Intervista – Alberto De Zan, presidente dell'associazione dallo scorso luglio, sottolinea l'importanza del “fare rete” soprattutto in un clima di difficoltà. E invita il settore a tenere duro fino agli appuntamenti delle Olimpiadi di Londra e dell'Expo 2015

Il settore ufficio ha bisogno soprattutto di sviluppare la capacità di “fare rete” per rendere più forti e competitive le aziende che vi operano. Sono necessarie iniziative che presentino il comparto in modo più consapevole, che forniscano servizi sempre più mirati e che guidino le imprese in un mercato globale in trasformazione. Questri sono i principali compiti che si propone Assufficio, raccontati a US dal nuovo presidente Alberto De Zan.
 
Nella dichiarazione di intenti rilasciata in occasione dell'annuncio del suo mandato, si sottolinea l'esigenza del “fare sistema” anche da parte dell'Associazione. Con quali strumenti si attuerà questo programma?
È importante che le Associazioni si muovano con elasticità alla ricerca di rinnovamento, mettendo in atto sinergie che sono indispensabili soprattutto per penetrare nei mercati emergenti. Credo che si debba rafforzare il concetto di Associazione come luogo dove crescere in termini culturali, di sistema, di approccio e di relazioni; allo stesso tempo le Associazioni devono continuare a lavorare per migliorare le opportunità e prendere a modello le esperienze già messe in atto da alcuni gruppi imprenditoriali su come fare rete e ottimizzare i costi per aumentare i benefici.
Oggi è indispensabile presentarsi sul mercato in modo sinergico con aziende complementari al proprio prodotto: è la forza della proposta che rende vincenti. Nel settore ufficio c'è ancora molto da fare, perché non tutte le aziende, sia per dimensioni sia per struttura, hanno già abbracciato questa filosofia.

Uno dei punti di forza del “fare sistema” potrebbe essere la presenza collettiva in occasione delle fiere all'estero, sull'esempio di Associazioni estere quali Sidi o Paesi Scandinavi. Quali sono le motivazioni della scarsa adesione a queste iniziative?
Nelle fiere di successo conclamate, quali Salone Ufficio o Orgatec, non credo che la collettiva sia una soluzione valida, credo invece che abbia un ruolo importante in Paesi che ancora non conosciamo bene e difficili da penetrare come la Russia, l'India o la Cina. La presenza in un padiglione “made in Italy” in Paesi dove è già stata attuata una politica di penetrazione, rischia di venire percepita come una presenza in serie B, controproducente sul piano dell'immagine.
Affinché queste iniziative abbiano successo, è importante che i servizi offerti abbiano un costo vantaggioso e che realmente venga fatto da parte degli organizzatori un lavoro di promozione e preparazione con analisi preliminari e intervento coordinato sul mercato. Poiché Assufficio vuole garantire agli associati un reale servizio di appoggio, intendiamo concentrare le energie su poche iniziative di rilievo, in Paesi dove sia stata precedentemente svolta attività di promozione.

Oltre a Cina, India e Russia, ci sono altri mercati interessanti in questo momento?
C'è certamente il Nord Africa, dove le diverse nazioni si stanno riallineando politicamente a livello di democrazia; sono stati segnalati anche il Sud America e il Brasile che ha superato le difficoltà economiche degli scorsi anni. In Europa dell'Est e Russia esistono già iniziative Cosmit consolidate, quindi sarà sufficiente entrare in questi meccanismi.

Le aziende del settore ufficio spesso trascurano l'ultimo passaggio della catena distributiva: l'agente, il dealer, il punto vendita. Salvo poche eccezioni il venditore ha scarsa cultura del suo settore e anche gli showroom spesso non rendono giustizia alla qualità degli arredi. Cosa può fare Assufficio per migliorare questo elemento di criticità?
Sono d'accordo. Le aziende spesso sottovalutano l'importanza della rete distributiva e il rapporto con i reali attori del mercato. In alcuni casi c'è poco dialogo con gli agenti i quali non riescono ad esprimere appieno i valori che l'azienda vorrebbe trasmettere sul mercato; spesso sono agenti plurimandatari che dovrebbero invece avere la capacità di offrire in modo coordinato le proposte delle aziende, dal pavimento al soffitto, dall'illuminazione fino agli arredi.

In questi giorni in Germania è di scena Orgatec. Come mai la rassegna tedesca, nonostante l'insuccesso dell'edizione 2006, continua ad attirare visitatori da tutto il mondo, mentre Salone Ufficio ha una presenza di espositori stranieri minima?
Orgatec ha fatto alcune scelte strategiche: si è aperta a tutte le tipologie di prodotto per l'interior design; ha attuato una forte politica di espansione verso Paesi emergenti, in particolare verso la Cina, e ha rafforzato la promozione con un'ottima organizzazione. Per tutto questo viene premiata. In Germania si concentrano grandi produttori ed è normale che le aziende che esportano vadano a Orgatec.
Salone Ufficio è una fiera specializzata dell'arredo e punta sull'area del Mediterraneo che si sta sempre più sviluppando; il collegamento con il Salone del Mobile ha molti vantaggi in termini di attrazione di visitatori e ci “costringe” a mantenere un alto livello qualitativo. Purtroppo esiste un oggettivo problema di spazi espositivi. Qualcosa di meglio si può fare, per esempio chiedere alle aziende storiche di rinunciare a qualche metro quadro di stand per permettere l'ingresso di nuove realtà.

C'è nell'aria qualche novità in fatto di contributi per la rottamazione del mobile d'ufficio o di riduzione del periodo di ammortamento?
C'è sicuramente l'intenzione di dialogare con la parte politica, attraverso Confindustria, per portare avanti i nostri desideri. Oltre ai benefici fiscali vorremmo valorizzare il concetto di qualità dell'ambiente di lavoro, considerando i benefici che ne derivano per la salute del lavoratore e di conseguenza il risparmio del costo sociale della malattia. In Usa le assicurazioni applicano una riduzione alle aziende che utilizzano scrivanie ergonomiche e anche complementi come keyboard anatomici o sostegni in gel per il polso - e quei settori vanno benissimo.
Anche in Italia il rispetto della 626 dà la possibilità di una riduzione del premio Inail del 5% all'anno, ma molte aziende vi rinunciano perché sono terrorizzate all'idea di un controllo. La visita di un ispettore è sempre temuta, le leggi cambiano continuamente ed è quasi impossibile fare tutto correttamente.

Tentiamo qualche previsione economica per il settore ufficio: gli ultimi due anni hanno registrato un andamento positivo (+ 7% nel 2006 e + 13% nel 2007), dal 2008 e 2009 che cosa ci aspettiamo?
Ritengo che chiuderemo il 2008 con gli stessi valori del 2007 però con una riduzione dei margini perché sono aumentati i costi dell'energia e delle materie prime, cresciute anche del 70%. Il 2009 sarà probabilmente più duro perché risentiamo di un settore immobiliare praticamente fermo e del fatto che banche, istituti finanziari e assicurazioni - che sono tra i nostri principali clienti - sono in crisi.
Il costo del denaro è alto ed è pesante investire in ricerca e innovazione. Il governo insiste molto sull'importanza di questi elementi, ma non ci aiuta. Nelle esportazioni pesano tra le altre cose i recenti fatti Georgia/Russia che bloccano un mercato importante.
Ma ci sono anche fatti positivi. La Cina sta rallentando la sua forza nell'esportazione: l'aumento delle materie prime incide anche per loro e, dopo la grande visibilità delle Olimpiadi, i lavoratori cominciano a chiedere condizioni diverse. La nuova presidenza in Usa dovrebbe, nell'uno o nell'altro caso, generare una ripresa dell'economia mondiale. Soprattutto avranno un indotto importante le prossime Olimpiadi a Londra nel 2012 e l'Expo a Milano nel 2015. Dobbiamo tenere duro e avere la forza di resistere.