A Boulogne-Billiancourt, nel quartiere Trapèze, nella periferia ovest di Parigi, dove un tempo si estendevano per 74 ettari le fabbriche della Renault, oggi sorge una scuola materna ed elementare della scienza e della biodiversità che insegna ai bambini il rispetto per l’ambiente e l’amore per le piante e gli animali. L’edificio, concepito come un grande laboratorio ecologico a cielo aperto, offre la possibilità ai ragazzi e agli abitanti di vivere e prendere contatto con la natura anche in un contesto metropolitano. Il giovane studio francese Chartier Dalix architectes, vincitore del concorso per la costruzione di un complesso scolastico innovativo, ha deciso di affrontare il tema riflettendo su quali possibilità ci sono oggi per superare con l’intervento edilizio l’opposizione città-natura e creare una buona qualità della vita anche all’interno della città. La soluzione individuata invita a trasformare l’architettura in “porzioni di paesaggio” con le sue masse e la sua morfologia, in cui i piani degli edifici vengono sostituiti da curve di livello in modo da formare ecosistemi che mescolano la natura e l’uomo attraverso il contatto fisico, olfattivo e sensoriale e in cui è possibile vivere, giocare e apprendere.

È stato quindi realizzato un manufatto pensato come uno spazio vivente che con il suo volume di grande dimensione accoglie gli uomini, la flora e la fauna. Una tipologia priva di angoli retti con contorni sempre arrotondati, come un’impronta lasciata sul terreno da un animale preistorico che si impone all’interno del tessuto urbano densamente costruito e porta la natura nel cuore della città, dove nuovi alberi, prati, erbe spontanee e animali trovano un habitat ideale per riprodursi. Questa singolare poetica definita dagli stessi progettisti “di integrazione del vivente” è alla base di tutte le scelte morfologiche e distributive del complesso che comprende tre grandi funzioni: un centro sportivo, la scuola materna e quella elementare. Un grande recinto “minerale” avviluppa le classi, gli spazi didattici, i laboratori e la palestra e si contrappone alla parte vegetale che ricopre interamente la copertura e viene coltivata su tutti i balconi e lungo la scalinata che collega gli spazi per l’educazione al tetto-giardino. Un lungo muro trasversale separa la palestra con sette campi da gioco per le competizioni regionali e una tribuna di 250 posti dagli ambienti della struttura scolastica. L’accesso agli spazi sportivi è posto sul lato sud-ovest, mentre quello delle scuole è sul fronte sud-est. Al piano terra si trovano gli ambienti della materna con la mensa, mentre il primo, il secondo e il terzo piano sono occupati dalla scuola elementare con le aule, la mensa e il cortile dalla forma sinuosa per la ricreazione. Tutti gli spazi per la didattica sono fluidi, aperti verso l’esterno, e le superfici vetrate consentono di collegare e fondere l’interno all’esterno per sottolineare il legame tra l’educazione e la natura. L’intero progetto si gioca sul rapporto tra la materia inerte e quella vivente dove il continuo dialogo tra la matericità del calcestruzzo e la leggerezza del verde impone di ripensare anche tutti gli elementi architettonici come il tetto e l’involucro e gli fa assumere nuovi significati e forme. Ma la dicotomia tra animato e inanimato viene annullata nel muro stesso dell’edificio, forse la parte più innovativa e singolare del progetto. Un muro che è stato definito “abitato”, alto 14 m e via via digradante fino a raggiungere la quota di 2 m, composto da conci di diverse dimensioni e forme ideato per alloggiare in modo permanente animali e vegetali. Infatti, i suoi innumerevoli blocchi possono contenere vasi per le specie vegetali, fori per la nidificazione degli uccelli e tane per gli insetti. Il muro nel tempo verrà colonizzato dal verde e creerà un legame verticale tra la vegetazione della copertura e la piantumazione del piano strada dove è stata interrata anche una vasca per raccogliere l’acqua piovana.

Il verde pensile caratterizza gran parte delle chiusure orizzontali dell’edificio. Sono infatti piantumate le solette semicircolari che corrono lungo il prospetto est a ridosso delle aule della scuola elementare e tutta la copertura. Questi nastri vegetali formano uno spazio aperto continuo per sperimentare piccole coltivazioni e confluiscono in un grande cortile sopraelevato dal quale è possibile accedere al bosco in copertura e osservare le attività che si svolgono nel cortile sottostante della scuola materna. In copertura un percorso di cemento si snoda tra orti, arbusti e veri e propri alberi dove si svolge parte della didattica e gli alunni trascorrono il tempo libero seguendo il ritmo delle stagioni. Nell’orto didattico e nelle aule all’aperto viene spiegata la biodiversità tramite lezioni teoriche e laboratori pratici. Al progetto del verde hanno collaborato ecologi e botanici che hanno definito la composizione del suolo e le essenze necessarie per la formazione del bosco e del sottobosco del tetto-giardino e indicato le sementi da inserire nei blocchi di calcestruzzo del muro di recinzione. Il monitoraggio della crescita della flora ha evidenziato in due anni un grande successo botanico, infatti due terzi delle essenze osservate nell’edificio è di origine spontanea e quelle piantumate sono raddoppiate.

IL MURO ABITATO
Elemento simbolo del progetto è sicuramente quello che è stato definito il “muro abitato”. Ideato a partire dall’osservazione dei vecchi muri assemblati a secco che nel tempo vengono lentamente colonizzati dalla natura, muri dalle bellissime trame e dove dalle loro screpolature e anfratti escono le erbe spontanee generate dai semi portati dal vento e dagli uccelli, il nuovo recinto minerale ospita e ospiterà migliaia di insetti e di piante. Lo studio di architettura Charlier Dalix ripropone l’archetipo del muro ideando una recinzione composta da 1.436 blocchi prefabbricati di calcestruzzo protetto da una resina trasparente anticarbonatazione disposti in modo sfalsato e fissati alla parete portante di calcestruzzo gettato in opera isolato dall’interno. Il 71% di questi elementi sono standard, mentre il 29% sono pezzi speciali creati con appositi stampi e con un uso prestabilito: i blocchi nicchia accolgono gli uccelli nidificatori, i blocchi fioriera ospitano le essenze vegetali, i blocchi tana gli insetti e, infine, i blocchi parapetto coronano l’edificio. A questo proposito è stata preziosa la collaborazione con Aurélien Huguet ecologa del centro studi sulla biodiversità la cui grande esperienza nel campo della ornitologia ha permesso di studiare nel dettaglio le dimensioni delle nicchie all’interno dei conci di calcestruzzo per favorire la nidificazione di diverse tipologie di uccelli come il pettirosso, il gheppio e il pipistrello. Fino a 2 m di altezza dal suolo il muro è perpendicolare al terreno e poi si rastrema verso l’interno, una deformazione desunta dalle colonne doriche del tempio greco per la correzione prospettica, e raggiunge nel punto più alto, a nord- ovest, un’altezza di 14 m. La superficie frontale dei conci che compongono il muro è liscia per riflettere la luce, mentre quella laterale presenta solchi per facilitare lo scorrimento dell’acqua piovana e la crescita delle piante spontanee che si diversificheranno a seconda dell’orientamento del muro, influenzate dalla presenza di ombra, umidità e soleggiamento. Tutti i componenti sono stati realizzati dall’impresa Celtys di Brest, la stessa ditta ha anche fornito i gradini prefabbricati della rampa che conduce al tetto-giardino e le predalle per la copertura della palestra.

 

IL VERDE PENSILE
Poiché l’indice urbanistico prevedeva l’edificazione dell’intera particella edilizia, lo studio Charlier Dalix ha dovuto escogitare una modalità innovativa per integrare gli spazi verdi nel progetto. I progettisti hanno quindi pensato di realizzare un vasto tetto-giardino e di piantumare tutte le superfici orizzontali. Nel centro della copertura, dove la terra riportata raggiunge un’altezza di 150 cm, i ragazzi possono passeggiare tra arbusti e alberi, mentre sulle solette dei balconi, dove lo spessore della terra è di 50 cm, si coltivano ortaggi e fiori. La struttura della copertura è stata calcolata per sorreggere 2 tonnellate di terra umida oltre al peso della neve ed è stata posizionata una membrana di impermeabilizzazione bituminosa di 2 cm per evitare infiltrazioni. Questo intervento dimostra che è possibile moltiplicare le aree verdi ripensando gli elementi architettonici, piantumando i tetti, le terrazze e i percorsi e ha consentito di elaborare uno strumento normativo che in futuro potrà incidere sui regolamenti edilizi per dare una risposta concreta alla mancanza di verde nei centri delle città. I progettisti affermano che sulla base dello stesso calcolo del COS (coefficiente di occupazione del suolo) oggi è necessario calcolare anche il COB (la densità della biodiversità) di ciascun lotto come il rapporto tra la superficie vegetale prevista dal progetto, compresi tetti, balconi e muri in cui può crescere il verde, e la superficie della particella edilizia. Questo coefficiente sarà pari a 1 quando il lotto risulterà completamente occupato dal verde (anche pensile) e diminuirà mano a mano che la superficie costruita aumenterà. Potrà variare da comune a comune ma, se verranno premiati i progetti che si avvicineranno il più possibile al valore 1, contribuirà a ripensare completamente la progettazione degli spazi verdi nella città.

 

Scheda progetto
Progettisti: Chartier Dalix architectes
Committente: Bouygues Ouvrages Publics
Superficie: 5,164 m2
Data di completamento: July 2014
Costo: 18 milioni euro (before tax)
Localizzazione: ZAC seguin rive de Seine Boulogne- Billancourt, France
Consulenti: EVP (structure), CFERM ( uids), F. Bougon (economy), F. Boutté (hqe), AEU (ecologist, biodiversity)
Superficie netta: 6.766 m2; gymnasium 2.423.7 m2, school 4.209 m2, official accommodation 120,5 m2
Impresa principale: SAEM
Photos: David Foessel

Arketipo 122, Calcestruzzo, settembre 2018