Nelle città più grandi lo spazio ‘inutilizzato’ è sempre più esiguo: gli edifici di nuova costruzione oltre a essere giudicati sulla base del loro impatto ambientale, sono vincolati a un’attenta progettazione, dove l’urbanizzazione indiscriminata viene limitata dalla pianificazione di cinture verdi. Parallelamente, gli edifici facenti parte del patrimonio storico-culturale devono essere protetti da eventuali demolizioni o ristrutturazioni, che non tengano conto sia della loro tutela che del loro valore. Occorre un approccio più creativo e uno dei modi per fronteggiare l’aumento vertiginoso della richiesta di spazi e il sovraffollamento urbano è semplicemente riciclarli, ridisegnandoli. Un risultato che può essere ottenuto mediante un processo di modernizzazione attento e intelligente o riqualificando gli edifici in modo tale da rispettare il loro passato, rendendoli, al tempo stesso, più efficienti. I trend architettonici moderni volti a preferire open-space minimalisti si scontrano con quelli del passato, caratterizzati da ambienti confinati, dalle dimensioni più ridotte e arricchiti di decorazioni in misura superiore. Di conseguenza, quando si ha a che fare con vecchi edifici, è imprescindibile una valutazione delle loro caratteristiche estetiche, al fine di conservarne il design e lo stile adeguando materiali, tecnologie e funzionalità in modo tale da soddisfare ogni istanza mirata al benessere delle persone. A prescindere dal fatto che questo patrimonio sia riqualificato per esigenze abitative, commerciali o di uso pubblico, vi è un’evidente necessità di garantire benefici effetti in termini di illuminazione, qualità dell’aria indoor e acustica. Considerando che gli edifici più vecchi sono caratterizzati generalmente da finestre più piccole, utilizzare controsoffitti in grado di garantire un’elevata riflessione della luce ed emissioni minime di COV, può aiutare a rispettarne lo stile, senza scendere a compromessi in termini prestazionali.

Il controsoffitto SAHARA firmato Armstrong, connotato da una superficie finemente sabbiata, eccelle per le sue elevate prestazioni in termini di acustica, con un livello di assorbimento fino a 0.65 αw e livelli di isolamento dal rumore fino a 39 dB. La soluzione favorisce, inoltre, un elevato risparmio energetico, in virtù del suo indice di riflessione della luce fino all’85%, ed è disponibile in un’ampia varietà di dimensioni, colori e dettagli bordo, tra cui spicca Vector. SAHARA si distingue, infine, per un’ottima resistenza all’umidità, pari al 95%, coniugando in un solo prodotto estetica, funzionalità ed elevate performance tecniche. Un tocco moderno che non implica la rinuncia al retaggio artistico e culturale di un edificio. Preservare il suo aspetto estetico, in fase di riqualificazione, può rendere complessa l’installazione di tecnologie che aiutino a rinnovarlo. A tal scopo, è auspicabile l’utilizzo di soluzioni modulari, come SAHARA, che possano facilmente essere montate e smontate. Ciò non solo velocizza la loro installazione ma semplifica le operazioni di manutenzione tecnica, risolvendo la criticità tipica dei vecchi edifici, connotati da un plenum ridotto. La presenza di sistemi modulari all’interno di tali spazi massimizza il plenum in modo discreto, mantenendone gli estetismi e rendendo gli ambienti, al tempo stesso, idonei ad accogliere ogni innovazione.

Strettamente connesse alle caratteristiche estetiche, le performance acustiche dei palazzi d’epoca sono spesso inadeguate a soddisfare le esigenze moderne. Dato che l’inquinamento acustico rappresenta una minaccia reale per il benessere delle nostre città, il settore edilizio ha la responsabilità di assicurare che il restauro conduca anche a una migliore acustica. In primo luogo, partendo dal presupposto che è importante considerare una progettazione che pone al centro dell’attenzione il benessere dell’utente, la domanda da porsi dovrebbe essere: “cosa diventerà questo spazio?”. Ogni ambiente, sia esso un condominio, un ufficio, un istituto scolastico o un luogo di svago, necessita di un proprio equilibrio acustico. Ottenere un giusto bilanciamento tra assorbimento, isolamento e riduzione e del suono oltre a essere essenziale, riveste un ruolo prioritario nella scelta di un determinato controsoffitto, in modo da ottenere l’acustica desiderata per ogni progetto che è, di per sé, unico. Un metodo efficace per raggiungere tale scopo è il sapiente impiego di canopy e baffle, ove questi controsoffitti discontinui sono in grado di garantire una prestazione acustica superiore, oltre a essere facili e veloci da installare negli spazi in ristrutturazione. Ma, più di ogni altra cosa, bisogna tenere a mente che la destinazione d’uso fungerà da guida nell’identificare la migliore soluzione acustica, così come avviene per l’estetica, nel pieno rispetto di un equilibrio tra vecchio e nuovo, quale chiave per un ammodernamento efficace.

Qualsiasi riqualificazione, anche la più ambiziosa, deve essere idonea per un uso quotidiano. Funzionalità e manutenzione costituiscono due aspetti prioritari, specialmente nel caso in cui si verifichi la necessità di intervenire o aggiornare gli impianti tecnici dell’edificio. Qualsiasi siano le soluzioni, dai dispositivi smart e illuminazione a led ai sensori antincendio e ai sistemi HVAC, possono integrati perfettamente nei controsoffitti o mantenuti separati e a vista, per un appeal più industriale. Inoltre, i controsoffitti dovrebbero essere semplici da tagliare, modificare e personalizzare in base alle esigenze. A tal scopo, sono ideali gli elementi in fibra minerale, in quanto forniscono un sistema idoneo per ogni richiesta. Inoltre, sono più facili da pulire e sostituire, a favore di una significativa riduzione dei costi. Ciò vale soprattutto per gli spazi dove l’igiene è di fondamentale importanza, come ad esempio nelle strutture sanitarie e, in specifico, nelle sale operatorie ove le norme igieniche sono davvero stringenti. Vantaggi che si aggiungono al benefit di poter disporre di un sistema smontabile: un plus importante in presenza di plenum ridotti, tipici dei vecchi edifici, ove la sua adozione riduce il rischio di danni durante l’installazione e la manutenzione quotidiana. Può, altresì, incrementare sensibilmente il valore degli edifici più vecchi, liberando spazio. In questi casi, un altro aspetto da tenere a mente è l’eventuale presenza di amianto, che se rilevato richiede l’intervento di un esperto. Poiché esiste nella maggioranza dei vecchi edifici a livello mondiale, ci sono buone probabilità che sia necessario tenerne conto in ciascun progetto, in modo tale da rimuoverlo, distruggerlo e, qualora possibile, procedere al suo riciclo tramite specialisti del settore.
La questione del riciclaggio ci porta a un’ultima considerazione: il rispetto dell’ambiente. La maggior parte degli edifici è stata costruita ben prima che fossero introdotte certificazioni quali, ad esempio, BREEAM o LEED in campo architettonico, a livello mondiale. Oggi, tuttavia, è importante considerare i criteri di sostenibilità di ciascun protocollo. Che si tratti di garantire il benessere attraverso l’acustica, l’illuminotecnica, il comfort termico o tenendo conto della riciclabilità dei materiali utilizzati, riqualificare gli spazi significa renderli un elemento più produttivo ed efficiente all’interno di un ecosistema più ampio. A tal fine, i materiali e i sistemi certificati Cradle to Cradle™ possono risultare cruciali in progetti di ristrutturazione e riqualificazione, non soltanto in termini di riciclabilità, ma anche assicurando che diano il loro contributo nel ciclo continuo di riconversione e crescita degli spazi in cui viviamo. In dettaglio, il ciclo della vita è sostanzialmente un ciclo continuo. Un giorno, tutti gli edifici si trasformeranno in qualcos’altro, cambierà la loro destinazione d’uso, che potrà essere simile o completamente diversa. Come afferma anche la prima legge della termodinamica, ”l’energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma” e lo stesso vale per lo spazio. Certo, non è infinito, ma ogni spazio racchiude una nuova opportunità. Sta a noi sfruttarla al meglio.