energia24 – Secondo lo studio del Politecnico di Milano, nel 2013 la nuova potenza installata nella Penisola sarà compresa tra 1,5 e i 2,2 GW.

Il tempo dell'incentivazione e dalla crescita a doppia cifra è definitivamente tramontato per il fotovoltaico italiano che, però, potrebbe arrivare nei prossimi anni senza eccessivi patemi alla grid parity, se potrà continuare a godere del sostegno di un sistema di detrazioni fiscali e di normative ad hoc. È questa la principale conclusione del Solar Energy Report 2013 realizzato dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. I numeri di partenza sono quelli del 2012 che, in confronto al 2011, sono impietosi: lo scorso anno si è chiuso con circa 3,5 GW di nuova potenza installata, un dato che equivale a un -73% nel numero degli impianti entrati in esercizio, percentuale che diventa un po' meno catastrofica se si considera la nuova potenza effettivamente installata (- 39% ), visto che il 2011 era stato influenzato dall'onda lunga del Salva Alcoa.

A soffrire particolarmente sono state le installazioni nel segmento industriale e commerciale (-50%), ancora di più le centrali di grande taglia che sono praticamente scomparse (-92%), mentre il comparto residenziale (-13%) ha sostanzialmente tenuto. Questo calo differenziato, ovviamente, è il risultato del quinto Conto energia, che ha tagliato in misura consistente le tariffe per i grandi impianti, assoggettati tra l'altro al complicato meccanismo del Registro. Così, per la prima volta dal 2009, nel 2012 le taglie residenziali e industriali hanno contato per più del 50% dell'installato annuo; inoltre, la taglia media della nuova potenza connessa alla rete è stata pari a 24,6 kW, meno della metà rispetto ai 54,2 kW del 2011. Un fotovoltaico, insomma, più piccolo e più a misura di generazione distribuita che, giocoforza, ha visto dati economici più ridotti: il giro d'affari complessivo del mercato è sceso del 58%, passando dai quasi 15 miliardi del 2011 ai 6,2 miliardi del 2012, con la perdita del 22% degli addetti diretti della filiera. Alle imprese nazionali, comunque, è rimasto in tasca circa il 46% di questa torta, molto di più rispetto al 2011 (circa il 30%), a causa dell'addio al mercato nazionale di alcuni operatori esteri, ma anche perché i piccoli impianti tendono a valorizzare maggiormente gli operatori locali radicati sul territorio.

Tutte queste tendenze emerse nel 2012 sono destinate a diventare ancora più importanti nel 2013 e nei prossimi anni per effetto del cambiamento epocale che attende il fotovoltaico nazionale, ossia la fine dell'incentivazione diretta. Come recita l'implacabile contatore fotovoltaico del Gse, la spesa pubblica per il sostegno statale al fotovoltaico ha ormai toccato i 6,625 miliardi di euro,  a un'incollatura dalla soglia dei 6,7 miliardi di euro, una volta raggiunta la quale cesserà ogni forma di incentivazione per l'energia prodotta. Di fatto, secondo le stime dell'Energy & Strategy Group, questa quota sarà raggiunta al massimo entro luglio o, probabilmente, anche prima. Già dal secondo semestre 2013, insomma, si sarà in piena era post incentivi, ma non certo in una condizione di grid parity. Al momento, in assenza di qualunque tipo di incentivo, soltanto gli impianti industriali e le grandi installazioni al Sud sono in una condizione di parità con le fonti convenzionali.
Diverso, invece, è il discorso se si prende in considerazione le detrazioni fiscali per il fotovoltaico, su cui recentemente è arrivato il via libera dell'Agenzia delle entrate. Se si considera l'attuale livello del 50%, le taglie residenziali possono diventare un investimento sostenibile quasi ovunque, mentre con il 36% (che dovrebbe scattare definitivamente dal primo luglio) molti piccoli impianti al Nord sarebbero poco convenienti.

Per quanto riguarda, invece, gli impianti da qualche decina di kW, l'eventuale regolamentazione dei Sistemi efficienti di utenza (Seu) abiliterebbe un modello di massimizzazione dell'autoconsumo tale da garantire la sostenibilità dell'investimento già nel corso del 2013 pressoché sull'intero territorio nazionale. Un po' di ottimismo arriva dall'analisi delle prospettive al 2015: il costo chiavi in mano dovrebbe ridursi di circa il 20% rispetto a oggi,  assicurerando così la grid parity senza sussidi a buona parte degli impianti industriali e di grande taglia, grazie allo sfruttamento dell'autoconsumo. Il residenziale, invece, sarebbe sostanzialmente dipendente dalle detrazioni fiscali. Un mercato di questo tipo, comunque, è ben lontano dai numeri altisonanti del recente passato: per il 2013 la stima è di 1,5 GW di nuova potenza installata, che potrebbero diventare 2,2 se le detrazioni del 50% fossero estese anche al secondo semestre e venissero approvate le normative per la regolamentazione dei Sistemi efficienti d'utenza (Seu). In mancanza di interventi di questo tipo, invece, la stima per il 2014 è di soli 900 MW. In questo contesto non particolarmente esaltante, un'ancora di salvezza per le imprese del fotovoltaico potrebbe essere rappresentata dalle attività di operation & mainteinance degli impianti già in funzione, che potrebbero interessare - secondo le stime del Politecnico - ben cinque GW di installato nel 2013 e altri due GW nel 2014, anche per effetto della scadenza di molti contratti biennali di assistenza delle centrali entrate in funzione tra il 2009 e il 2010.