Caffè e ristoranti

Capire realmente l'architettura di una città, capire quanto i manufatti architettonici corrispondano alle esigenze e alla crescita culturale di una società, implica un'obbligatoria digressione dai luoghi deputati a rappresentarne l'immagine ufficiale - gli edifici pubblici, i musei, i centri direzionali - e calarsi tra i mutevoli e contraddittori volti degli spazi più vicini alla vita dell'uomo: entrare nelle case, comprare nei negozi, ristorarsi in un piccolo bar.
Questi, infatti, sono i frammenti della città in cui le persone effettivamente trascorrono la propria vita, sono oggetto di cambiamenti e trasformazioni repentine per seguire le mode o i mutamenti del gusto, ovvero i baluardi della tradizione e delle abitudini consolidate che appartengono allo "stile di vita" della città.
In particolare tali luoghi pubblici, rispetto a quelli privati - all'intimità e specificità dell'abitare domestico - rappresentano un'interessante scala intermedia del progetto architettonico: legati da un lato alle problematiche tipiche degli interventi di interni più vicini alle esigenze fisiche e psicologiche dell'uomo, condizionati, dall'altro, dall'essere destinati a un ampio numero di persone, del cui immaginario divengono, talvolta inconsapevolmente, la rappresentazione più genuina. [...]

Il progetto di tali luoghi è diventato quindi oggetto di ricerche e sperimentazione non solo di architetti ma anche di designers, artisti, operatori nel campo della moda che propongono spesso materiali innovativi e soluzioni distributive rivolte alle aspettative di un pubblico divenuto esigente.
Stimolano sinergie tra l'architettura, l'arredamento, la decorazione, le arti visive e la grafica, ma anche la musica, i messaggi pubblicitari, le espressioni multimediali.
Proprio questo, talvolta irriverente, carattere "sperimentale" li distingue dall'architettura degli edifici e dei grandi interventi urbani: da un lato il progetto di tali ambienti programmaticamente tende a praticare strategie diverse da quelle della ricerca architettonica tout court, dall'altro, sempre più spesso, in essi si tende a verificare, come una sorta di esperimento in vitro, possibilità espressive e potenzialità dello spazio che poi troveranno un'applicazione anche in edifici di altre dimensioni e destinazioni.
Materiali inconsueti per il mondo della costruzione e della tettonica, pelli cangianti, schermi al plasma che propongono immagini a grandezza naturale spesso si trovano a convivere con legni preziosi, marmi lucidi, laterizi e metalli dal sapore antico. [...]
Visti quindi dal punto di vista dei suoi destinatari, i luoghi di ristori rappresentano la materializzazione di alcuni principi insediativi essenziali tra cui quello dell'accoglienza sembra essere predominante e assumere una declinazione originale: in essi -in uno spazio pubblico- si cerca cioè di trasporre potenzialità, qualità e intensità dello stare insieme che invece appartengono naturalmente al rapporto che si instaura in un ambiente privato, quando qualcuno invita altri a condividere il proprio spazio. Nel termine "accogliere" si può leggere infatti l'idea del "prendersi cura", di dedicarsi cioè con partecipazione all'avvento di altri nel proprio spazio esistenziale, disponendosi a far sì che chi sopraggiunga possa percepire lo spazio attorno a sé come il proprio spazio. [...]
Pensare all'architettura dall'interno significa pensarla attraverso gli occhi di chi la fruirà. Tutto ciò riportato nell'abito dei criteri progettuali porta, dal punto di vista pratico, a pensare all'architettura e all'uomo insieme considerando che sia l'una che l'altro non possono essere chiusi in canoni e codici riproducibili e misurabili e che soprattutto il progetto è solo il momento iniziale di un processo da cui il progettista è il primo a staccarsi e che proseguirà senza il suo controllo.
Rispetto a tali considerazioni sull'ambiente domestico, l'accoglienza è una categoria dell'essere che appartiene agli spazi pubblici lì dove questi vengono assunti come luoghi in cui riprodurre azioni o relazioni di una certa intimità che normalmente appartengono alla sfera del privato.
Il desinare, così come l'incontrarsi consumando pasti fugaci oppure degustando bevande, evoca ritualità che nascono da azioni primarie quali il nutrirsi e l'incontrarsi. Esse, riproposte nella vita pubblica servono a intervallare il ritmo quotidiano, fatto di lavoro e relazioni con altri, con piccoli riti che, pur se si sono consolidati nel tempo in ambienti specializzati quali appunto i luoghi di ristoro, derivano dalla memoria più antica di gesti e comportamento familiari.
La differenza è proprio che tali luoghi non sono la casa di qualcuno che ci ospita ma sono invece la scena in cui si svolgono azioni già cariche in sé del principio dell'ospitalità e del relazionarsi con gli altri.
In questo senso, rispetto alla casa che deve necessariamente spostare la sua essenza dalle sue strutture e dai suoi arredi a coloro che la abitano, ambienti quali i bar o i ristoranti sono invece costretti a demandare, proprio all'organizzazione dello spazio in cui si svolgeranno le relazioni tra gli uomini, la capacità di evocare l'intimità e l'atmosfera in cui far trovare a proprio agio i fruitori. I luoghi del ristoro tendono, in un certo senso, a costruire l'ospitalità, a realizzare una scena adeguata in cui possono innescarsi relazioni tra le persone, riuscendo ad ispirare un adeguato senso di accoglienza.
Essi rappresentano una sospensione nella vita pubblica e si pongono come spazi collettivi dove svolgere, anche in più persone, attività altrimenti appartenenti alla propria sfera privata.
Da questo punto di vista si giustifica l'estrema variabilità di gusto e di stile che essi propongono, dovendo avvicinarsi il più possibile a condizioni personali imperscrutabili.
Dalla scelta di rivolgersi a un tipo di utente piuttosto che a un altro discende anche l'immagine -ora più austera e decadente, ora più sbarazzina e provvisoria- che essi cercano di suggerire attraverso la loro conformazione, i materiali, gli arredi e i complementi di finitura.
Visti tutti insieme, tali luoghi riescono a rappresentare uno spaccato della società di questi ultimi anni: alcuni di essi sono nati su gusti già consolidati, altri hanno proposto modalità di utilizzo dello spazio che oggi troviamo normalmente negli spazi domestici, alcuni appaiono più datati, altri forse devono trovare ancora una loro collocazione nella storia dell'abitare; ciò non toglie che ognuno di loro lascia trasparire la vita degli uomini che lo frequentano, che nel bene o nel male ne hanno decretato il successo o il fallimento, e che li hanno collocati nello spazio urbano come oasi e rifugi, come, in definitiva, piccoli monumenti del quotidiano.

Tratto da: L. Andreini, N. Flora, P. Giardiello, G. Postiglione (a cura di), Caffè e ristoranti, Federico Motta Editore

<b>Alfredo Arribas</b> - Euronet Cafè, Francoforte, Germania, 1997

Alfredo Arribas - Euronet Cafè, Francoforte, Germania, 1997

<b>Claesson Koivisto Rune studio</b> - 
One Happy Cloud Restaurant, Stoccolma, Svezia, 1997

Claesson Koivisto Rune studio -
One Happy Cloud Restaurant, Stoccolma, Svezia, 1997

<b>Claesson Koivisto Rune studio</b> - 
One Happy Cloud Restaurant, Stoccolma, Svezia, 1997

Claesson Koivisto Rune studio -
One Happy Cloud Restaurant, Stoccolma, Svezia, 1997

<b>Pepe Cortes</b> - 
Tragaluz Restaurant, Barcellona, Spagna, 1990

Pepe Cortes -
Tragaluz Restaurant, Barcellona, Spagna, 1990

<b>Freixes Miranda Varis arquitectes sl.</b> - 
Nodo Restaurant, Madrid, Spagna, 1998

Freixes Miranda Varis arquitectes sl. -
Nodo Restaurant, Madrid, Spagna, 1998

<b>Jakob+MacFarlane studio</b> - 
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

Jakob+MacFarlane studio -
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

<b>Jakob+MacFarlane studio</b> - 
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

Jakob+MacFarlane studio -
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

<b>Jakob+MacFarlane studio</b> - 
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

Jakob+MacFarlane studio -
Restaurant Georges, Parigi, Francia, 2000

<b>Lazzarini & Pickering studio</b> - 
nil Bar e Ristorante, Roma, Italia, 1997

Lazzarini & Pickering studio -
nil Bar e Ristorante, Roma, Italia, 1997

<b>Mecanoo architecten</b> - 
Brasserie Blauw, Delft, Olanda, 1999

Mecanoo architecten -
Brasserie Blauw, Delft, Olanda, 1999

<b>Rundell & associates ltd.</b> - 
Pharmacy Restaurant & Bar, Londra, Inghilterra, 1998

Rundell & associates ltd. -
Pharmacy Restaurant & Bar, Londra, Inghilterra, 1998

<b>Jean Nouvel</b> - 
Brasserie Schutzenberger, Strasburgo, Francia, 2000

Jean Nouvel -
Brasserie Schutzenberger, Strasburgo, Francia, 2000