Le chiavi di lettura dell’edificio della Caisse d’Epargne Bourgogne-Franche Comté (del gruppo BPCE), localizzato nella periferia nord di Digione, sono molteplici. Chi è abituato a progettare e realizzare strutture in legno, confrontandosi con la necessità di studiare molto attentamente i dettagli costruttivi in caso di esposizione agli agenti atmosferici, potrà vedere nella soluzione adottata la possibilità di godere della bellezza del legno lasciato a vista, pur con la tranquillità di proteggerlo dall’acqua grazie alla pelle esterna vetrata. Dal punto di vista strutturale, è visibile una dissociazione tra i componenti a seconda del loro ruolo e della loro funzione in risposta alle azioni in gioco: quelle dinamiche sull’esoscheletro controventante, quelle statiche sul sistema a travi e pilastri tamponato con pareti intelaiate isolate. Le croci di Sant’Andrea, peraltro messe in evidenza dalla distanza dalla parete isolata, disegnano la facciata e la caratterizzano fortemente: gli elementi in diagonale richiamano le intelaiature delle case a graticcio così diffuse nel passato in questa zona della Francia, ancora visibili in molti nuclei abitati, incluso il centro storico di Digione. Molto interessante, quindi, la rivisitazione in chiave contemporanea di un sistema costruttivo tradizionale, omaggio al know-how francese nel campo della carpenteria lignea.

Con riferimento al territorio, è percepibile la promozione di un impiego consapevole delle risorse locali in quanto la regione della Borgogna-Franca Contea vanta un patrimonio forestale consistente: trattasi di un tema caro alle linee guida di sostenibilità ambientale che fanno da filo conduttore (anche attraverso protocolli specifici) in molte delle attuali (e più lungimiranti) realizzazioni edilizie. Uso di risorse naturali ed esito architettonico esemplare sono principi significativi per una Committenza che vuol dare di sé e dei propri investimenti una certa immagine, in particolare nei confronti dell’impegno per l’ambiente: la costruzione diventa pertanto un manifesto degli obiettivi e delle modalità d’azione della Caisse d’Epargne Bourgogne-Franche Comté. Entrando in una descrizione più tecnica, il fabbricato è localizzato su un terreno leggermente in pendenza che consente di creare un piano seminterrato aperto sul lato est (destinato a parcheggi e locali tecnici) e un piano terra rialzato, con una terrazza con affaccio sull’ambiente circostante e non solo: quando è bel tempo la sommità del Monte Bianco emerge in lontananza. A piano terra, pilastri bianchi in acciaio sostengono la struttura lignea esterna e si connettono alla parete retrostante con una carpenteria metallica a Y. Tale fila di colonne delimita un piccolo percorso protetto lungo il perimetro fino al grande portico in corrispondenza dell’accesso principale su Avenue Françoise Giraud. Dal portico, pavimentato con pietre della Borgogna, parte un asse sud-nord che taglia tutto il volume, attraversando un patio prima di arrivare davanti alla chiusura verticale trasparente della lobby d’ingresso, al di là della quale sono visibili sia la luce dell’atrio che quella dei serramenti dell’accesso secondario. Il rapporto con la luce naturale che caratterizza il piano terra prosegue ai piani superiori: tutti gli uffici e tutte le sale meeting beneficiano di illuminazione naturale, infatti, il volume ha una pianta rettangolare di lati 40,50x62 metri per i primi 3 livelli ma con una larghezza massima di 18-21 metri tra esterno ed esterno (patio) oppure tra esterno e atrio. Tale larghezza si riduce a 13,5 metri nei successivi 4 piani che formano una stecca di 22 metri di altezza con andamento sud-ovest/nord-est: il livello più alto ha una terrazza verso ovest (ombreggiata da listoni orizzontali in legno) e una grande sala riunioni verso est.

La pelle vetrata è posizionata in modo leggero sull’eso-struttura in legno, mediante un sistema a tiranti e staffe puntuali: è appesa alle travi superiori e controventata su tutta l’altezza dell’immobile. L’effetto complessivo cambia molto a seconda delle condizioni meteo: il legno può essere totalmente visibile oppure restare solo come sfondo quando sul vetro viene riflesso il paesaggio circostante o vengono riverberati i raggi solari. I progettisti hanno sottolineato quanto sia fondamentale utilizzare correttamente tutti i materiali da costruzione, impiegando il materiale giusto al posto giusto e non dimenticando le funzioni fondamentali di calcestruzzo e acciaio, accanto a quelle di legno e vetro. La scelta delle soluzioni costruttive va effettuata con la massima attenzione all’ottimizzazione (che vuol dire riduzione dello spreco delle risorse) e alla durabilità nel tempo (che vuol dire riduzione dei costi di manutenzione). L’insieme di questa costruzione e del parcheggio pluripiano a struttura lignea del lotto accanto al momento della messa in cantiere è stato definito “il più grande insediamento a uso misto in legno ad oggi”. In realtà, se lo è ancora, non lo resterà per molto perché altri investimenti immobiliari simili sono in fase di progettazione o di edificazione in Francia, ad esempio nei pressi di Parigi una serie di cantieri analoghi è già stata lanciata, anche in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Tuttavia si tratta di un segnale positivo perché quello che interessa la collettività non è tanto avere “l’edificio più…” quanto godere di “tanti edifici più…” (più sostenibili per l’ambiente, più attenti alla scelta dei materiali, più performanti dal punto di vista energetico...), ovvero beneficiare di una coscienza costruttiva positiva che sia condivisa e propositiva, nell’ottica di costruire sempre meglio in modo diffuso, nel tempo e nello spazio.

OTTIMIZZAZIONE DELL’USO DEL LEGNO
L’edificio presenta nel seminterrato e a piano terra una struttura in calcestruzzo armato che diventa poi totalmente in legno ai piani superiori (salvo che per i pilastri perimetrali in acciaio a piano terra), in particolare: - i nuclei di irrigidimento (due nel corpo alto e due nel corpo basso) sono in CLT; - la struttura principale è a pilastri in legno lamellare (una fila in facciata e una doppia fila sul corridoio centrale) con travi principali in LVL (di sezione molto ridotta); - i solai sono in CLT in corrispondenza dei nuclei di controvento e dei corridoi in distribuzione, sono invece con travi secondarie in legno lamellare con soletta prefabbricata in calcestruzzo sui vari locali; - le facciate sono a pareti intelaiate in legno con isolamento interposto ai montanti (a esclusione di quelle in CLT dei nuclei di controvento). La pannellatura esterna è in larice; - l’esostruttura di controventamento è in legno lamellare. L’approccio progettuale è volto all’ottimizzazione dell’uso del legno: la tradizione costruttiva francese è improntata a limitarne le quantità, probabilmente in conseguenza a un patrimonio forestale composto principalmente da latifoglie (nel nord-est e nel centro-sud del Paese), piante che hanno una crescita molto lenta. Le conifere invece, più diffuse in altre nazioni, sono in grado di rinnovarsi nel giro di poche decadi e possono portare a un uso più consistente di soluzioni in legno pieno, tipo CLT. In questa realizzazione il CLT è usato solo nelle posizioni in cui è strettamente necessario per ragioni di controventamento. Relativamente alla progettazione antincendio, ogni piano è diviso in compartimenti di circa 300 metri quadri, separati da pareti con prestazione al fuoco EI60. Anche i tre nuclei di distribuzione verticali sono compartimentati REI60 e sono dotati di finiture interne incombustibili. L’intercapedine vetrata è interrotta ogni due piani da partizioni tagliafuoco e da griglie di ventilazione che consentono, se necessario, di evacuare velocemente i fumi.

UN EDIFICIO SOSTENIBILE
L’edificio è stato eretto quasi interamente mediante un assemblaggio a secco di sistemi prefabbricati: travi, pilastri, solette e pareti (queste ultime preassemblate in moduli verticali su due piani di altezza, ovvero lunghe pressoché 7 metri). Il legno utilizzato è pari a circa 2.600 metri cubi il che significa che sono state immagazzinate approssimativamente 2.600 tonnellate di anidride carbonica. Il fabbricato, nonostante le finestre non si aprano, presenta un’alta qualità dell’aria interna: i materiali usati negli uffici sono tutti classificati A+ in termini di emissioni VOC, il sistema di ventilazione permette livelli di ricambio dell’aria superiori a quanto richiesto dalle normative e, in aggiunta, la presenza del legno negli spazi interni permette una naturale regolazione dell’igrometria degli ambienti. Il riscaldamento e il raffrescamento sono distribuiti per mezzo di controsoffitti radianti. Il raffrescamento è ottenuto tramite un sistema adiabatico che raffresca l’acqua in circolo nei controsoffitti. L’impianto di riscaldamento è connesso alla rete di teleriscaldamento locale a biomassa, con una stima di consumi sei volte inferiore a quella di una costruzione tradizionale. Essendo stato realizzato con elevati livelli di isolamento termico, si ha un consumo energetico di solo 15 KW/h per metro quadro all’anno e si può parlare di edificio “passivo”. Nell’analisi in termini di comfort interno vanno considerati i risvolti bioclimatici della cortina in vetro extra-chiaro della doppia pelle: la ventilazione dell’intercapedine è garantita dalle fasce in grigliato che interrompono la continuità dei pannelli vetrati ogni due piani. In fase di progetto è stato ipotizzato che tale rivestimento consenta in inverno di non avere mai meno di zero gradi all’interno dell’intercapedine.

Scheda progetto
Architecture and construction supervision: GRAAM architecture:
Team GRAAM: Alice Mucchielli, head project manager; Mathias Romvos, Founder of GRAAM; Arthur Vinel, architect on the project
Structural engineering: C&E ingénierie, Jean-Marc Weill
Timber structure consultant: Wolfgang Winter
MEP engineering: Hydraeco, Henri Vergnieux
Economy: ATEEC, Didier Moreil
General contractor: Forestarius
Timber structure: Simonin
Glass façade: Viry
M&E installations: Engie
Excavation work: Roger Martin
Photos: Nicolas Waltefaugle

Arketipo 168, Strutture, ottobre 2023