L’Asakusa Culture Tourist Information Center sorge nel distretto di Taito, situato a nord-est del capoluogo giapponese. Il quartiere, delimitato a est dal fiume Sumida, rappresenta uno degli ultimi baluardi dell’antico Giappone. Fulcri del distretto sono l’antico tempio buddista di Senso-Ji, il Teatro Kabuki e le molteplici attrazioni tradizionali che fanno di Asakusa il sito turistico più visitato di Tokyo. Asakusa, però, è anche il luogo del progresso e dell’innovazione tecnologica: è qui che risiedono il primo grattacielo con ascensori elettrici e il primo cinema stabile del Giappone. Partendo da questa impostazione eterogenea, Kengo Kuma analizza e gestisce un contesto non facile. La nuova torre del distretto, che si impone come punto di raccolta e di riferimento per i turisti che raggiungono Asakusa, sorge su un lotto irregolare che affaccia su Kaminari-Mon, la “Porta del Tuono”, che conduce al tempio di Senso-Ji. Nato per accogliere il patrimonio storico-culturale di quest’area, l'Asakusa Center è il risultato di un’armonizzazione tra il modello spaziale delle machiya, abitazioni a sviluppo orizzontale con tetto a doppia falda tipiche della zona, e la verticalità multi-piano della pagoda del tempio limitrofo.

Come il famoso gioco da tavolo Jenga, il Centro per la cultura e l’informazione turistica propone sovrapposizioni materiche di legno e di vetro che si susseguono fino a trovare la stabilità. Otto “case” sovrapposte formano questo edificio di media altezza, composto da spioventi e solai inclinati che ne definiscono la caratteristica mutevole. Il movimento della facciata, che si contrappone alla rigidità della maglia strutturale metallica, è accentuato da piani di taglio sempre diversi e dai frangisole posti sui tre fronti principali. Gli aggetti e le conseguenti rientranze ingannano l’occhio del visitatore, che comprende pian piano l’edificio dal basso verso l’alto, interrompendosi a ogni livello per studiarne la sua unicità. Le pareti perimetrali, costituite da cortine di vetro a tutt’altezza, permettono agli utenti di rivivere il vecchio Giappone a diversi livelli, partendo dalle strade fino ad arrivare ai tetti, passando dalle facciate articolate del distretto di Taito. La torre di Asakusa si compone di otto piani, ciascuno caratterizzato da una volumetria che ne definisce la funzione. Attraverso le inclinazioni verso Kaminarimon e la variazione delle altezze tra un piano e l’altro, il programma è un susseguirsi di incastri che risolvono le diverse esigenze funzionali. Al piano terra, l’atrio a doppia altezza e le scale interne creano una sequenza tale per cui il visitatore riesce a percepire l’inclinazione irregolare delle coperture.

Il secondo e il terzo piano sono adibiti a uffici, sale seminari e meeting. Dal quarto piano a salire, oltre al centro d’informazione turistica, l’edificio conta una sala conferenze, una sala polivalente e uno spazio espositivo a destinazione culturale. All’ultimo piano, la caffetteria con terrazza-giardino regala una vista unica sul tessuto urbano circostante. All’interno, il design dell’arredo è affidato a Yoko Ando, già autore di parte degli interni della Tama Art Library di Toyo Ito. Ando ripropone in chiave contemporanea la tecnica risalente al periodo Edo del Giappone (1603-1867) nota con il nome di Edo Chiyogami. La tecnica prevedeva la stampa di motivi artistici su carta; qui, allo stesso modo, i parapetti di vetro retroilluminato sono impreziositi da geometrie impresse su diversi tipi di legno. Nell’Asakusa Center, Kengo Kuma fa uso della sua abilità nell’utilizzare la materia a proprio vantaggio. Ingegnosamente celata dietro un rivestimento di legno in facciata, tutta la parte tecnica della torre – strutture, impianti di aerazione, illuminazione – trova posto nelle intersezioni tra i soffitti e i piani soprastanti. La rientranza delle parti tecniche rispetto al piano calpestabile dei vari livelli evidenzia il processo compositivo e mostra la complessa geometria che ha portato al concept della torre. Durante la notte, la visibilità regalata dalla trasparenza delle pareti perimetrali trasforma la torre in un landmark luminoso. La luce notturna sprigionata dall’interno cambia la natura dell’edificio: ora appare senza forma, sfuggente, intenzionalmente indefinito. Risultato di una mediazione fra contenuto e forma, il Centro di informazione turistica di Asakusa riflette il fascino del quartiere di cui oggi fa parte, dimostrandosi attento alla tradizione e proteso verso l’innovazione.

L'USO DEL FRANGISOLE COME LINGUAGGIO ESPRESSIVO
Mentre il progetto di concorso risale al periodo in cui Kengo Kuma rifletteva su schemi di trasparenza totale in favore di una fluidità spaziale senza soluzione di continuità tra interno e esterno, la realizzazione dell’Asakusa Tower ha visto l’introduzione di materiali come la pietra, l’acciaio, la carta, ma soprattutto il legno, quali elementi connotanti l’edificio. Lo sviluppo verticale della torre, che svetta rispetto al contesto, viene cadenzato dal ritmo dei frangisole verticali aventi un passo diverso in base alle sollecitazioni del sito, all’orientamento solare e alle funzioni che vi risiedono all’interno. I brise-soleil fissi in laminato di cedro regalano il carattere e l’espressività all’edificio, differenziandone i blocchi sporgenti che appaiono così come unità singole connesse da un core centrale. Risultato di un processo di parametrizzazione, il rapporto vuotipieni aumenta o diminuisce in base al posizionamento dell’osservatore che legge l’edificio in maniera dinamica. Quando si guarda il Centro frontalmente, le doghe accentuano il senso di verticalità, poiché la profondità dei pannelli viene annullata. Al contrario, più ci si allontana dalla vista parallela, più l’edificio appare opaco e compatto, quasi come se volesse riprodurre sulle sue superfici ciò che lo circonda.

Scheda progetto
Progettista: Kengo Kuma and Associates
Committente: Taito City
Periodo di costruzione: August 2010 - February 2012
Superficie costruita: 234.13 mq
Costo: 8.311 million euros
Photos: Takeshi Yamagishi

Arketipo 92, aprile 2015, In Viaggio