Testo a cura della redazione

ARTEK PAVILLION
   Testo a cura della redazione
Dopo esser stato allestito durante la scorsa edizione del Salone del Mobile nei giardini della Triennale, il padiglione della storica azienda finlandese Artek, progettato da Shigeru Ban, è stato presentato alla recente fiera Design Miami tenutasi lo scorso dicembre. Realizzato in collaborazione con la UPM, specializzata nella produzione di materiali da costruzione riciclati, in questo caso un composito di carta e plastica, il padiglione denominato "The Space of Silence" si pone come nuovo modello di spazio espositivo ecologicamente innovativo, rispettoso dell'attitudine nordica, fatta propria della Artek, dello sviluppo sostenibile, elegante, leggero e totalmente prefabbricato, quindi facilmente trasportabile.
Il padiglione ha una struttura modulare che ripete un elemento base per formare uno spazio tipo shed. Gli elementi strutturali sono prefabbricati e possono quindi essere riassemblati più volte, comprendono pavimento, tetto e strutture portanti, sono lunghi circa 2 metri e larghi 5. Il padiglione realizzato a Miami era lungo circa 40 metri e realizzato con l'assemblaggio di 21 elementi, per una superficie calpestabile di 200 m2.
Il tema del riciclo e della sostenibilità viene inoltre sottolineato dall'installazione nel padiglione di un centinaio dei classici sgabelli a tre gambe disegnati da Alvar Aalto, ognuno di essi realizzato in epoche diverse, dal 1935 ad oggi, con la patina del tempo depositata su di essi, per evocare storie e sollecitare l'immaginazione dei visitatori. Questo progetto espositivo rientra nel progetto "Artek 2nd Cycle" finalizzato a recuperare quanti più possibili sgabelli (degli oltre 8 milioni venduti) nei mercati delle pulci, in scuole, garage e case private, per verificare la loro longevità e resistenza al passare del tempo e delle mode. Ogni sgabello è stato "marchiato" con un codice leggibile via telefono cellulare che riporta tutte le informazioni storiche relative al singolo oggetto e alle sue vicende e tra i molti presenti non è escluso di trovare alcuni elementi già presenti nel Sanatorio di Paimio. Una nuova via per proseguire la tradizionale filosofia dell'azienda che ne ha fatto il proprio marchio di fabbrica fin dal nome, un mix che unisce la componente emotiva (Arte) con quella razionale (Tecnologia) facendone un unicum che supera oltre settanta anni di storia e crea un ponte tra il modernismo delle origini e le innovazioni di oggi.