BAMBINO ARCHITETTO
   

Il MUBA - Museo del Bambino ha organizzato un laboratorio dedicato al
"bambino architetto" che si è svolto in due momenti nella città di Milano. Dopo
il lancio del progetto quest'estate alla Rotonda della Besana, il laboratorio
educativo è stato replicato il 14 dicembre scorso presso la sede del Sole 24 Ore
in occasione della giornata "Natale al Sole".
Pubblichiamo qui di seguito il
testo introduttivo del progetto a firma di Tonino Milite, autore del laboratorio
didattico.

Per informazioni:
www.muba.it

Al bambino metropolitano, già dalla fine degli anni settanta, propongo la
costruzione di grandi architetture effimere, perché sempre meno può modificare
spazi pubblici e privati, lasciando tracce del suo passaggio.
Le nuove
generazioni hanno bisogno di fare "gesti simbolici" emergendo sempre più spesso
dalle piatte superfici della società dell'immagine.
Questi "cantieri"
ricordano agli adulti la presenza creativa dei piccoli, e danno ai bambini
l'emozionante sensazione di poter modificare il mondo.

L'ARCHITETTURA E' UN'AVVENTURA "EDIFICANTE"
Una parte della mia ricerca mi
porta, con diverse tecniche e materiali, alla trasformazione dei contenitori.
Dai più piccoli, come le scatole delle lampadine o del latte, ai "contenitori
edilizi".
Tento di modificare qualsiasi tipo di scatola, non importa di quale
dimensione sia. Se riesco ne cambio la forma e la destinazione d'uso, e spesso
scopro che è nata per giocare e far giocare.
Quelle del latte, i "tetrabrik",
diventano, senza opporre troppa resistenza, elefanti o battelli, musi di
pantera, granchi e trenini... Con qualche taglio e poche pieghe le scatole delle
lampadine rivelano addirittura un'occulta identità di cacciabombardieri. Altri
piccoli contenitori cartacei, come quelli delle saponette, non vedono l'ora di
fare da personaggi umani. e la coppetta del gelato, poi, sembra progettata
apposta per fare da Piccolo Teatro...
Di contenitori edilizi, "imballaggi"
per umani, cose ed animali, ne ho "ristrutturati" diversi; per lo più scuole,
sale da conferenze, biblioteche civiche. Usando certe lastrine da cartone
ondulato, tenute assieme con gli elastici, vuoti cilindri modulari di cartone,
oppure nastri adesivi da imballaggio, abbinati alla carta da pacco, non ci vuole
molto tempo a costruire architetture effimere, né molto denaro, né troppa
fatica. Partendo dalle pareti e dai mobili esistenti si possono aggiungere nuove
stanze e corridoi, oppure, virando sul fantastico, torri, labirinti. Per simili
avventure occorrono dei compagni, e io scelgo i bambini perché troppo spesso
sono costretti a vivere, seduti e passivi, una vita, in molti sensi, "piatta", e
dunque come tanti adulti, hanno bisogno di ritrovare la terza dimensione, poi la
quarta, la quinta. Credo, poi, che le nuove generazioni desiderino fare gesti
simbolici e vitali; le architetture effimerer possono essere "avamposti" per
saggiare le disponibilità degli adulti, per provare a modificare il mondo. Un
giorno, forse, edificheremo nella Sala Consiliare di qualche Comune, in qualche
impenetrabile Palazzo Reale, in qualche Palazzo del Governo.
Giocherà il
Sindaco, giocheranno il Re e la Regina, giocherà il Presidente della
Repubblica?

Tonino MIlite