Il risparmio energetico rappresenta uno dei principali ambiti di intervento dell’Unione Europea, che si pone come obiettivo, entro il 2020, importanti riduzioni della produzione di gas serra, dei consumi di energia primaria e un aumento della produzione energetica da fonti rinnovabili. Di primaria importanza risulta quindi il miglioramento energetico degli edifici esistenti che si inseriscono tra i principali attori dell’eccessivo consumo di risorse. In quest’ottica di rivalorizzazione del patrimonio edilizio esistente si colloca il progetto di riqualificazione del Campus Monneret, un pensionato per studenti e lavoratori a Milano in zona Lambrate, costruito nel 1965 e storicamente di proprietà della Fondazione Cariplo. Il progetto del nuovo Campus Monneret, inaugurato nel settembre 2015, rappresenta un vero e proprio esempio di collaborazione tra pubblico e privato che ha visto interagire strettamente Comune di Milano, Fondazione Housing Sociale, Investire SGR e un gruppo di progettazione composto da GaS Studio (capo gruppo), D&D, Arching e lo studio Tecnico Licigno. L’amministrazione comunale, infatti, al fine di promuovere la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente attraverso l’edilizia universitaria convenzionata, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, ha concesso benefici volumetrici aggiuntivi fino al 40% per gli immobili caratterizzati dai criteri di efficienza energetica della Classe A. L’obiettivo del progetto è stato quello di intervenire su un edificio esistente, già adibito a studentato, per risolvere alcune importanti problematiche energetiche e di sicurezza e per creare un nuovo, moderno ed efficiente complesso residenziale studentesco, incrementando il numero dei posti disponibili per gli studenti fuori sede e offrendo loro soluzioni abitative di qualità ed economicamente convenienti. La struttura si rivolge a studenti universitari, ricercatori, dottorandi, erasmus, professori e lavoratori fuori sede che abbiano le più svariate esigenze di ospitalità: di pochi giorni fino a undici mesi.

Il nuovo Campus Monneret è frutto della riqualificazione di un edificio esistente e della realizzazione di due nuove costruzioni. Grazie a una strategia progettuale che ha voluto minimizzare gli sprechi in pianta, il complesso può ora contare su 137 appartamenti e 268 posti letto che risultano suddivisi in tre edifici uniti tra loro da un corpo centrale che accoglie la reception. La distribuzione degli spazi è pensata per favorire l’interazione tra gli ospiti: a tale scopo l’intero piano terra di due edifici ospita aule studio, aule informatizzate e zone relax comuni. Data la posizione dell’edificio all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato, i progettisti hanno prestato un’attenzione particolare alla relazione dell’edificio con il contesto, caratterizzato anche dal lento lavoro di riqualificazione dei quartieri Rubattino, Lambrate e Feltre. L’incremento di altezza ha consentito un notevole aumento della capacità ricettiva della struttura; inoltre, essendo la residenza il primo edificio che si incontra entrando in Milano da est, l’imponenza della nuova facciata parallela al flusso viabilistico sembra quasi rappresentare un invito agli automobilisti a procedere per entrare in città. La facciata rivolta sulla strada ha una nuova impostazione di pieni e vuoti con aperture alte e strette evidenziate da cornici color corten che spesso racchiudono più di una apertura. La facciata rivolta verso l’interno, invece, è caratterizzata da un opposto effetto cromatico, con rivestimento in lamiera verniciata, sempre color corten, e aperture incorniciate da un profilo bianco. Queste soluzioni rispondono all’esigenza di integrare l’edificio nel contesto urbano sebbene la sua forma a L e la sua posizione tendano a emarginarlo dal contesto. Gli elementi di facciata scelti facilitano sicuramente il dialogo sia con gli edifici di mattoni dell’adiacente quartiere Feltre sia con la complessa realtà periferica milanese caratterizzata da un’improvvisa densificazione del costruito. La scelta dei materiali è stata sicuramente il frutto di un’attenta analisi guidata, da un lato, dalla ricerca della funzionalità e, dall’altro, dall’esigenza di mantenere contenuto il budget di spesa.

Nel progetto tutti i materiali degli interni sono stati selezionati prestando particolare attenzione alla resistenza agli urti e alla facilità di manutenzione, caratteristica fondamentale nella gestione di strutture complesse come lo studentato. I colori e le forme corrispondono a un’idea architettonica ben definita, ma i materiali sono stati scelti tra quelli che, nel rispetto della filosofia progettuale, rispondevano meglio a caratteristiche tecnico/funzionali/ economiche predefinite. Il progetto dell’involucro si basa sull’equilibrio tra un esterno “duro” e un interno “morbido” che, dal punto di vista progettuale, si è tradotto nella scelta di materiali che esprimano al meglio la dicotomia dei due aspetti. Per le parti esterne dell’edificio è stato utilizzato un intonaco a cappotto, materiale “duro” e povero, mentre per le parti interne è stata adottata una più preziosa facciata metallica. Le inevitabili esigenze di manutenzione, hanno reso indispensabile l’utilizzo di metalli verniciati con un trattamento dall’effetto simile al corten. Il Campus è stato quindi concepito, sia dal punto di vista architettonico sia da quello tecnologico, con l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia che sia in grado di offrire ai propri ospiti il massimo comfort e la massima sicurezza. Il risultato finale è un completo e profondo progetto di riqualificazione che è stato in grado di intervenire su un edificio esistente armonizzandolo col contesto urbano, creando un ambiente confortevole per gli occupanti e permettendogli di rispettare i più attuali standard di sicurezza e di efficienza energetica.

INVOLUCRO E IMPIANTI INTEGRATI
A seguito dell’intervento di riqualificazione, il Campus Monneret è stato in grado di ottenere la classe energetica A in base alle specifiche CENED Lombardia. Questo risultato è stato possibile grazie a opportune scelte impiantistiche e di involucro. L’adozione di un rivestimento a cappotto ha permesso l’eliminazione dei ponti termici, influenzando positivamente il fabbisogno energetico dell’edificio. Le chiusure verticali, anche grazie all’utilizzo di uno strato di 10 cm di isolante (EPS120 o lana di vetro secondo i casi), sono caratterizzate da ridotti valori di trasmittanza termica che variano tra 0,133 e 0,174 W/mqK. Per quanto concerne, invece, le chiusure orizzontali, l’utilizzo di EPS 120 o di poliuretano in lastre garantisce valori di trasmittanza rispettivamente di 0,199 e 0,188 W/mqK. Per quanto riguarda gli impianti termomeccanici, invece, la progettazione ha optato per un impianto di tipo misto aria primaria e ventilconvettori, con l’impiego di pompe di calore acqua/acqua installate nella centrale termica al piano interrato. La scelta di questa specifica tipologia di pompe è stata dettata dall’obiettivo di utilizzare apparecchiature con elevato rendimento e basso impatto ambientale, grazie al fatto che utilizzano come energia primaria l’acqua di falda e la corrente elettrica senza la necessità del gas metano. L’impianto ad aria primaria ha il compito di neutralizzare i carichi latenti controllando l’umidità dell’ambiente e di garantire il ricircolo d’aria nei locali; esso è costituito da un’unità di trattamento dell’aria alimentata direttamente dai fluidi che provengono dalla centrale termica, da un sistema di canali per la distribuzione dell’aria e dai terminali per la diffusione della stessa negli ambienti. L’impianto ad acqua, invece, è composto da una serie di ventilconvettori alimentati dall’acqua fredda e calda prodotta direttamente dalla centrale. Questo impianto si occupa della neutralizzazione dei carichi sensibili e delle dispersioni permettendo, quindi, la regolazione della temperatura in ciascun locale.

Scheda progetto
Località: Milano, Italy
Progettista: ATI - GaS Studio, D&D, Arching, Studio Tecnico Locigno
Superficie costruita: 6,100 mq
Periodo di costruzione: 11.02.2014 09.09.2016
Collaboratori: Costanza Gammieri, Paolo Battaglia, Patrizia Scrugli , Fabrizio Volpe, Vlad Ivanescu
Impresa principale: L’Avvenire 1921 Soc. Coop
Direzione lavori: Giacomo Sicuro
Serramenti: Giuliani Soc. Coop.
Vetri: AGC Your Glass
Sistemi di oscuramento: Tende Chateau D’ax
Porte esterne: Giuliani Infissi
Porte interne: Zanini Porte
Photos: Stefano Gusmeroli

Arketipo 107, Energia, novembre/dicembre 2016