Campi d'impiego

I graniti vengono commercializzati generalmente in lastre o in blocchi parallelepipedi, in base all'utilizzazione prevista.
I blocchi vengono di solito usati per oggettistica, componentistica ed arredo urbano e vengono indicati tramite le loro dimensioni; la maggiore è la lunghezza, l'intermedia la larghezza e la minore è lo spessore.
Le lastre di forma rettangolare vengono utilizzate per pavimentazioni e rivestimenti interni ed esterni; attualmente si possono ottenere lastre di notevoli dimensioni con spessori contenuti e anche fogli molto sottili, rinforzati ed irrigiditi con supporti eterogenei, utilizzati principalmente nei rivestimenti.

Pavimentazioni
Grazie alle loro caratteristiche di durabilità e di estrema resistenza all'usura i materiali granitici sono notevolmente impiegati sotto forma di lastre per le pavimentazioni sia esterne che interne.
Per gli esterni le lastre devono essere rifinite con superfici scabre, in modo da limitarne la scivolosità, evitando quindi le operazioni di levigatura e la lucidatura; i trattamenti più frequenti sono la fiammatura e la bocciardatura.
Per pavimentazioni e rivestimenti interni si usano lastre di spessori molto ridotti che vengono posate con legante di allettamento, solitamente levigate e lucidate, facendo attenzione ad ottenere la perfetta connessione fra i giunti, la planarità superficiale e l'uniformità cromatica.

Rivestimenti
Le lastre per il rivestimento interno vengono messe in opera prevedendo il fissaggio degli elementi lapidei mediante connettitori in acciaio, direttamente sulla struttura dell'edificio o mediante listellatura lignea di supporto, riempiendo eventualmente lo spazio intermedio con impasto legante.
La posa in opera si dovrebbe eseguire in condizioni climatiche intermedie, evitando di applicare elementi in forte stato di dilatazione o di contrazione, per contenere le sollecitazioni di trazione o compressione indotte dalle variazioni stagionali.
Le lastre, variamente trattate in superficie (bocciardate, fiammate, scalpellate, levigate), vengono rifinite lungo il perimetro con l'arrotondamento degli spigoli, con la bisellatura (smussatura perimetrale diagonale della parte superiore dello spigolo) o la limbellatura (asportazione di parte del materiale lapideo con creazione di una fascia perimetrale incavata).
La realizzazione del rivestimento può avvenire secondo il sistema tradizionale o secondo quello più funzionale della facciata ventilata.

Rivestimenti esterni tradizionali
prevedono il riempimento con malta degli intersizi tra struttura e rivestimento e le lastre vengono fissate alla struttura di supporto con spinotti in acciaio inossidabile.
La malta, di consistenza appena fluida, viene fatta colare riempiendo l'intercapedine tra rivestimento e muratura, cercando di effettuare il getto per fasi progressive per evitare di gravare la struttura con carichi eccessivi.
A causa dei diversi coefficienti di dilatazione termica tra la pietra del legante e la malta dell'imbottitura si genera frequentemente il distacco delle lastre dal supporto, e la stessa cosa tende a verificarsi tra la pietra del rivestimento e la struttura in cemento armato sottostante.
Per garantire al cemento armato di seguire le proprie variazioni dimensionali, senza provocare lo sgretolamento del rivestimento, le lastre devono essere messe in opera distanziate, mantenendo quindi un margine tra i giunti.

Applicazione mediante dispositivi meccanici di ancoraggio
si realizza quando è necessario fissare gli elementi lapidei uno ad uno al supporto in modo che risultino indipendenti gli uni dagli altri, quindi si utilizzano dispositivi di ancoraggio imperniati nelle coste degli elementi stessi, murati o imbullonati alla parete.
La scelta del tipo di ancoraggio, in acciaio inossidabile o zincato, dipende sia dal formato e dal peso degli elementi lapidei, sia dal tipo di supporto.
Per evitare collegamenti troppo rigidi e permettere eventuali movimenti di esercizio possono essere interposte delle guarnizioni. Per fissare l'ancoraggio al supporto vengono murati nella muratura portante degli elementi metallici, detti zanche, quasi sempre in acciaio inossidabile e conformati per l'aggancio alle lastre lapidee, altrimenti ci si serve di tasselli ad espansione meccanica, oppure, in caso di supporti murari poco compatti, tasselli chimici o cementi autoespansivi.

Rivestimenti esterni ventilati
è una tecnica che si è andata perfezionando grazie alla realizzazione di spessori sempre più sottili che hanno consentito una diminuizione dei costi, dei tempi di posa e del carico sulle strutture. Il principio di base consiste nell'eliminazione dello strato di malta dietro le lastre per creare una camera d'aria di almeno 4-5 cm, facendo si che il rivestimento si possa muovere indipendentemente dal muro, a cui è fissato meccanicamente, e possa assorbire senza danni i movimenti differenziati.
Il fissaggio viene effettuato direttamente alle strutture portanti di elevazione, evitando per quanto possibile la connessione alle chiusure di tamponamento, mentre la ventilazione della camera d'aria viene realizzata con delle aperture in alto ed in basso nella facciata che favoriscano il tiraggio naturale e la dispersione all'esterno della condensa.
Viene creata una sottostruttura a telaio in profilati d'acciaio che, ancorati alla struttura muraria, permettono ad ogni lastra un sostegno autonomo, rendendo possibile la regolazione in tutte le direzioni e permettendo la risoluzione di problemi dovuti a scarsa rettilineità delle pareti.

Tratto da "Atlante dei materiali di cava"; supplemento di AREA n.60, Federico Motta Editore