Attacchi biologici

Autore testo: Giuseppina Clausi

Abbastanza di frequente si possono notare edifici che, abbandonati o mancanti di costante manutenzione, presentano le superfici esterne ricoperte di vegetazione, in particolar modo rampicanti, ma anche specie arboree che riescono a mettere radici in qualche fessura o rientranza del manufatto edilizio.
La superficie intonacata risente negativamente della presenza di queste specie vegetali, e le cause di degrado possono essere sia dirette che indirette.
Nel caso di arbusti o alberi veri e propri i danni diretti più gravi sono in genere a carico della struttura del manufatto, mentre nel caso dei rampicanti i problemi riguarderanno più specificatamente l'intonaco, nel quale vengono provocate delle piccole fessurazioni dai peduncoli attraverso cui le piante si ancorano alla superficie verticale.
Va però sottolineato come alcune specie arboree presentino, oltre ad apparati radicali macroscopici, radichette non protette da corteccia di piccoli spessori che, soprattutto in ambienti ipogei, tendono a non affiorare in superficie, ma si infiltrano al di sotto dell'intonaco provocandone, col loro accrescimento, il distacco.
Le cause indirette risultano dalla presenza di maggiore umidità, nociva di per sé, e che inoltre crea un ambiente favorevole alla proliferazione di microflora.
Questa, del resto, in taluni casi, può attecchire sull'intonaco anche indipendentemente dalla presenza di piante; infatti la presenza di una composizione particolarmente alcalina del substrato, luce, acqua (quindi umidità) e sali minerali, sono tutte condizioni sufficienti perché possano proliferare batteri, muschi e alghe.
Questi microrganismi hanno un effetto disgregante sull'intonaco e i prodotti del loro metabolismo possono avere un'azione corrosiva.
L'attacco biologico si può presentare visivamente sotto diverse forme:
strati gelatinosi di uno spessore variabile fra i 2 e i 5 mm di colori vari (giallo, verde, rosso, viola);
strutture lamellari o scaglie sollevate;
patine sottili aderenti di vari colorazioni, ma soprattutto verdi;
pellicole polverulente verdi, grigie o nere;
incrostazioni compatte grigie o nere;
decoesioni, esfoliazioni o desquamazioni, disgregazioni provocate dalla penetrazione nel substrato della microflora;
erosioni provocate dalle sostanze corrosive prodotte dai microrganismi.

Fonte testo:
G. Caneva, Ruolo della vegetazione nella degradazione di murature ed intonaci, in L'intonaco: storia, cultura e tecnologia, Atti del convegno di studi, Bressanone 24 ' 25 Giugno 1985, Padova, 1985.
R. Codello, Gli intonac, Conoscenza e conservazione, Firenze, 1996.
G. Rocchi, Istituzioni di Restauro dei beni architettonici e ambientali, Milano, 1990.
C. Macchia, F. Ravetta, IntonacI Requisiti, Progettazione, Applicazione, Rimini, 1997.
G. W. Palestra, Intonaco: una superficie di sacrificio, Milano, 1995.