Il 2014 segnerà la svolta del fotovoltaico italiano che entrerà nella sua "seconda era", caratterizzata dalla fine degli incentivi del Conto energia. Ora per il solare è arrivato il momento di reggersi con le proprie gambe puntando sulla grid parity (la parità di costo dell'energia con quella acquistata dalla rete) e sulla generazione distribuita dell'energia. Ne sarà capace? A giudicare da quanto è emerso dalla sesta edizione del Solar Energy Report dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, intitolata appunto "La nuova era del fotovoltaico italiano: sfide e opportunità per le imprese italiane nel mercato post-incentivazione", le possibilità non mancano ma gli operatori dovranno saperle cogliere, puntando sull'autoconsumo, soprattutto per le taglie residenziali e commerciali, e sull'integrazione con soluzioni di storage.
A livello di numeri, la capacità cumulata a fine 2013 in Italia era pari a circa 17,9 GW su un totale di oltre 550.000 impianti. Nel corso dell'ultimo anno sono stati connessi 1,45 GW di nuova potenza, dei quali il 21% costituito da impianti non incentivati: questo mercato conta in totale 305 MW, per il 67% costituiti da impianti residenziali, che insieme a quelli commerciali sono anche i principali responsabili della crescita fotovoltaica italiana maturata lo scorso anno. Nel residenziale, in particolare, la potenza installata lo scorso anno è stata comunque superiore a quella del 2010, nonostante ci siano stati solamente sei mesi di Conto energia. Più difficile la situazione per il segmento industriale, di taglia al di sopra dei 200 kW, la cui quota di mercato si è ristretta del 47%. In aumento la quota delle centrali solari superiori al MW di potenza.
E il futuro? Il Solar Energy Report stima per il 2014 un mercato nell'ordine di 1 GW, fatto per ben il 50% dal residenziale, per il 40% da impianti commerciali e industriali e per il resto da centrali. Successivamente, fino al 2020, il mercato potrebbe assestarsi su valori di poco inferiori a 1 GW l'anno, con il residenziale che si confermerà comunque uno "zoccolo duro" (40% delle installazioni).
In questo contesto, osservano gli esperti del Politecnico, gli operatori della filiera dovranno approntare nuovi modelli di business e approcci al mercato: da un lato bisognerà continuare a competere sul mercato dei nuovi impianti e, dall'altro, cogliere le opportunità di business connesse alla gestione, manutenzione e valorizzazione degli ormai 18 GW di impianti esistenti. Lo sviluppo dei Seu, Sistemi efficienti di utenza, che si prevede grazie alle novità regolatorie introdotte potrà senz'altro ridare ossigeno alle installazioni, in particolare presso le Pmi. La Delibera 578/2013/R/EEL, infatti, ha colmato i principali vuoti di regolamentazione che fino ad oggi avevano impedito la diffusione dei Seu riconoscendo l'esenzione dagli oneri generali di sistema per l'energia direttamente consumata dall'utenza. "Il modello Seu - si legge in una nota del Solar Energy Report - rappresenta una grande opportunità di mercato per il fotovoltaico italiano, coniugando aspetti che risultano fondamentali per la sostenibilità degli investimenti come la possibilità di massimizzare l'auto-consumo evitando gli oneri di rete e la possibilità per il cliente finale di vedersi corrisposto un risparmio ad investimento nullo".
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