Le Marmarole sono un gruppo montuoso selvaggio e impervio che dal punto di vista geomorfologico può essere immaginata come una parete che corre ininterrotta per 13 km, partendo dalla Forcella Grande alla base di Cima Bel Pra e terminando sul Monte Ciarido, sopra l’abitato di Lozzo di Cadore in provincia di Belluno. All’interno di questo limite morfologico estremo si possono osservare alcuni punti di variazione notevoli come la Forcella Marmarole. È proprio in questo luogo si posiziona il nuovo Bivacco Fanton, una struttura che sostituisce la costruzione originale, edificata negli anni ‘60, e composta da un prefabbricato modulare in lamiera zincata modello Apollonio-Barcellan. Nonostante fu progettato per essere trasportato a spalla o a dorso di mulo e assemblato sul posto, il Bivacco Fanton segnò un’evoluzione rispetto ai precedenti modelli, essendo uno dei primi a essere trasportato in quota in elicottero. Tuttavia, a causa del maltempo, non raggiunse la Forcella Marmarole e fu collocato nell’alta Val Baion a 1.750 metri come soluzione provvisoria dove rimase per 50 anni. L’aspetto del nuovo Bivacco Fanton è quello di un volume grezzo adagiato sul crinale, un’architettura fortemente caratterizzata da un profilo inclinato che si adatta all’orografia della Forca Marmarole. Il forte valore dell’edificio è anche rintracciabile nella spazialità interna, interamente organizzata in modo ascensionale lungo il pendio, formando così un elegante balcone che punta verso l’abitato di Auronzo di Cadore. Il concept progettuale si basa sull’atto di abitare lo spazio obliquo, cercando di creare un nuovo equilibrio per resistere alla conformazione sfavorevole della montagna.

L’interno è attraversato da una scala, che crea la sezione spaziale adatta al movimento dello sguardo e al movimento della montagna. La scala descrive un vuoto centrale e termina in un punto d’incontro: una stanza protesa nel vuoto, allestita da funzioni conviviali, definita da sedute lineari che si fronteggiano e da una grande finestra panoramica di 1,7×2,6 metri con vista sul pendio sottostante. Sui lati della scala si incontrano sei nicchie disegnate per accogliere fino a 12 alpinisti. Ogni elemento di progetto ha richiesto un elevato grado di dettaglio. Non ci sono, infatti, elementi standard: dai profili delle finestre agli intrecci compositi di fibra di vetro e fibra di carbonio, dai punti di ancoraggio ridotti a soli tre supporti centrali, all’intero in legno sagomato e modellato con precisione, alla pelle metallica che ricuce gli spigoli e alle linee oblique sospese. L’ancoraggio di fondazione è composto da tre plinti che nascono dall’esigenza di fermare, resistere e trattenere la struttura al suolo. Costituiscono la struttura di fissaggio del bivacco. Come segni primordiali incastonati nella roccia, sono i primi a essere affondati e collocati, determinando l’orientamento finale dell’opera. La fondazione è costituita da tre plinti in calcestruzzo armato con dimensione 110x110 cm ognuna delle quali trattenute al terreno inclinato da 8 barre da 32 mm di diametro profonde 3 metri oltre a due tiranti che corrono inclinati nella roccia. La struttura in elevazione si compone di tre elementi principali: i piloni di appoggio, il pianale di distribuzione e il guscio protettivo d’involucro. I piloni, costituiti da profili cavi in acciaio del diametro di 393.7 mm, permettono di sopraelevare dal suolo il bivacco e sono collegati a terra attraverso piastre in acciaio flangiato da 700 mm di diametro e bullonate ai plinti in cemento armato. Tali strutture sono state progettate ad altezza variabile al fine di compensare la difformità di quota sull’inclinata di progetto e consentire il piano di appoggio del pianale di sostegno. I tre supporti circolari in acciaio, che scaricano a terra le forze agenti sul bivacco, sono saldati senza soluzione di continuità alla struttura piana di supporto del bivacco stesso ed è costituita da profili HEB 300, irrigiditi da piatti verticali saldati, e da HEA 140 che corrono longitudinalmente. Quattro crociere di controvento orizzontale contribuiscono a stabilizzare il tutto e a contenere le deformazioni nel piano.

Il guscio che costituisce morfologicamente il bivacco, invece, è una calotta realizzata da stampo in un unico corpo, con pannelli sandwich autoportanti formati da un nucleo in materiale espanso strutturale, rinforzato con tessuti in fibra di vetro e carbonio, impregnati con resina vinilestere bicomponente mediante la tecnica del “vacuum bag” a temperatura controllata. Tale tecnologia permette di disporre le fibre di rinforzo in relazione alle necessità specifiche, riducendo al minimo il peso complessivo della scocca (pari a circa 2.500 kg) e facilitarne quindi il trasporto in quota. La coibentazione interna ed esterna del guscio è stata affidata a pannelli in schiuma poliuretanica rigida, inseriti tra le nervature della scocca, al fine di garantire elevate prestazioni termiche nel tempo, in armonia con lo spirito innovativo e sostenibile che caratterizza il Bivacco. La pelle interna è uno strato continuo di legno volto ad aumentare il contrasto tra interno ed esterno. L’arredamento stesso è lo spazio interno dove semplici paratie verticali creano spazi individuali, cuccette di dimensione minima che si dispongono ai lati della scala. La fibra di vetro è invece l’involucro esterno che si ispessisce strato dopo strato fino a diventare guscio e struttura insieme. Il rivestimento interno in abete e larice è stato progettato e sviluppato, con l’ausilio delle ultime tecnologie nel campo del taglio del legno e del processo informatizzato di produzione, nell’ottica di un’ottimizzazione dei tempi di montaggio in quota. La dettagliata progettazione dell’interno ha consentito di ottimizzare tutto il processo compreso la logistica del trasporto che è stata effettuata movimentando tre sole casse da 3x1,25 metri e dal peso di 700 kg ciascuna. Il rivestimento in zinco-titanio a doppia aggraffatura caratterizza esternamente il bivacco su tutti i lati e garantisce una superficie resistente a qualsiasi evento meteorologico anche i più estremi. Le lastre a finitura naturale, del tipo prepatina-grey sono posate con graffature verticali sui lati, si caratterizzano per una perfetta intonazione con il contesto roccioso circostante e garantiscono un’alta durabilità e bassa manutenzione nel tempo. La scocca del bivacco è stata elitrasportata in quota a settembre 2020 con un unico volo grazie all’utilizzo di un elicottero Kamov KA 32 in grado di sollevare fino a 5.000 kg. Il rivestimento esterno, l’isolamento e il rivestimento ligneo interno sono stati, invece, eseguiti in quota e conclusi nell’estate 2021.

Scheda progetto
Cliente: CAI - Sezione Cadorina di Auronzo
Progettista: DEMOGO
Progetto della struttura: Franzoso ingegneria
Progetto dell’involucro: Advanced Mechanical Solutions
Costruzione dell’involucro: Maila’s
Interni: Dolomwood
Rivestimento esterno: Alpewa Piller Cottrer
Porte e finestre: Aldena
Isolamento: Soprema Group
Opere di fondazione: Consorzio Disgaggi Padolese
Area: 30 m2
Posti letto: 12
Bando di concorso: ottobre 2014
Vincita del concorso: gennaio 2015
Sviluppo del progetto: 2015-2017
Realizzazione dei plinti di fondazione (Forcella Marmarole 2.667 m): 18 ottobre 2017
Realizzazione della scocca dell'involucro: agosto 2019
Trasporto in elicottero e posizionamento della struttura metallica di fondazione nel sito di progetto: ottobre 2019
Trasporto della scocca in materiale composito presso Auronzo di Cadore: febbraio 2020
Installazione delle finestre: giugno 2020
Trasporto in elicottero del bivacco presso il sito di progetto: settembre 2020
Posa dell'isolamento esterno (80 mq di pannelli isolanti in XPS con spessore variabile, 30-40 mm): settembre 2020
Installazione e montaggio rivestimenti interni il legno (166 mq): estate 2021
Posa del rivestimento esterno in zinco titanio (136 mq): estate 2021
Inaugurazione: 10 novembre 2021
Riconoscimenti:
2018: progetto selezionato Mostra al Padiglione Italiano alla Biennale di Architettura di Venezia: Archipelago Italia (curatore Mario Cucinella)
2018: Medaglia d’Oro dell’architettura Italiana: Premio De Albertis: Triennale di Milano
2024: Bivacco Fanton viene selezionato tra i 40 progetti finalisti del premio europeo Mies Van der Rohe Award
Photos: Iwan Baan, Pietro Savorelli, Demogo