Mostre – Una mostra sul patrimonio architettonico di Asmara in lizza per l'inserimento nella lista dei siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO

La mostra, a cura di Naigzy Gebremedhin (architetto e primo direttore dell'Eritrean Cultural Assets and Rehabilitation Project) e Omar Akbar (già presidente e direttore della Foundation Bauhaus, Dessau), intende illustrare il patrimonio architettonico di Asmara, inserendosi a pieno titolo nel dibattito sullo studio e sulla conservazione del moderno, sulla globalizzazione dell'architettura moderna, sulla sua valenza storica ed il suo rapporto con la pianificazione urbana.
Nel fare ciò, la mostra promuove e appoggia l'inserimento dell'Asmara storico-novecentesca nella Modern Heritage List dell'UNESCO. Questo riconoscimento risulterebbe infatti particolarmente significativo ai fini della tutela del suo insieme architettonico.
Per quanto gli eritrei l'abbiano fatta propria, Asmara resta pur sempre una città fortemente legata al passato coloniale italiano. La questione della sua conservazione chiama quindi direttamente in causa anche la nostra cultura, che potrebbe offrire un importante contributo ai fini dell'inserimento di Asmara nella lista dei siti del Patrimonio mondiale dell'UNESCO.

L'evento, che ha il patrocinio di: UNESCO, UIA, l'Associazione degli architetti tedeschi (BDA), S.E. Petros Tseggai Asghedom, Ambasciatore dell'Eritrea in Germania, Dr. Uschi Eid, parlamentare tedesco, è stata presentata per la prima volta a Berlino nel 2006 e in seguito a Francoforte, Kassel, Stoccarda, Londra (Royal Institute of British Architects), Tel Aviv (Bauhaus Center), Il Cairo, Lomé, Lagos. La prima tappa italiana è stata a Torino lo scorso anno, in occasione del XXIII congresso UIA (Unione Internazionale degli Architetti). Ora approda a Bologna, luogo che riveste un significato particolare per la diaspora eritrea: durante i trent'anni della guerra di liberazione (1961-1991) la città fu infatti punto di incontro per migliaia di rifugiati, tanto che molti eritrei la considerarono come una sorta di capitale in esilio. In quel periodo la città ospitò varie iniziative culturali, sociali e, anche politiche. Centinaia di eritrei convergevano annualmente su Bologna per il Festival eritreo, patrocinato dall'amministrazione comunale cha aveva abbracciato la causa della lotta di liberazione e nel 1991 25-30.000 fuoriusciti eritrei si incontrarono a Bologna per festeggiare la liberazione. In questo senso non stupisce che, subito dopo l'indipendenza, una delle più importanti strade di Asmara sia stata intitolata a Bologna.

La mostra itinerante è distribuita da  “4Asmara - Arbate Asmera”, un'iniziativa di eritrei e di amici dell'Eritrea in seno dell'associazione tedesca “Association to Promote Education and Media on Environment and Development” ed è presentata a Bologna con il contributo dell'equipe di studiosi dell'architettura italiana negli ex-territori coloniali formata da Giuliano Gresleri, Pier Giorgio Massaretti e Stefano Zagnoni.

La mostra consiste in:
- 24 pannelli ideati e prodotti da Rainer Weisbach, Foundation Bauhaus Dessau sulla base dei testi di Naigzy Gebremedhin o tratti dal libro Asmara. Africa's Secret Modernist City di Edward Denison, Guang Yu Ren and Naigzy Gebremedhin; le immagini sono del fotografo Edward Denison.
- Un pannello che propone alcuni disegni, poesie e racconti selezionati  fra quelli presentati da bambini eritrei ad un concorso scolastico.
- Sette modelli rappresentativi di opere architettoniche realizzati dal professor Wolfgang Knoll, Stuttgart.
- Diciassette fotografie di Edward Denison.
- Il filmato “City of Dreams“ di Ruby Ofori and Edward Scott, Eye Level, Washington D.C., USA.
- Il libro di Edward Denison, Guang Yu Ren and Naigzy Gebremedhin, Africa's Secret Modernist City, Merrell Publishers Limited

L'architettura di Asmara
Nel panorama delle città di fondazione e delle esperienze urbane e architettoniche dei primi decenni del secolo scorso, il nucleo costitutivo della capitale dell'Eritrea, che prende forma durante l'amministrazione coloniale italiana, rappresenta un caso per molti versi unico. Dopo i piani urbanistici, l'assetto urbano si sviluppa in maniera graduale nei primi decenni del 1900, mentre negli anni Trenta, la città di Asmara è  interessata da un vero e proprio “boom” demografico ed edilizio. I caratteri architettonici che contraddistinguono l'insediamento riprendono un po' tutte le tendenze che attraversano la cultura italiana di quegli anni, ma non mancano esempi di ibridazione con la tradizione locale. I primi edifici rappresentativi fanno così principalmente ricorso a stilemi storicistici (neogotico, neoclassico ecc.), mentre la rapida crescita degli anni Trenta è costellata di riecheggiamenti a Novecento, Art Decò, Futurismo e Razionalismo. Il tutto nell'ambito di un insieme urbano dotato di una coerenza tanto sorprendente quanto estraniata, che è fortunosamente giunto fino ai nostri giorni sostanzialmente integro.
Se la mostra “Architettura italiana d'Oltremare 1870-1940” curata nel 1993 da Giuliano Gresleri, Pier Giorgio Massaretti e Stefano Zagnoni aveva alzato il velo sull'insieme di una vicenda in precedenza poco considerata dalla storiografia, il libro Asmara. Africa's Secret Modernist City pubblicato nel 2003 da Naigzy Gebremedhin, Edward Denison e Guang Yu Ren ha proposto uno studio del patrimonio architettonico della città che si basa tanto sull'indagine diretta, quanto sulla documentazione conservata negli archivi locali, fino ad allora inesplorati.
La tappa bolognese della mostra itinerante che è scaturita da questo studio sarà accompagnata anche dalla presentazione al pubblico del nuovo lavoro di Giuliano Gresleri e Pier Giorgio Massaretti Architettura Italiana d'Oltremare-Atlante iconografico / Italian Architecture Overseas. An Iconographic Atlas.

Cenni storici
In tigrino, una delle lingue dell'Eritrea, “Arbate Asmera” significa “i quattro unificati” e la denominazione avrebbe origine, intorno a cinque secoli fa, dai rapporti instauratisi fra i quattro villaggi che sorgevano in questa località dell'altopiano eritreo ad oltre 2300 metri sul livello del mare. Successivamente all'occupazione italiana nel 1889, lo sviluppo della città inizia ad essere pianificato intorno al volgere del secolo, all'indomani  dell'insediamento della prima amministrazione civile della colonia, che nel 1899 trasferisce la capitale da Massaua ad Asmara. Negli anni Trenta la città vede più che quintuplicare la propria popolazione, giungendo a quasi 100.000 abitanti, oltre la metà dei quali italiani. Il “boom” è essenzialmente una conseguenza delle mire imperiali del fascismo e delle ambizioni espansionistiche dell'Italia verso l'Etiopia. Da “colonia dimenticata”, come gli storici l'hanno definita, l'Eritrea diviene infatti il principale retroterra prima per la guerra che, anche attraverso l'uso di armi chimiche, porta alla conquista dell'impero etiopico e, negli anni immediatamente successivi, per il controllo e la colonizzazione dei territori conquistati.
Sebbene prodotto di tali contingenze storiche - il colonialismo, il fascismo, la separazione razziale ecc. - la forma urbana e l'architettura di Asmara costituiscono un peculiare ed affascinante esempio della modernità novecentesca.
Dopo l'occupazione britannica e l'abrogazione dello status di entità federata all'Etiopia sancito dalle Nazioni Unite, nel 1961 l'Etiopia attua un'annessione di fatto dell'Eritrea che segna l'inizio della sanguinosa guerra di liberazione conclusasi nel 1991 con l'indipendenza del paese.
Nonostante il passato di oppressione coloniale che le sue origini richiamano, la popolazione eritrea ha assimilato la Asmara storico-novecentesca, che continua a essere il fulcro di una città pervasa da un sorprendente sincretismo culturale che unisce tratti europeo-italiani e africano-eritrei, in cui convivono culture, religioni e gruppi etnici diversi.
In questo spirito, Gaetan Siew, presidente dell'UIA ed anch'egli africano, ha scritto a sostegno della mostra: «vedo (nell'architettura coloniale di Asmara, ndr) un oggetto di riconciliazione culturale, riconciliazione fra passato e futuro, riconciliazione fra i popoli».
Nel 2001 il governo eritreo ha delimitato il perimetro della ex “metropoli coloniale” (che racchiude una superficie di circa cinque chilometri quadrati)  e lo ha sottoposto a vincolo di tutela.

Asmara. Città segreta del moderno in Africa
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Palazzo Saraceni, via Farini 15 - Bologna
dal 5 Giugno al 5 Luglio 2009
tutti i giorni dalle 10 alle 19
www.asmara-architecture.com