Uno dei temi di maggiore interesse nel rapporto tra costruito e paesaggio in Cina riguarda l’interazione con le grandi vie d’acqua che attraversano il Paese. Questo dialogo visivo e simbolico, che in diverse fasi ne attraversa la storia dell’architettura e dell’arte, si è concretizzato anche in questi ultimi anni in molteplici operazioni di trasformazione dei waterfront, in contesti sia urbanizzati che non urbanizzati, sia già occupati e quindi interessati da operazioni di recupero e riuso sia ancora liberi e incontaminati e quindi aperti a interventi di nuova costruzione a bassa densità. Emblematico di questa seconda condizione è il recente progetto per alcune “stanze-barca” in un resort realizzato dal Design Institute of Landscape & Architecture della China Academy of Art lungo il Fuchun River. Il fiume, che nella sua estremità orientale attraversa la città di Hangzhou e sfocia nell’omonima baia a sud di Shanghai, si snoda nel tratto meridionale in un paesaggio lussureggiante lungo il quale sono sorti nel tempo alcuni villaggi e piccoli insediamenti residenziali e alberghieri che beneficiano della straordinaria condizione naturalistica determinata dal rapporto tra il percorso dell’acqua e la folta vegetazione circostante. Quello di cui fanno parte queste “stanze-barca”, in particolare, è il Fuchun New Century Wonderland Resort, collocato nella città di Jiande a 5 km a est dell’antica città di Meicheng e composto da una sequenza di costruzioni affacciate su un piccolo bacino d’acqua di forma circolare adiacente alla linea fluviale.

Questo complesso, progettato dagli stessi autori, è costituito da edifici la cui differente dimensione, funzione e organizzazione spaziale è correlata alle specifiche condizioni dei siti in cui sono collocate: a est del lago, in posizione baricentrica, è il nucleo centrale con l’ingresso, i ristoranti e i servizi principali; a nord e a ovest, immerse nella vegetazione che circonda il lago, sorgono alcune unità modulari con camere indipendenti; sempre a ovest del nucleo centrale, ma a ridosso del lago, si trovano invece le “stanze-barca”. Obiettivo di fondo che accomuna le componenti del sistema, lo studio degli spazi aperti e dei collegamenti, è la riduzione dell’impatto ambientale, l’intensificazione del dialogo con il sito e la dissoluzione del confine tra architettura e natura attraverso alcuni principi guida ispirati alla sostenibilità in fase di uso e costruzione: il disegno dei percorsi carrabili è in continuità con la topografia originaria per minimizzare gli interventi, le acque reflue sono raccolte, filtrate e riutilizzate per le attività di manutenzione, i materiali di scavo sono impiegati per la realizzazione delle nuove pavimentazioni e dei muri di contenimento lungo le strade. L’insediamento si articola in cinque unità modulari adagiate tra gli alberi, ciascuna occupata da una stanza da 50 metri quadri, raggiungibili da un percorso retrostante e diversamente orientate a seconda delle visuali e della situazione della vegetazione che le circonda. Lo spazio si sviluppa longitudinalmente ed è composto da tre moduli strutturali uguali: il primo è occupato dall’ingresso e dal bagno, il secondo dalla camera da letto, illuminata da un grande lucernario collocato al centro della stanza, il terzo da un soggiorno che si apre verso la grande terrazza semicircolare affacciata sul fiume.

Il Design Institute of Landscape & Architecture della China Academy of Art, autore dell’intervento, è stato fondato nel 1984 e svolge la sua attività nell’ambito dell’industria delle costruzioni, della decorazione d’interni, della pianificazione urbana e rurale, della tutela dei beni culturali e, nell’ambito in cui rientra questo progetto, dell’architettura del paesaggio. Con le sue 16 sedi, l’istituto ha realizzato in questi anni diverse opere (soprattutto alberghi e centri comunitari) fondate sulla ricerca di una stretta relazione tra costruito e natura e caratterizzate da un approccio discreto e rispettoso dell’identità locale: tra queste rientrano l’Anji Erlu Resort (2018) presso la città di Huzhou, costituito da alcuni volumi in legno circondati dalla vegetazione sul pendio di una montagna, l’Hangzhou Senbo Resort (2019), composto da una serie di piccole unità collocate lungo il tortuoso percorso all’interno di una foresta di Myrica cerifera e - con la stessa sensibilità di fondo - le “stanze-barca” sul Fuchun River. Per le condizioni geografiche al contorno - una costruzione posizionata in un contesto di notevole valore paesaggistico, affacciata sul fiume, immersa nel verde e circondata dalle montagne - e per il tipo di edificio - un albergo costituito da più organismi architettonici differenziati per uso, organizzazione spaziale e materiali - quest’opera presenta alcune analogie con l’Alila Yangshuo Hotel a Guilin di Vector Architects (vedi “Arketipo” n. 123 / 2018), un nuovo luogo dell’ospitalità collocato in uno dei paesaggi carsici più belli del Paese. La differenza consiste nel fatto che in quel caso si trattava di un intervento di riuso in cui la storia si esprimeva in modo tangibile, concretizzandosi in un vecchio zuccherificio realizzato negli anni del decentramento industriale, mentre in questo si tratta di una serie di nuove costruzioni in cui il riferimento alla storia avviene su un piano indiretto e intangibile, ponendosi come rielaborazione tipologica delle tradizionali abitazioni sul fiume di una piccola comunità locale. In comune è invece la ricerca di un certo tipo di esperienza, incentrata sul distacco dalla città, sulla conoscenza diretta del territorio, sull’immersione nella natura mediato da spazi di grande raffinatezza che, nell’architettura contemporanea dell’ospitalità in Cina, si sta sempre più consolidando.

LA STRUTTURA DEI CINQUE MODULI
Dal punto di vista costruttivo il corpo principale di ciascuna camera è sorretta da una palificazione in tubi di acciaio fissati sul fondo del lago, dalla quale si erge una struttura in legno con componenti prefabbricate e assemblate in loco. L’edificio è realizzato con quattro moduli in legno, ciascuno costituto da due travi simmetriche in abete nordamericano a semiarco, con una piccola giunzione a X all’incrociarsi delle due componenti in copertura. Tra gli elementi strutturali si estendono invece le superfici curvilinee di tamponamento, con un rivestimento esterno in tegole di cedro rosso di tre diverse dimensioni posizionate con un leggero sfalsamento dal basso verso l’alto. La configurazione geometrica della struttura è visibile sia all’esterno, dove le travi conferiscono un ritmo regolare alle facciate lunghe laterali, che all’interno, dove il giunto a X tra i due semiarchi è visibile grazie al lucernario collocato nel modulo centrale. La configurazione di queste unità è pensata in riferimento alle specificità costruttive e alle preesistenze tipologiche locali della piccola comunità di pescatori che si era qui insediata per diverse centinaia di anni, tra la dinastia Ming e la dinastia Qing, e nel tempo aveva affinato - come una “tribù sull’acqua” - una serie di tecniche e tradizioni per poter vivere in simbiosi con il fiume e con il suo ecosistema.

Scheda progetto
Project location: Meicheng, Jiande
Completion year: 2018.01
Construction area: 265 m2
Architects: The Design Institute of Landscape & Architecture China Academy of Art CO., LTD.
Lead architects: Xiawei Chen, Lijun Ke
Architects: Tuo Jin, Kai Wang, Jianzheng Zhou
Photos: AGOVision

Arketipo 164, Green Towards Biophilia, Aprile 2023