Il legno come materiale da costruzione si sta facendo ambizioso e sta allargando i suoi campi di applicazione: punta a edifici sempre più alti, complessi, iconici. Si avvale di nuove tecnologie di produzione, di sempre più raffinati sistemi di calcolo, di prodotti con elevato grado di ingegnerizzazione. I migliori risultati si ottengono quando tali potenzialità vengono gestite da professionisti - architetti e ingegneri - che, conoscendo il materiale e le sue peculiarità, lo adottano nel modo corretto e lo spingono a dare sempre di più. E a completare il quadro è utile, talvolta indispensabile, una committenza che accetta soluzioni costruttive che daranno pregio e lustro ai propri ambienti, mireranno ad alti valori di sostenibilità, ma, tendenzialmente, richiederanno un budget maggiore. Tutti questi ingredienti sono presenti nel progetto del Financial Park di Stavanger, una città situata nella parte sud-occidentale della Norvegia, in prossimità di laghi e fiordi. Si tratta di un edificio per uffici della Sparebank 1, SR-Bank, un istituto bancario che si poneva l’obiettivo di riunire i propri dipendenti all’interno di un volume che fosse rappresentativo e, al tempo stesso, confortevole dal punto di vista lavorativo. I progettisti architettonici, lo studio norvegese Helen & Hard - qui in collaborazione con lo studio SAAHA - da ormai quasi 15 anni sono specializzati in costruzioni in legno: tra i loro molteplici progetti, ricordiamo ad esempio il Padiglione della Norvegia per l’Expo di Shanghai (Arketipo 45) e la Biblioteca di Vennesla (Arketipo 63). La parte strutturale è stata affidata allo studio Degree of Freedom, affiancato da Creation Holz. Hermann Blümer di Creation Holz è un riferimento per le strutture in legno, si pensi al centro Pompidou a Metz, al Golf Club a Yeoju in Corea del Sud (Arketipo 102), all’edificio della società Tamedia a Zurigo (Arketipo 88).

Il nuovo fabbricato occupa un lotto triangolare nei pressi del parco di Bjergsted, delimitato su due lati da strade strette che si incontrano ad angolo acuto: in pratica è formato da due ali che, in pianta, sembrano disegnare una A con la punta verso nord. L’altezza del fabbricato sale gradualmente andando verso il parco, dove raggiunge i 7 piani di altezza. Verso sud invece la sommità digrada, avvicinandosi alle ridotte altezze dei piccoli edifici residenziali (peraltro in legno) con i quali si rapporta esprimendo un carattere più urbano: lungo la via, grazie al piano terra arretrato rispetto al filo di facciata superiore, si crea una sorta di portico sul marciapiede, dove è presente una fermata dei mezzi pubblici. Il layout dei vari piani è organizzato attorno ad un grande e luminoso atrio vetrato: su di esso si aprono numerose (e informali) aree di riunione che vanno a creare una sorta di buffer verso gli spazi di lavoro più raccolti, per la maggior parte allineati lungo gli affacci laterali dell’edificio. Le facciate dell’edificio sono completamente vetrate: le sole parti non trasparenti sono in corrispondenza dei marcapiani. I prospetti sono ritmati da frangisole verticali in vetro che frontalmente sono poco visibili ma assumono un ritmo più accentuato man mano che il punto di vista assume un’inclinazione più radente alla parete. L’effetto complessivo dell’involucro esterno è dominato da linee molto nette, quasi taglienti, i colori prevalenti sono scuri, metallici. Eppure, le porzioni trasparenti lasciano intravvedere che all’interno le linee sono morbide, con andamenti organici: sinuoso è l’andamento delle gallerie protese sull’atrio dalle quali, senza soluzione di continuità, si staccano come rami le rampe delle spettacolari scale interne, con elementi portanti a doppia curvatura. I collegamenti tra i vari piani sono lasciati completamente a vista nello spazio a tutta altezza dell’atrio, enfatizzati dalle luci lineari disposte ai lati dell’intradosso piano delle rampe. I parapetti sono vetrati e seguono il tracciato curvilineo dei solai. Il colore caldo del legno è dominante: di legno sono i pilastri, le travi a sostegno dei solai, le travi a cassettone della copertura vetrata dell’atrio, i controsoffitti a doghe, il montante interno dei serramenti.

Un dettaglio speciale è il collegamento trave/pilastro con perni in faggio, senza piastre metalliche: una scelta strutturale analoga a quella proposta nell’edificio della società Tamedia a Zurigo. Il nodo è sottolineato dall’ingrossamento della trave sull’appoggio: in effetti il dimensionamento delle travi segue l’andamento delle forze e dei momenti e, pertanto, hanno altezza massima nei punti di appoggio e minima al centro della luce di calcolo. In aggiunta alla loro funzione strutturale, questi agganci costituiscono una caratteristica distintiva del design dell’istituto bancario, un connubio tra architettura e ingegneria. Trascorrere del tempo in un edificio in cui il legno è presente in modo così marcato ha risvolti psicologici, infatti, benché sempre più persone vivano nelle aree urbane, abbiamo interiorizzato in noi stessi, in maniera più o meno consapevole, il legame con la natura e con i materiali che la natura ci mette a disposizione. Diversi studi arrivano alla conclusione che l’uso del legno abbia un effetto positivo sulla percezione umana dell’ambiente circostante ed è stato dimostrato che riduce lo stress: oltre al vantaggio del benessere collettivo, ci sarebbe un vantaggio economico, difficilmente misurabile, conseguente a una sua applicazione negli ambienti di lavoro. Il progetto presentato può essere uno dei pionieri per la realizzazione di edifici in legno multipiano destinati a terziario. Ci sono buone ragioni per credere che, a breve, anche Milano avrà uffici con struttura interamente in legno. È vero che il mercato delle materie prime negli ultimi due anni è stato (e continua a essere) foriero di notevoli rincari: particolarmente colpito è stato il legno, il cui costo è arrivato a essere triplicato. Speriamo che, nonostante ciò, grandi strutture in legno siano presto un altro fiore all’occhiello per una città che negli ultimi anni ha saputo rinnovarsi e arricchirsi di architetture contemporanee innovative, come meritava.

I MATERIALI DELLA STRUTTURA
In calcestruzzo armato sono stati realizzati i tre livelli interrati e i quattro nuclei di controvento che arrivano fino in copertura e sono utilizzati per servizi e collegamenti verticali: questi forniscono la stabilità laterale complessiva alla struttura, in quanto su di essi sono trasferiti i carichi orizzontali attraverso l’azione diaframmatica dei solai in legno CLT da 200 mm. Il CLT è sostenuto da travi in legno lamellare (GL30c), su una maglia strutturale da 5,4 m: le travi sono divise in due, su entrambi i lati delle colonne (GL30c), per fornire continuità e facilitare il montaggio. Ogni trave è larga 38 cm ed è composta da 3 parti: un elemento esterno in legno lamellare di 19 cm, un inserto di rinforzo in LVL di faggio di larghezza 6 o 8 cm (altezza 54 cm), un’ulteriore trave in legno lamellare di larghezza 11 o 13 cm (altezza 54 cm) che si arresta sul filo interno del pilastro. La continuità dei pannelli di solaio in CLT sopra le travi principali è garantita da pannelli in LVL di abete rosso. Le colonne sono continue dal livello 3 al tetto e sono in legno lamellare di sezione 38x50 cm: nella parte più alta dell’edificio sono lunghe 23 metri e raggiungono il settimo piano. In corrispondenza dell’impalcato del livello 3 è richiesta una struttura ad hoc per trasferire i carichi alle colonne del piano terra che sono arretrate di circa 2,23 metri rispetto alla facciata superiore (riduzione della larghezza dell’edificio). La zona d’ingresso ha una doppia altezza con un numero ridotto di colonne per creare uno spazio libero molto ampio: a causa delle forze in gioco, le colonne e le travi a questo livello sono in legno LVL di faggio (i pilastri hanno sezione 48x80 cm e sono alti fino a 7,5 metri). Perimetralmente, allineata ai serramenti in facciata, è presente una trave di bordo in legno di sezione 16x92 cm a elevate prestazioni (GL70) che fornisce rigidità alle lastre in CLT in particolare in prossimità degli sbalzi.

CONNESSIONI STRUTTURALI E RESISTENZA AL FUOCO
Le connessioni tra gli elementi strutturali sono realizzate con modalità diverse a seconda della grandezza e del tipo di forze da trasferire. La premessa alla base del progetto è quella di massimizzare l’uso di connessioni legno-legno senza acciaio, ovvero capaci di trasferire tutte le forze necessarie per pressione diretta tra due parti in legno, dove possibile: in particolare, sono stati adottati spinotti in faggio di diametro 8 cm. Solo dove necessario, per motivi strutturali o di montaggio, sono state utilizzate alternative metalliche (non visibili), come viti per legno autofilettanti, barre d’acciaio filettate, perni in acciaio con piastre in acciaio. Grazie all’alta qualità e alle minime tolleranze nella fabbricazione dei componenti in legno massiccio, i collegamenti possono essere eseguiti con un alto livello di precisione e sicurezza. La resistenza al fuoco della struttura - tutti i principali elementi strutturali sono progettati per garantire una resistenza al fuoco di 90 minuti - non ha creato difficoltà in quanto un comportamento al fuoco ben definito e prevedibile è una proprietà intrinseca del legno massiccio. Le colonne e le travi in legno sono state progettate usando il metodo della sezione residua che definisce una profondità di carbonizzazione nei minuti di resistenza richiesti (per questo progetto è di 70 mm): tale strato isola il nucleo della sezione impedendo il suo riscaldamento e mantenendo la sua piena resistenza (la sezione residua viene verificata per la combinazione di carico critico del fuoco). Tutte le connessioni sono interne e protette in caso di incendio.

SOSTENIBILE E SORPRENDENTE
Fin dall’inizio, il team di progettazione era consapevole che il legno, come materiale da costruzione, ha intrinseci benefici salutari e ambientali. È una scelta sostenibile: se proveniente da foreste gestite in modo responsabile, è probabilmente uno dei migliori strumenti che architetti e ingegneri hanno a disposizione per ridurre le emissioni di gas serra e immagazzinare carbonio negli edifici. Per arrivare a una decisione finale e convincere il futuro proprietario, una porzione dell’edificio è stata analizzata economicamente durante la progettazione preliminare valutando due possibili alternative: struttura in legno/calcestruzzo e struttura in acciaio/calcestruzzo. Confrontando questo pacchetto di costi con l’intero costo del progetto, compresi i costi generali, la differenza tra acciaio e legno si riduceva all’1,4%: un così ridotto delta economico è stato considerato accettabile a fronte dei vantaggi ambientali ottenibili (ulteriormente incrementati dall’adozione di un tetto verde ad alta efficienza energetica). Il trionfo del legno è rappresentato dalle sorprendenti rampe di scale che dominano l’atrio centrale. Per essere in grado di produrre la complessa struttura, sono state necessarie quattro operazioni di incollaggio: in primo luogo, sono state prodotte travi di legno lamellare monocurve, che sono state poi divise e curvate nella seconda direzione. Poi è stato fresato il contorno e incollato uno strato superiore continuo. Per finire, il quarto passo di incollaggio è stato utilizzato per il collegamento con il corrimano, anch’esso prodotto in due passi di incollaggio. Con una lunghezza sull’asse centrale della scala di 15 m, il punto massimo di altezza della rampa è pari a 4,8 m. Oltre al legno lamellare e incrociato, è stato utilizzato per il rivestimento delle scale un lamellare realizzato a partire da legno di faggio, composto da sfogliati dello spessore di 3 mm, che conferisce ai singoli gradini un aspetto molto particolare.

Scheda progetto
Progettisti: Helen & Hard, SAAHA
Programme: office building
Address: Christen Tranes gate 35, 4007 Stavanger, Norway
Periodo di costruzione: 2016-2019
Costo di costruzione: 406 mill NOK excl mva (2016)
Total cost: 650 mill NOK excl mva (2016)
Total area: 3,200 mq
Usable floor area: 22,500 mq (13,500 mq over ground, 9,000 under ground)
Committente: Sparebank 1, SR-Bank
Team Helen & Hard: Siv Helene Stangeland, Reinhard Kropf, Peter Feltendal, Njål Undheim, Guillermo Ramirez, Mariana Calvete and Håvard Auklend
Team SAAHA: Thor Olav Solbjør, Adnan Harambasic, Aasmund Vinje, Zsuzsanna Tolnai, Florian Müller
Project management: Nyland Byggeadministrasjon AS (prior to tender), Veidekke Entreprenør
Building management: Veidekke Entreprenør
Project manager: Else Marie Jonsson, Finansparken Bjergsted
Timber engineering: Degree of Freedom; Creation Holz (Hermann Blümer)
Civil engineering: Multiconsult
Geological consultant: Multiconsult
Technical consultants: DNF
Fire consultant: Cowi
Acoustic consultant: Sinus
Contractors and suppliers Contractor: Veidekke Entreprenør
Timber delivery: Moelven Limtre
Timber assembly: Faber bygg / Moelven Limtre
Ceilings and interior walls: Moelven Modus
Façade delivery: Rubicon (Schüco facade system)
Estimated annual energy use: 74 kWh/mq in heated area
Environmental classification: Energy marking A
Energy source: 24 ground source heatpumps; usage of heat from data cooling (ca 35 kW); electric boiler to take peak loads
Glulam (spruce): ca. 1,100 mc
LVL (beech): ca. 600 mc
CLT: ca. 1900 mc
Weight (timber construction): ca. 1800 tons
CO2 capture: ca. 2750 tons
Awards: 2022 EUmiesaward (European Union prize for contemporary architecture) - Nominee, 2019 Byggeindustrien – Building of the Year – Timber Building of the Year, 2018 World Architecture Festival - WAF Award (Office – Future Project) - Commended
Photos: Sindre Ellingsen, Jan Inge Haga, 3D4Drones, Helen & Hard
Text: Debora Nezosi

Arketipo 156, Low Tech, Maggio 2022