Audi Zentrum  

Località Vaihingen, Stoccarda,
Germania
Committente AUDI
Progettazione
1996
Realizzazione 1997 -
1998
Progettazione Hoppe, Sommer & Partner,
Kapp
Progetto strutturale Holger Bantele, Bartel +
Maus
Superficie costruita 2.038
m2
Volume 20.007 m3
Costo 7.000.000 DM
circa

Una semivolta in acciaio, grandi vetrate, serramenti e brise-soleil in
alluminio, rivestimenti metallici costituiscono gli elementi principali di un
progetto studiato per essere ripetuto e costruire, in luoghi differenti, una
riconoscibilità che vuole palesare attraverso la materia e la forma il valore
dell'appartenenza. L'idea che sottende l'iterazione in luoghi diversi della
medesima immagine dipende, in primo luogo, dalla necessità di rendere evidente
un messaggio che secondo la committenza, una nota casa automobilistica, si
mostra anche attraverso l'architettura. Appunto architetture che "appartengono"
ad un'industria, una marca, che esprime come "casa", intesa nella duplice
eccezione di azienda e di luogo protetto e accogliente, un involucro tecnologico
che tenta di unire sotto una stessa logica costruttiva contenitore e contenuto.
La concessionaria, tipologia recente e difficilmente catalogabile, assume allora
un valore di conclamata teatralità dove le aree espositive sono concepite come
un vero e proprio palcoscenico popolato di attori, le automobili, disposte
secondo una precisa regia ed una chiara interpretazione dei ruoli, dalle
comparse al protagonista principale. L'Audi Zentrum di Stoccarda è uno dei
numerosi complessi che l'azienda tedesca ha recentemente realizzato in diverse
città europee, portando a compimento un programma costruttivo di rara intensità
e portata. In questa logica ogni scelta, ogni decisione, ogni dettaglio, dalla
concezione dello spazio, ai materiali impiegati, fino al design degli elementi
d'arredo, appare come il frutto di ponderate scelte concepite per soddisfare
esigenze fondamentalmente legate alla comunicazione. Fin troppo, poiché la
tecnica tende talvolta a confondersi con un esasperato tecnicismo che forse non
riesce completamente a celare un duplice intento: il raggiungimento di una
imprescindibile funzionalità e razionalità di tutte le parti - espressione
tecnologica - e la contemporanea ricerca di una scenografia spaziale in grado di
accontentare una clientela esigente. Ma se lo spazio ondeggia tra l'ostentazione
hi-tech e una concavità di derivazione barocca, se la sezione media tra il
profilo della fabbrica e lo skyline della galleria urbana, nei materiali e
nell'uso degli elementi costruttivi tutto sembra ricondotto ad una unità
d'intenti sorretta da un evidente pragmatismo. L'acciaio delle strutture, dei
pilastri, delle travi e delle rispettive catene o tiranti, appare misurato da un
curato disegno complessivo, mentre i rivestimenti delle superfici esterne con la
loro ondulatura richiamano la perfezione tecnica delle prime costruzioni
aeronautiche o la precisione meccanica di molti edifici metallici come lo
straordinario stabilimento per generatori eolici di Francisco Mangano Belloqui.
Per i pavimenti e in generale per le superfici orizzontali lo studio Hoppe
Sommer & Partner sceglie con altrettanto pragmatismo il grès porcellanato in
elementi di medio formato in modo da ottenere la massima resistenza e
razionalità d'impiego in tutte le aree interne contemporaneamente carrabili e
pedonali (si tratta del prodotto GranitiFiandre della collezione Graniti Reali,
Black Galaxy e Indian Red nel formato 45,7x45,7). Il materiale, per sue
caratteristiche costitutive unisce la resistenza meccanica, rappresentata
diffusamente con l'uso degli acciai, alla precisa calibratura dei pezzi espressa
contemporaneamente con l'impiego di molti elementi in alluminio, dagli infissi
ai frangisole. Inoltre le superfici pavimentali interne pur utilizzate con
finitura levigata evidenziano una matericità ed una costanza cromatica
irraggiungibile con i materiali lapidei tradizionali. Materiali, tecniche e
dettagli costruttivi tendono allora non già alla semplice costituzione
dell'involucro quanto piuttosto alla volontà di esprimere attraverso se stessi
una ben precisa filosofia produttiva che non ammette deviazioni da una ricerca
esasperata della perfezione. Resta da chiedersi in ogni caso se l'operazione sia
lecita, se cioè l'evidente stridore dell'ossimoro lecorbuseriano della casa
macchina sia effettivamente perseguibile, e se, in ultima analisi l'architettura
possa essere utilizzata così direttamente come strumento di marketing. Gli
interrogativi ai quali rimandiamo non sono poca cosa poiché coinvolgono
chiaramente una radicata concezione dei luoghi che appare sopraffatta da una più
evidente identità dei prodotti che quotidianamente consumiamo e che divengono i
simboli rinnovati di una nuova urbanità.

Testo di Fabrizio Carloncelli
Estratto da Materia n. 33

Informazioni
Strutture in
acciaio Planumet & Co., Sörewald
Facciata Alubau
Service
, Wilhelmsdorf
Facciata in cemento Greisel,
Furtwangen-Dorfgütringen
Copertura Weber Bausysteme,
Reutlingen
Progetto elettronico Rheinelektra,
Stuttgart
Illuminazione Die Lichtplaner, Wesel
Infissi e
serramenti H. Gehr & Co., Balingen

Vedi i dettagli
tecnologici e costruttivi

Pianta piano terra Prospetto est
Prospetto sud e nord