Centri commerciali – L'entrata principale del Carrefour di Limbiate è costituita da un’imponente struttura interamente di legno lamellare e da una copertura di laminato in zinco-titanio

I nuovi luoghi della società contemporanea, postindustriale, digitale e basata sul consumo, fanno ormai parte del nostro panorama quotidiano: outlet, multisala, centri commerciali, centri bricolage, megastore e via dicendo. Succedanei della città, di cui a volte scimmiottano la forma, sono in realtà la sua antinomia, visto che si collocano ai margini dei perimetri urbani, in prossimità dei nodi viari, per intercettare quanti più avventori possibili. Per quanto riguarda l'architettura, troppo spesso questi contenitori sono dei “non luoghi”, e, quanto alle tecnologie costruttive, sono in gran parte prefabbricati ordinari. Questa premessa si rende necessaria perché il caso del Carrefour di Limbiate rappresenta una riuscita eccezione, che dimostra come anche un grande centro commerciale possa essere una buona occasione per fare architettura e innovazione tecnologica e, insieme, regalare un'esperienza qualificante all'utente e un miglior rapporto estetico e funzionale con il tessuto urbano e infrastrutturale circostante.

La vela e le due ali
Il Comune di Limbiate si trova nella cintura a nord di Milano (una delle aree più densamente abitate d'Italia) e la nuova struttura, inaugurata nel 2006, è, nel complesso, pari a 45.000 m2, con un ipermercato di 11.000 m2, una galleria di negozi di 19.000 m2 e circa 2000 posti auto. Il progetto di Aedis Architetti Associati sviluppa, nelle fasi definitive ed esecutive, un concept che il committente aveva commissionato allo studio Hok di Londra. L'edificio si compone di due entità distinte: l'ipermercato, realizzato con tecnologie ordinarie, e lo straordinario volume d'ingresso di legno, vetro e facciate ventilate di cotto, con copertura di laminato di zinco-titanio prepatinato. Proprio questa seconda porzione, che sembra più il terminal di un nuovo aeroporto che un luogo deputato allo shopping, è particolarmente interessante, tanto dal punto di vista morfologico-plastico quanto da quello funzionale, nonché nella scelta dei materiali e delle tecnologie costruttive. Lo spazio, che nel prospetto lungo strada si sviluppa per 250 metri, si divide in una porzione centrale, la “vela”, che accoglie la galleria commerciale, e due “ali” laterali sorrette da due elementi conici ad asse inclinato. Il materiale utilizzato per tutte queste porzioni è il legno lamellare, sia a trave che a piastra costolata, tanto nelle coperture quanto nelle porzioni verticali portanti a pilastri compositi (singoli, binati o addirittura tetrastili).

Il legno lamellare
La copertura ventilata di lamine graffate di zinco-titanio, ottimale per assecondare le curvature complesse della carena e delle ali, sembra “volare” sulla porzione portante lignea e sulle facciate trasparenti, che spesso hanno geometrie particolari e hanno richiesto una progettazione esecutiva con l'ausilio del programma Catia- Dassault. Le pendenze del tetto convogliano l'acqua in catini spiraliformi (sempre di zinco-titanio) verso la fontana “della pioggia”: questo permette di creare giochi scenografici e di recuperare l'acqua per irrigare le porzioni a giardino, per i servizi igienici e per alimentare le torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento. La porzione più originale dell'intero intervento è sicuramente costituita dall'uso integrale delle tecnologie del legno lamellare; è come se un intero bosco venisse “geometrizzato”, accuratamente rielaborato industrialmente, ottimizzato scartando ogni nodo e incollando a pettine assi perfette, che a loro volta sono unite a formare porzioni lamellari composite, lineari, a curvatura singola o doppia, a sezione circolare o rettangolare. La copertura della “vela” si sviluppa per una lunghezza di circa 165 metri e per una larghezza massima di circa 20 metri. Le zone delle due “ali” sono caratterizzate da una copertura a falda unica, che si congiunge con la “vela”, gira attorno alle torri, in parte sbalza (sino a 10 metri) rispetto a esse e in parte rientra verso il centro della corte ellittica, orientata a sud, con una pendenza del 16%.

La zona delle torri
La zona delle torri è indubbiamente ardita dal punto di vista strutturale e, per soddisfare tutti i requisiti sia di sforzo che di deformazione, ha richiesto una progettazione molto lunga e accurata. Le torri hanno forma tronco-conica a asse inclinato, sono costituite da 8 colonne a sezione circolare con diametro di 60 cm (il diametro dei coni varia da 17 a 10 metri per quella più alta e da 13 a 18 metri per quella più bassa), fasciate da anelli di bordo in lamellare a doppia curvatura. Su questi sono avvitate staffe che reggono i montanti della facciata continua, irrigidita da “pinne vetrate” disposte di taglio alla superficie trasparente e completata da spoiler frangisole di alluminio. Per garantire sufficiente resistenza meccanica e rigidezza, è stato necessario impostare la struttura principale della copertura in modo che non avesse una direzione preferenziale, ma che lavorasse a graticcio, quindi a piastra. Questo risultato è stato ottenuto realizzando incastri tra le travi di legno lamellare, in entrambe le direzioni.

Le misure antisismiche
Su tutta la copertura è stato posato un pannello di legno lamellare di spessore pari a 47 mm (REI 60), che ha consentito un'ottima finitura estetica, l'effetto piastra, l'adozione di un'orditura secondaria con un interasse importante e l'assenza della struttura terziaria e dei controventi di piano. La verifica sismica è stata eseguita secondo quanto previsto dall'Opcm (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri) 3274, attraverso un'analisi dinamica modale applicata a un modello tridimensionale dell'edificio, che valutasse anche gli effetti torsionali delle azioni sulle strutture. L'edificio si trova in zona sismica 4 (accelerazione al suolo di 0,05 g) ed è stato considerato, anche a favore di sicurezza, un coefficiente di struttura q = 1,5. La struttura lavora, quindi, solamente in campo elastico e la leggerezza del legno lamellare consente che le sollecitazioni generate internamente e trasmesse in fondazione rientrino assolutamente nella norma.