Schermata 2014-12-15 a 16.54.41Con un reddito medio pari a circa 17 mila euro e una perdita tra il 2008 e il 2013 del 40% del reddito professionale annuo lordo, la categoria professionale degli architetti sembra essere giunta a un momento storico di crisi drammatica. Lo dicono i dati contenuti nella quarta indagine sullo stato della professione di architetto promossa dal CNAPPC in collaborazione con il Cresme: il 68% dei professionisti vanta crediti verso la committenza privata e il 32% (quasi un terzo degli oltre 150.000 architetti italiani) aspetta pagamenti da parte delle Pubblica amministrazione.
Difficile anche, secondo l’indagine, incrementare o avviare la propria attività all’estero: le dimensioni degli studi professionali italiani, molti dei quali con un dipendente non architetto o collaboratori a partita Iva, non hanno infatti le capacità tali per affrontare mercati extra confine. È crollato, come conseguenza, anche il numero degli immatricolati ai corsi di laurea universitari in architettura, passando nel 2012 a circa 7.000 iscritti in meno rispetto al 2007 (-51% di immatricolazioni negli ultimi 5 anni).

Secondo Leopoldo Freyrie, presidente del CNAPPC, "Siamo alle soglie della povertà e, senza una inversione di rotta da parte della politica e del Governo, rischiamo di non sopravvivere alla crisi. La vera risposta sta nel lancio e nella realizzazione di un grande progetto d'investimento di idee e di denaro sulle città per intervenire sugli otto milioni di edifici che si avviano a fine vita; per risparmiare 25 miliardi di euro all'anno di energia che viene, di fatto, sprecata; per mettere le case e le città in sicurezza da sismi e inondazioni, alle quali anche in queste ore siamo costretti ad assistere; per realizzare spazi pubblici che ridiano il senso delle comunità, ricreando le condizioni affinché fioriscano idee, innovazione e impresa".