancari che hanno effettuato in buona fede importanti investimenti e pianificato il prossimo triennio lavorativo.

Con inaccettabile leggerezza e senza alcun preavviso (né previsioni di un periodo "cuscinetto"), questa modifica impatta drammaticamente su un settore di cruciale importanza per lo sviluppo economico del Paese, lasciando gli operatori stessi senza riferimenti certi in mercati ad alta densità di capitali.
Questi tagli infatti puniscono fortemente, oltre all'ambiente, l'economia e l'attività industriale del Paese,  mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro sia nello specifico settore che nel suo indotto e deprimendo uno dei pochi comparti in crescita e con prospettive di sviluppo.

AIPPEG è certamente favorevole alla regolamentazione del settore in una ottica di efficienza generale, ma ritiene che il provvedimento adottato sia di fatto un disimpegno dell'Italia dalla green economy, con gravi conseguenze in termini ambientali, occupazionali e di rispetto degli impegni assunti in sede europea.

Chiede pertanto che il Governo riesamini il provvedimento, restituendo concreto supporto al settore delle rinnovabili in una ottica di medio-lungo periodo.