Barcellona è una città in crescita: capoluogo di una delle regioni economicamente più forti della Spagna, la Catalunya, è un importante porto commerciale e turistico, attrattivo per molte delle principali multinazionali tecnologiche, e ricco di iniziative dal basso - startup, attività commerciali indipendenti, eventi e convention. Il solco profondo lasciato dalla sua scalata verso la vetta, crea però, come per tutte le grandi città, situazioni marginali, che rimangono costantemente indietro. Si tratta, nell’ambito abitativo, di persone e famiglie in condizioni di speciale fragilità socioeconomica, che perdono la possibilità di pagare un affitto per la propria casa, o la cui situazione abitativa è sotto standard minimi di dignità. Per Barcellona, come per molte grandi città del mondo, questi sono i nuclei familiari che finiscono a vivere per strada - un passo che in molti casi rende ancor più difficile l’uscita dalle difficoltà iniziali. Nasce in tale contesto, seguendo l’esempio di Copenhagen, Londra, e Vancouver, l’iniziativa comunale per gli APROP: Alloggi PROvvisori di Prossimità. Sono edifici residenziali di piccole dimensioni, collocati in punti strategici nei quartieri in cui si rileva un particolare bisogno di abitazioni per il supporto di famiglie e persone in situazioni critiche. Viene dato a questi nuclei familiari la possibilità di ottenere un alloggio convenzionato, provvisorio, a cui giungono attraverso i servizi sociali. Oltre allo spazio abitativo di per sé, per rafforzare la natura provvisoria di questa soluzione, i servizi sociali affiancano le famiglie in un percorso formativo di reintroduzione alla vita civile aiutando gli adulti a trovare un lavoro, e i bambini a relazionarsi con coetanei e altre famiglie.

La permanenza dentro agli APROP viene prevista per durare non più di due anni, e non è gratuita. Poiché la vocazione di questi progetti sta nel salvare specialmente quei casi che si trovano a un passo dal rimanere senza fissa dimora, è fondamentale il ruolo del lavoro e dell’auto-sostentamento nel percorso di recupero sociale. La locazione viene quindi fatta corrispondere a circa il 20-30% degli ingressi delle famiglie, e i fondi raccolti servono a finanziare il mantenimento dell’edificio, oltre che le iniziative rivolte agli inquilini. L’aspetto sociale non è tuttavia l’unica ragione per cui gli APROP sono “provvisori”. Gli edifici stessi sono infatti pensati per essere impermanenti: ciascun APROP deve essere predisposto per essere ricollocato in un altro punto della città, secondo le esigenze, dopo un minimo di cinque anni. In qualsiasi collocazione, deve essere possibile ricostituire unità abitative autonome, flessibili in quanto a dimensioni per accogliere singoli individui così come famiglie numerose. Per questa ragione l’APROP di Ciutat Vella viene progettato da Straddle3 come una composizione di moduli volumetrici di facile trasporto e collocazione: container pre-lavorati in fabbrica, predisposti a contenere singoli appartamenti o unirsi in bilocali o trilocali. L'uso dei container navali non è una scelta estetica: sono infatti solo presi come materiale da costruzione economico ed ecologicamente efficiente, in quanto di riuso; l'aspetto è invece neutrale, anch'esso ottenuto da materiali a basso costo e basso impatto. Alla scelta dei container si accompagnano una serie di decisioni particolarmente efficaci dal punto di vista tecnologico e strutturale.

Dal punto di vista strutturale, anziché collocare i singoli volumi in una cornice d'acciaio, gli architetti di Straddle3 derivano dalle navi commerciali la soluzione che viene usata durante il trasporto per fissare i container tra loro - un sistema brevettato di nome TwistLock - poiché i container stessi sono autoportanti. Il telaio di sostegno può essere quindi ridotto al minimo, contenendo enormemente i costi totali dei materiali e della messa in opera. Inoltre, lo stesso sistema permette facile smontaggio e ricollocazione, come da requisito iniziale. Le parti di costruzione in opera sono dunque limitate al piano terra, in cui una sala polivalente viene dedicata al centro medico antistante, ai sistemi di risalita, al ballatoio di distribuzione, e alla facciata. Grazie alla prefabbricazione delle finiture interne dei moduli abitativi, i tempi di cantiere risultano finalmente contenutissimi: dodici settimane dall'inizio dell'opera all'inaugurazione. Una nota specifica va riservata alla collocazione. Come accennato, gli APROP sono edifici collocati in punti strategici, il più vicino possibile al luogo di origine delle persone che hanno bisogno di questi spazi. la Ciutat Vella è però un'area estremamente centrale, e, com'è facilmente intuibile, in una città densamente edificata il centro urbano di rado ha lotti di terreno immediatamente disponibili, e che il comune possa tranquillamente dedicare a edilizia sociale. Il proposito si intreccia quindi con un progetto di ricerca condotto da anni da alcuni membri di Straddle3 (ATRI.city), incentrato sulla città di Barcellona, ma pensato in senso universale. L'obiettivo della ricerca è identificare non-luoghi, aree dismesse, piccoli lotti di edifici demoliti e mai ricostruiti, spazi pubblici mal sfruttati, e ivi circoscrivere porzioni di territorio urbano che possano essere dedicate a iniziative residenziali dalla forte vocazione sociale, come gli APROP. La piazza in cui si collocano le residenze di Ciutat Vella era infatti uno spazio pubblico scarsamente valorizzato, in parte generato dalla cicatrice di un edificio demolito. Il progetto di Straddle3 si conferma allora come punto di sutura, ricongiungendo formalmente le facciate degli edifici adiacenti, e lasciando libero il piano terra per rispettare la superficie pubblica in cui si colloca e collegarsi allo spiazzo antistante. Il tema che si evince come fondante di questo progetto, è senza dubbio la coerenza d'insieme rivolta a una vocazione solidaria. Le scelte tecnologiche e tipologiche si piegano per adattarsi alla nobiltà dell'intento - prevalendo sulle controversie che la scelta dei container ha generato tra i vicini.

UNA TIPOLOGIA RIPETUTA
"L'edilizia pubblica dovrebbe essere un modello" dice David Juarez, tra i soci fondatori di Straddle3, "non ha senso espandere la città senza l'attenzione ecologica e sociale per generare senso di quartiere". Le polemiche che si sono raccolte attorno ad APROP sono impropriamente politiche: non dovrebbe appartenere a un colore o a uno schieramento la difesa dei diritti degli individui. Grazie al successo del primo progetto pilota in Ciutat Vella, che conta dodici unità abitative, è stato promosso dal comune di Barcellona un secondo blocco abitativo, da quaranta unità, nel quartiere di Glories. Gli inquilini dei due progetti sono per la maggior parte famiglie monoparentali: madri, a rischio di rimanere senza casa e quindi di perdere il diritto a crescere i propri figli. Le tipologie abitative consentite dai container sono ripetitive, e quindi semplici da prefabbricare. Uno dei due estremi del volume funge da ingresso, su un ballatoio di cemento armato a sua volta prefabbricato, a cui si accede dai blocchi di risalita costruiti in opera. Su quel lato si colloca un piccolo spazio living con cucina. Un bagno cieco divide l'area d'ingresso dalla stanza all'estremo opposto del container, dove si colloca il letto, e che si apre su un balcone.

Scheda progetto
Architects: Straddle3, Eulia Arkitektura, Yaiza Terré Estudi d’Arquitectura
Location: Carrer Nou de Sant Francesc, 10X, Ciutat Vella, 08002 Barcelona
Client: Ayuntamiento de Barcelona, Área de Derechos Sociales
Area: approx. 816 m2
Completion: 2019
Photos: Adrìa Goula, Carlo Maria Cattaneo

Arketipo 179, Collectives, Decembre 2024