I carichi termici stimati sono pari a 1,5 MW durante la stagione estiva e 1,6 MW durante la stagione invernale. La superficie totale dell’edificio è pari a 17.500 m2, le parti trasparenti di involucro sono 10.200 m2, la piazza interna occupa 2.200 m2, i posti auto coperti sono 146 e sono presenti torrette per la ricarica di vetture elettriche, i posti biciclette sono 40, i piani fuori terra sono 10 e 5 sono i piani interrati, la superficie destinata a terrazzo (con 2 terrazze panoramiche) è di 1.200 mm2, 2 sono gli accessi carrabili. Dopo 201 giorni sono iniziate le opere di demolizione e dopo 300 giorni ha avuto inizio la posa in opera del sistema di facciata; poco più di 790 giorni per la progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione, il collaudo e l’inaugurazione. Questi sono i numeri che identificano il rifacimento del centro direzionale di via Montegrappa 3 a Milano, oggi di proprietà Antirion SGR. L’edificio, sede del nuovo quartier generale di Amazon, leggero e quasi immateriale, connota, così come in passato, una porzione di Milano in piena trasformazione, viva e capace di proporre nuovi paradigmi per l’architettura e nuovi modelli di sviluppo. Qui passato e presente si combinano dando origine a un nuovo equilibrio. Qui tutto è contemporaneità. Il confronto con alcune architetture contemporanee dove la forma complessa domina su tutto, dove il gesto deve essere eclatante per “stupire” è inevitabile; il nuovo edificio realizzato in via Montegrappa è esattamente il contrario: a stupire è la semplicità della forma (una geometria pura), il rispetto per il contesto, la ricerca della trasparenza e l’esaltazione della luce. Armonia e continuità sembrano essere state le parole chiave nello sviluppo e nella messa a punto del progetto: nessuna barriera, nessuna interruzione visiva, nessuna ostentazione e nessun eccesso, guardo dentro e guardo attraverso. A cantiere ultimato, quello che stupisce camminando per le vie che delimitano l’isolato, è la sensazione di maggior luminanza e di dilatazione dello spazio rispetto alla configurazione precedente. La riduzione al minimo delle porzioni opache in facciata, l’uso di vetro extra chiaro, l’impiego di pinne con funzione di schermatura solare leggermente riflettenti (con riflettanza controllata per evitare fenomeni di abbagliamento), la permeabilità visiva (in profondità) in corrispondenza dell’attacco a terra, l’uso del verde per generare continuità tra interno ed esterno, il trattamento della struttura portante lasciata a vista e colorata di bianco e la demolizione di alcune parti dell’edificio preesistente sono alcune delle strategie adottate per generare ed esaltare questa sensazione.

La complessità è presente, ma è da ricercarsi altrove ed è anche questo il valore del progetto: nella tecnologia dei sistemi edilizi e impiantistici e nella loro integrazione nel modello di funzionamento per ridurre il fabbisogno energetico per la climatizzazione (estiva e invernale) e l’illuminazione e per garantire elevati livelli di comfort, nello sviluppo di un edificio innovativo, facilmente riconvertibile, flessibile nell’uso e dotato di una dorsale impiantistica implementabile e ispezionabile, nella gestione del processo edilizio (progettazione, costruzione, collaudo e manutenzione) e nel coordinamento delle competenze, degli specialismi e delle risorse, nella gestione del cantiere (gestione degli approvvigionamenti, dei tempi, delle polveri e del rumore) in un’area/snodo importante per la città di Milano (il lotto è delimitato da due importanti arterie stradali ed è ad alta densità residenziale). Da una parte, quindi, il confronto con una realtà in continua trasformazione, basta pensare al nuovo edificio della Fondazione Feltrinelli, alla Torre Solaria, al Bosco Verticale, alla Torre Diamante, alla Torre UniCredit e a tutto il quartiere Porta Nuova; dall’altra una grande sfida, ossia la rigenerazione di un edificio (ex sede della Tecnimont, società leader nel campo dell’ingegneria delle costruzioni) che a partire dagli anni ’70 è stato icona e simbolo di Milano con la sua facciata scandita dalla presenza di una fitta maglia regolare di montanti di alluminio sagomati. Infine, la volontà di generare, come dichiarato da GBPA Architects, “un moderno immobile aperto, innovativo e performante al passo con le aspettative del 2020”. L’intervento contempla una parziale demolizione di uno dei fronti per dare spazio a una grande piazza interna caratterizzata dalla presenza di verde e coperta da una grande pensilina vetrata di circa 500 m2, il rifacimento dell’involucro, la rifunzionalizzazione delle coperture per accogliere la board room, un’ampia copertura trattata a verde e gli impianti per la trasformazione di energia (alloggiamento di pannelli solari/fotovoltaici), il completamento del corpo di collegamento tra i due principali edifici con l’implementazione dei cavedi destinati ai servizi tecnologici e agli impianti meccanici di sollevamento per garantire la massima fruibilità e collegabilità dei vari orizzontamenti. Il lay-out distributivo segue i principi di progetto propri degli edifici per uffici (dominanza di open-space e spazi destinati a riunioni di piccola e media taglia). L’edificio, in origine chiuso su se stesso, estende, a partire dal basamento fino in sommità, i propri confini di riferimento e diventa una occasione di riqualificazione urbana; non è più protetto da una corazza ma, al contrario, ora l’involucro lo rende “aperto” e “accogliente”.

 

OBIETTIVO: CERTIFICAZIONE LEED PLATINUM
I criteri definiti dal protocollo di certificazione ambientale LEED (Core and Shell) sono molteplici. In generale, la sostenibilità qui viene garantita attraverso un efficiente funzionamento dell’edificio dal punto di vista edilizio (involucro) e impiantistico, una scelta di materiali, prodotti e componenti a basso impatto ambientale, l’applicazione di un protocollo di gestione del cantiere orientata alla minimizzazione gli impatti (soprattutto in riferimento ai rifiuti) e la scelta di soluzioni progettuali e tecniche finalizzate al controllo (miglioramento) del comfort nello spazio confinato e alla sperimentazione di comportamenti virtuosi nell’uso dell’edificio. Nello specifico, le scelte operate che permettono il soddisfacimento del rating (obiettivo di progetto certificazione Gold e attualmente in corso attività di Commissioning per certificazione Platinum), riguardano i seguenti e principali key-points:
Consumi, fonti energetiche e impianti (produzione, distribuzione, regolazione e terminali)
• l’1% del fabbisogno energetico dell’edificio è garantito dall’impianto fotovoltaico collocato in copertura (4 punti per il credito delle fonti rinnovabili);
• il basso fabbisogno energetico dell’edificio è garantito dall’impiego di pompe di calore polivalenti aria-acqua e acqua-acqua alimentate con acqua di falda (9 punti per la moderazione dei consumi energetici);
• i fan-coils ai piani, con motore brushless e inverter, hanno un basso assorbimento elettrico;
• il controllo delle temperature (regolazione frazionata) è garantito dalla presenza di termostati diffusi ai piani (all’interno di ogni singolo modulo-ufficio) e dell’umidità all’interno delle unità di trattamento dell’aria primaria;
• le UTA sono dotate di inverter e recuperatore di calore, oltre a una batteria di pre- trattamento dell’aria, alimentata ad acqua di falda;
• il risparmio di acqua potabile l’irrigazione delle aree verdi, della rete duale e della vasca antincendio è garantita dall’acqua di falda di accumulo che non viene reimmessa nel sottosuolo;
• la produzione di acqua calda sanitaria avviene mediante boiler termoelettrici alimentati dalle unità polivalenti e le pompe di circolazione dell’acqua calda sanitaria sono dotate di inverter;
• il livello di illuminamento, oltre alla massimizzazione dell’impiego di luce naturale, viene garantito (quando sotto soglia) mediante l’impiego di apparecchi LED, con luci diffuse e controllo dei livelli di illuminamento sul piano di lavoro mediante Task light;
• l’impianto di illuminazione garantisce un controllo individuale per almeno il 90% degli occupanti (intensità luminosa in funzione delle esigenze del singolo utente);
Una Commissioning Authority controlla il sistema impiantistico, sia in fase di costruzione che in fase di occupazione.

EFFICIENTAMENTO DELL'INVOLUCRO EDILIZIO
Le superfici trasparenti sono realizzate con un sistema di facciata a cellule altamente performanti (FS=0,27; Tvis=48,8%; U=1,15 W/m2K) e le parti opache dell’involucro prevedono un sistema a cappotto.

IMPATTO AMBIENTALE
• il 16% dei materiali di costruzione è composto da materiali e prodotti da costruzione estratti, raccolti o recuperati, nonché lavorati, entro un raggio di 800 km dal sito di costruzione;
• il legno di costruzione e arredo è FSC;
• i materiali di costruzione hanno un contenuto di riciclato pari all’11% rispetto al totale dei materiali utilizzati nel progetto;
• i rifiuti non pericolosi derivanti dalle attività di costruzione e demolizione del cantiere sono stati quasi interamente riciclati e/o recuperati (98%).

SOSTENIBILITÀ
• sono stati installati 42 portabiciclette collocati a una distanza inferiore a 200 m dall’entrata dell’edificio;
• nell’edificio sono presenti degli spogliatoi con 8 docce;
• 7 sono i parcheggi preferenziali per veicoli a bassa emissione e a carburante alternativo e con la predisposizione per le torrette elettriche di ricarica.

COMFORT PERSONALIZZATO
Il sistema impiantistico è strettamente correlato, nel modello di funzionamento, all’involucro edilizio. Si tratta di un sistema complesso, ibrido e flessibile, orientato al contenimento dei consumi (uso sia della fonte geotermica sia di quella aerotermica per la produzione dei fluidi caldo e freddo, uso di macchine di produzione a elevata efficienza e di sistemi utilizzatori con elevate efficienze di recupero), al mantenimento di elevate condizioni di comfort anche “personalizzate”, all’impiego di fonti rinnovabili e alla riduzione delle attività manutentive in fase di gestione (controllo del disservizio). Per il riscaldamento e il condizionamento dell’edificio sono state impiegate pompe di calore di tipo polivalente (sistema capace di produzione simultanea e indipendente dei fluidi caldi e freddi, sfruttando il recupero energetico sul fluido prodotto in potenzialità minore). La scelta del sistema impiantistico è stata dettata dalla variabilità dei carichi e dei fabbisogni termici in ambiente. Tale variabilità dipende sicuramente dal grado di affollamento ma, soprattutto, dal flusso energetico e luminoso che attraversa le superfici trasparenti (variabile in funzione del mese, del giorno e dell’ora e dipendente dalle condizioni di cielo, dall’orientamento della facciata e dall’ombreggiamento generato dalle ostruzioni circostanti). Le unità polivalenti consentono un recupero energetico con massimizzazione del rendimento globale di impianto e riduzione dei costi di gestione in esercizio. Inoltre, la logica di gestione delle macchine è stata sviluppata per dare priorità alla produzione mediante condensazione ad acqua o ad aria a seconda delle temperature esterne, al fine di migliorare la resa energetica degli impianti al variare delle condizioni climatiche. In ambiente, la climatizzazione è affidata a terminali idronici (fan coils canalizzati) caratterizzati da bassa rumorosità, bassi consumi elettrici e capacità di modulazione in continuo della potenza erogata. Per la diffusione dell’aria vengono utilizzati diffusori lineari ad alta induzione per massimizzare l’omogeneità delle condizioni termo-igrometriche, rispettando la modularità dell’edificio e garantendo la flessibilità interna degli spazi. Le UTA sono dimensionate per immettere in ambiente aria primaria a temperatura variabile in funzione delle temperature esterne (21 °C in inverno e 25 °C in estate). Tutte le macchine sono connesse al sistema BMS per la gestione da remoto (monitoraggio dei consumi).

IL NUOVO SISTEMA DI FACCIATA
Vetro e alluminio sono ancora i due elementi che costituiscono il sistema di facciata, ma le proporzioni e l’impatto visivo sono totalmente modificati. La partitura di alluminio lascia spazio al vetro che è sia specchiatura (con una maggiore estensione superficiale rispetto all’originale) sia sistema di controllo solare. La facciata continua esterna è costituita da un sistema a cellula (20 i moduli montati giornalmente, 1.550 i moduli totali, 120 i giorni complessivi per posare in opera la facciata). La cellula, che ha un’altezza pari a 3.600 mm e larghezza variabile (da 600 a 3.000 mm), ha una specchiatura costituita da un vetrocamera con un vetro stratificato verso l’interno (8+8 mm con interposto un layer di PBV) e un vetro singolo extra-chiaro (10 mm) verso l’esterno; in intercapedine (da 16 mm) argon. Mentre il controllo del flusso termico è demandato prevalentemente alla specchiatura (trasmittanza termica Ug=0,9 W/m2K), il controllo del flusso energetico è demandato agli aggetti verticali (in tutto 1.100 lesene) costituiti da una doppia lastra di vetro (10+10 mm con interposto layer PVB) serigrafata (vetro extra-chiaro temperato stratificato con densità della serigrafia pari al 50%). Il dimensionamento dell’aggetto (profondità pari a 40 cm), il trattamento superficiale del vetro della lesena (serigrafia) unitamente al fattore solare del vetro (g=0,27) concorrono alla riduzione degli apporti solari gratuiti nel periodo estivo. Il profilo costituente il telaio della cellula è di alluminio ed è stato rinforzato per portare sia il peso delle lesene opaline (con passo ed estensione in altezza variabili) sia il peso delle lesene di alluminio.

Scheda progetto
Progettazione architettonica, direzione artistica: GBPA Architects - Antonio Gioli, Federica De Leva
General coordination and project management, services and structural design, fire engineering, clerk of works and LEED certification: TEKNE Ingegneria
Committente: Antirion SGR
Localizzazione: Milano, Italy
Gruppo di progetto: Mara Brozzi, Nicola Borsato, Giulia Sovico, Giorgia Martinoli, Denis Zuffellato, Giovanni Bracchi, Milica Cudic
Coordinamento generale e direzione progetto, progetto impianti e strutture, progetto antincendio, direzione lavori, certificazione LEED: TEKNE Ingegneria - Giovanni F. Chiesa (direzione di progetto), Ascanio Colombo (responsabile di progetto), Michele D’Ambrosio (direzione lavori), Umberto Biscottini (progettista e direttore lavori strutture), Giulio Palumbo (direttore operativo impianti meccanici), Salvatore di Pietro (direttore operativo impianti elettrici), Laura Rusconi Clerici, Gloria Rozzini, Federica Rubettu (certificazione LEED)
Project manager cliente: Arup Milano
Computi, stime e capitolati, coordinamento della sicurezza: GAD Global Assistance Development
Associazione temporanea di imprese: Sercos - Alpiq
Facciate: Stahlbau Pichler
Pavimenti: New floor, Liuni
Rivestimenti bagni: Mirage Granito Ceramico
Lampade: ZG Lighting (Zumtobel)
Sanitari: Ceramica Catalano
Rubinetterie: Ceramica Dolomite
Porte: Garofoli
Porte tagliafuoco: Ninz
Controsoffitti: Profilsystem
Impianti meccanici: Shako Italia
Serramenti: Lineaser Serramenti
Strutture di ferro: OCML
Photos: Oskar Dariz, GBPA Architects

Arketipo 118, Architettura e Impianti, Gennaio 2018