luoghi di transito – Sull'autostrada Milano-Brescia le barriere fonoassorbenti in calcestruzzo di nuova generazione difendono dal rumore l'abitato di Trezzo d'Adda.

La Milano-Brescia è fra i tratti autostradali italiani forse quello che sopporta le incidenze maggiori per volumi di traffico (oltre 100.000 veicoli in media al giorno; secondo dati Anas). Per adeguare il sedime austradale al traffico esistente e a quello previsto per il futuro (si parla di un incremento sulla rete autostradale del 30% entro il 2015), sono in corso nel tratto Milano-Bergamo una serie di importanti lavori che hanno visto anche l'ampliamento a quattro corsie. Suddivisi in tre lotti, comportano il rifacimento di 39 cavalcavia e l'installazione di 29 km di barriere fonoassorbenti. L'implementazione di lunghi tratti di barriere si è resa necessaria per soddisfare le richieste di attività industriali e abitazioni che sorgono in frangia all'autostrada e che hanno visto crescere esponenzialmente l'aggressione sonora.

La direttiva europea del 2002 stabilisce i criteri di protezione delle zone abitate dall'inquinamento acustico ed è stata recepita dall'Italia in forma rigorosissima, imponendo di fatto il calcolo del coefficiente di protezione acustica delle barriere sui flussi di traffico previsti nel 2015.
Le barriere fonoassorbenti di vecchia generazione non sono più sufficienti, per questo sono stati messi a punto nuovi modelli, in grado di rispettare le prescrizioni normative vigenti, che sono in corso di installazione lungo la rete autostradale italiana, in particolare su una serie di tratte dell'autostrada Milano-Brescia. Si tratta di una barriera antirumore composta da pannelli prefabbricati in conglomerato cementizio pozzolanico armato, con piede autostabile, prodotti e installati in moduli da 2,5 metri di larghezza con altezza massima di 7 metri. I pannelli, solidarizzati alla fondazione in cemento armato possono anche assolvere alla funzione di muro di contenimento per rilevati, sono caratterizzati da un rivestimento fonoassorbente realizzato in elementi vibrocompressi in calcestruzzo e argilla espansa con modulo fisso (50x50 cm) e spessore complessivo di 13 cm.

Estremamente semplici e lineari le operazioni di installazione: i singoli pannelli, monolitici e autostabili, sono stati montati a secco su una platea di fondazione in calcestruzzo armato, gettata in precedenza, e quindi fissati a essa mediante l'inserimento delle armature di corredo nelle asole predisposte nel piede di cls dei singoli prefabbricati; infine il getto di un cordolo di stabilizzazione garantisce la solidarizzazione finale del manufatto. L'interfaccia tra i singoli pannelli è ottenuta tramite un giunto maschio-femmina dotato di guarnizione in neoprene, posizionata prima del montaggio, che garantisce la completa impermeabilità acustica della barriera. Sopra ogni elemento in calcestruzzo sono stati messi in opera dei cupolini sommitali in PMME che incrementano ulteriormente (innalzando l'altezza massima della barriera, ma anche grazie alla loro geometria che intercetta le onde sonore) l'abbattimento sonoro del manufatto.

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