Scambi – Il volume delle vendite è diminuito del 18% nei primi nove mesi dello scorso anno

Il terzo trimestre del 2009 ha registrato la fine della tendenza negativa che aveva colpito pesantemente l'interscambio lapideo italiano nei primi sei mesi dell'anno. Tuttavia, il bilancio complessivo rimane assai precario, con flessioni a due cifre sia delle spedizioni sia degli approvvigionamenti. In particolare, l'esportazione si è fermata a 2,7 milioni di tonnellate e 1,1 miliardi di euro, con diminuzioni del 17,9 e 21,3%, mentre l'import è sceso a 1,4 milioni di tonnellate e 300 milioni di euro, con decrementi del 34 e 29,7 per cento.

Storicamente, il settore era stato caratterizzato da variazioni contenute: questo ha ampliato l'effetto traumatico di una crisi così forte. Tuttavia, il valore medio per unità di prodotto, ha evidenziato una buona propensione alla difesa, con un calo nell'export di soli quattro punti, tanto più apprezzabile perché il mix spedito è cambiato a vantaggio dei grezzi, cioè dei materiali con minor valore aggiunto. Nell'import, invece, il prezzo medio è addirittura aumentato di quasi cinque punti, confermando la prevalenza di approvvigionamenti orientati alla qualità.

L'analisi delle vendite italiane per destinazioni mette in luce il crollo ormai consolidato di quelle verso gli Stati Uniti, primo mercato storico del lapideo italiano quanto a valore. Al contrario, la Germania, massimo acquirente in volume, ha accusato un calo conforme alla media, mentre altri clienti extra-europei hanno continuato a progredire, con particolare riguardo alla Cina, al Medio Oriente e ai Paesi dell'Africa mediterranea. Ciò dimostra che la crisi del marmo e del granito è notevolmente diversa secondo le aree geografiche; quindi le opportunità di ripresa non mancano.

I maggiori distretti dell'export sono rimasti quelli di Carrara e Verona; diversamente da quanto accaduto in precedenza, il consuntivo del comprensorio scaligero è stato peggiore, con un calo in valore del 26,7%, mentre quello di Carrara presenta una flessione limitata al 14,5 per cento. Su questa differenza ha influito in maniera decisiva la diversa composizione del ventaglio esportato e la maggiore incidenza dei blocchi di marmo bianco sulle spedizioni Apuane. Non a caso, la vendita dei grezzi calcarei è la sola a evidenziare una crescita anche nel bilancio nazionale complessivo, mentre il comparto che ha maggiormente sofferto è quello dei lavorati silicei.

Un motivo di preoccupazione deriva dal ristagno più accentuato del valore aggiunto in sede di export e, per quanto riguarda il mercato interno, dal calo maggiore delle importazioni, anche se questo fenomeno è stato reso più rilevante dalla naturale tendenza a contrarre le giacenze di magazzino. Quanto agli Stati Uniti, va detto che nello scorcio conclusivo dell'anno si sono colti i primi segnali di ripresa nell'attività edilizia e nelle compravendite immobiliari.
Il 2009 è destinato a presentare un consuntivo particolarmente difficile per l'industria lapidea italiana, quale non si vedeva da parecchi decenni. Tuttavia, come spesso accade, anche in una situazione così precaria non mancano potenzialità di ripresa e sviluppo, attraverso la difesa della qualità e la comunicazione promozionale nei mercati innovativi.