testi e immagini a cura di Carlotta Eco




Bastard bowl: la 'vasca' da skateboard della Comvert headquarter
testi e immagini a cura di Carlotta Eco

SCHEDA PROGETTO

Titolo: Comvert Headquarter 
Luogo: Milano, via Slataper
Committente: COMVERT S.R.L.
Progetto architettonico: studiometrico (Arch. Lorenzo Bini,
Arch. Francesca Murialdo; collaboratori: Marco Lampugnani)
Progetto esecutivo e direzione lavori:  studiometrico
Progetto delle strutture: Atelier LC (Ing. Marco Clozza)
Progetto impianti meccanici: Ing. Paolo Giustini
Progetto impianti elettrici: Studio Corelli
Impresa per architettoniche: Habitat 2002
Impresa per impianti meccanici: Staurenghi Impianti
Impresa  per impianti elettrici: Telmotor / Annoni Delfino
Tempi di progetto: Ottobre 2006 - Gennaio 2007
Tempi di realizzazione: Gennaio 2007 - Ottobre 2008
Superficie costruita: 1.400 mq
Volume costruito: 700 mc
Costi: 700 Euro / mq
Fotografie: Giuliano Berarducci, courtesy of Lc design, courtesy of studiometrico

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

A Milano, un vecchio cinema degli anni Quaranta è stato appena riconvertito in uno spazio multifunzionale per una società che si occupa di prodotti di abbigliamento per i cultori dello skateboard.
La grande sala, 1400 mq di superficie, accoglie oggi le differenti attività dell'azienda: gli uffici amministrativi, le postazioni per i designer dei prodotti, il negozio e, infine, un grande volume di scaffalature a doppia altezza che costituisce il magazzino di stoccaggio delle merci. Ma oltre ad essere un luogo di lavoro, lo spazio contiene una struttura particolare: una skate bowl, come si chiama in gergo skater, ovvero un vasca di 200 metri quadrati, profonda 1,8 m, realizzata in legno e ferro, che serve come pista per gli appassionati della tavoletta sulle ruote. Per i fondatori delIa società, tutti "skaters praticanti", la pista era una parte fondamentale del progetto. La nuova sede doveva offrire a collaboratori, amici e ospiti d'eccezione momenti di divertimento ma anche includere un elemento d'attrattiva e di richiamo di livello internazionale. La "bowl", infatti, è abbastanza unica in Italia sia per le sue caratteristiche costruttive - completamente realizzata in legno con l'utilizzo di macchine a controllo numerico - sia per il contesto in cui si trova, cioè al coperto e all'interno di un azienda del settore.

il cinema Istria del 1940, sala e scala d'accesso (1,2)
sezione e pianta di progetto (3,4) 

gli uffici nella zona di accesso (1,2) interno della sala vista della galleria
con i volumi in legno (3,4)

Il  recupero del cinema

Il progetto di ristrutturazione dello spazio architettonico è stato affidato allo studio di architettura studiometrico. In stretta collaborazione con lo studio di ingegneria Atelier LC, che si è concentrato sul progetto e gli esecutivi della singolare "vasca", i progettisti hanno trasformato lo spazio secondo le esigenze della committenza. Il vecchio cinema è stato individuato durante le ricerca della location, sino a quel punto orientata prevalentemente su capannoni di tipo industriale. Lo spazio è subito sembrato adatto, sia per le dimensioni sia per la presenza degli accessi laterali - in origine uscite di sicurezza - indispensabili per il carico e scarico merci del magazzino. All'ingresso del complesso, due ambienti precedono l'accesso all'ampia sala . Molti elementi di finitura dell'ex biglietteria, grazie al buono stato di conservazione, sono stati mantenuti e restaurati: la palladiana a pavimento, il marmo dei gradini, le balaustre in ferro e legno e le lampade di design dell'epoca.
La sala delle proiezioni invece è caratterizzata da una struttura ad archi in cemento armato. Le ampie costolature, alte 15 metri, richiamano la forma di un hangar suddiviso in due parti: la galleria inclinata e la zona piana della platea. A soffitto un plafone di gesso e carpenteria metallica, rivestito con prismi insonorizzati, si estende per circa 800 mq.

le postazioni di lavoro sulla galleria (1) volume del magazzino e l'inizio della
costruzione della bowl (2) la bowl finita (3,4)

Un progetto "low cost"

I progettisti, vista la peculiarità tipologica dello spazio e l'esiguo budget a disposizione, hanno deciso di mantenere intatta la struttura architettonica esistente e di costruire all'interno della sala una serie di volumi aggiunti per le nuove funzioni realizzati con strutture in ferro e legno.
La galleria gradonata è occupata da piccole unità autonome per le postazioni di lavoro.
Dalla parte opposta, nella zona dell'ex platea, è stato posizionato il volume del magazzino: una costruzione di elementi d'acciaio di produzione industriale che compongono uno scaffale "gigante" (un volume di 30 metri di lato e alto 8). Sopra questa struttura è stata posizionata la "bowl".
Le tre funzioni (uffici, magazzino e pista da skate) coesistono in un ambiente unico e indiviso: la richiesta dei committenti era infatti proprio quella di creare comunicazione continua fra i diversi settori di lavoro.
Per contenere i costi anche gli impianti di distribuzione dell'aria adottati sono di tipo industriale. I grossi tubi in pvc colorato giallo attraversano la sala e immettono direttamente l'aria calda nell'ambiente. La loro sezione dimensionata opportunamente per evitare problemi di acustica legati al passaggio dell'aria nei canali. L'uso di strutture leggere in legno, cave nella parte strutturale, ha permesso di nascondere gran parte dei cavi dell'impiantistica evitando interventi sulle parti murarie. Anche il plafone a soffitto è stato recuperato: la sua demolizione sarebbe stata troppo onerosa e la sua eliminazione avrebbe aggiunto un problema di isolamento termico. La costruzione a soffitto è stata quindi ricoperta con una schiuma "a spruzzo" (una miscela a base di cemento e poliuretano espanso) che ha implementato la funzione isolante in accordo con i valori necessari alla legge sul contenimento energetico.

fase di cantiere della sala (1,2) montaggio pedana ingresso (4)

officina del fabbro puntoni e ipe calandrate (1,2) montaggio della bowl (3,4) 

Il progetto della  " bowl" 

Il processo progettuale è stato caratterizzato da uno stretta collaborazione fra progettisti e committenti. I soci della Comvert, grazie alla loro conoscenza delle caratteristiche tecniche e geometriche delle piste da skateboard, vengono spesso chiamati dai comuni per prestare una consulenza nella realizzazione di analoghe attrezzature sportive. Il loro contributo è stato particolarmente importante per la definizione dei "corner", i raggi di curva delle superfici, delle "hip", le cuspidi che permettono di interrompere la corsa e improvvisare figure e piroette nell'aria, come anche nella determinazione delle lunghezze dei "transfers" (le cosidette transazioni, ovvero, le distanze necessarie fra una curva e l'altra).
I "consulenti", in questo caso, hanno fornito all'ingegnere un disegno digitale molto schematico, frutto della composizione delle possibili traiettorie, che ha delineato i contorni e la forma della vasca in modo preciso. Lo schema è poi stato razionalizzato e ingegnerizzato dallo studio LC design che ha ideato anche la struttura di sostegno alla vasca.

primo schema della pista (1) rendering di progetto (2) le lastre di legno
(3) dettaglio costruttivo di una costolatura in ferro e legno (4) 

Un puzzle di lastre

Il progetto si è basato sulla creazione di uno scheletro, dalle ossature in ferro e legno, sul quale fosse possibile avvitare le lastre in legno lamellare curvate per comporre la superficie liscia e uniforme della vasca. 
La struttura delle singole costolature è saldata su un anello perimetrale in ferro che costituisce l'elemento d'appoggio e ancoraggio alla struttura sottostante del magazzino.
Le costolature, nella parte superiore, si allungano per mezzo di una trave in ferro curva (una IPE calandrata) e costituiscono, in tal modo, i supporti di un recinto con funzione di parapetto. Questo è stato completato da una rete metallica elettrosaldata, anch'essa dalla forma bombata, che circonda la vasca sospesa a circa 8 metri di altezza. Nella parte inferiore della costolatura, un puntone sostiene le centine curve di legno, ben 48 elementi realizzati in 15 tipologie differenti. Sono questi i supporti sui quali è stato possibile avvitare le numerose lastre in legno (da 6 mm di spessore) per costruire la superficie finale, frutto di ben tre stratificazioni successive.

progetto della bowl (1) taglio automatizzato delle lastre in legno (2,3)
montaggio centine in legno (4) 

Lo scheletro della balena

Per realizzare questo puzzle di lastre, da piegare in fase di montaggio con un doppio raggio di curvatura, sono state utilizzate macchine di taglio a controllo numerico (la tecnologia CNC). La complessità e particolarità di questa opera ha richiesto un lavoro di falegnameria in grado di affiancare alle tecnologie di produzione industriale tecniche più artigianali, come ad esempio per la costruzione dei pezzi solidi. La fase di montaggio finale di tutti gli elementi, calibrati al millimetro, ha rappresentato un momento di grande partecipazione collettiva in cui progettisti e committenti hanno potuto verificare personalmente la precisione del lavoro di progetto. Il risultato finale è una struttura molto lineare che richiama lo scheletro di una balena al cui interno volteggiano gli skaters.

costolatura in legno(1) rivestimento interno(2) il recinto esterno (3) 
la pista finita "testata" dallo skater Daniel Cardone (4 foto Giuliano Berarducci)