Architetture in dettaglio – Il nuovo complesso museale-memoriale dedicato ai caduti delle due Guerre Mondiali

Il museo nasce dalla necessità di sostituire lo spazio espositivo dedicato alla guerra nel centro di Ottawa. L'obiettivo del complesso non è la celebrazione della guerra,
ma delle persone che servirono e morirono per proteggere la libertà.
Il tema fondamentale dell'architettura è la rigenerazione: la capacità della natura e del tempo di guarire le ferite provocate dalle ostilità e di cancellarne ogni traccia. Così
l'erba del tetto giardino ricopre l'edificio e lo “rigenera”, come i prati ricoprono le rovine della battaglia e rinnovano i luoghi lacerati dalla devastazione.
Il complesso è collocato nell'area di Le Breton, una zona delimitata a nord dal fiume Ottawa e a ovest dal centro città. L'area ha una storia molto travagliata: intorno alla
metà del XIX secolo, con lo sviluppo economico della città, abitazioni e industrie cominciarono a sorgere fino a quando, nel 1900, un incendio devastò la zona; nel 1960
l'area venne espropriata per ospitare nuovi edifici governativi, ma una disputa sul suo utilizzo e sulla contaminazione del suolo fece restare inutilizzato il terreno per 40
anni. Nel 2000 una commissione governativa per la conservazione e lo sviluppo del territorio ricevette mandato dal Governo di riqualificare l'area e il fiume: nasceva il
processo di “rigenerazione” del sito, culminato con la realizzazione del museo.
Il progetto comincia nell'estate del 2001 e si conclude nel novembre del 2004; l'edificio viene inaugurato nel 2005 in occasione del 60° anniversario del VE-Day - 8 maggio
- il giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa. Una delle richieste della committenza era il mantenimento di un corridoio visivo tra il nuovo museo e il
Parlamento. L'architetto è andato ben oltre, facendo coincidere l'asse principale del museo con l'orientamento del collegamento visivo tra i due edifici più importanti della
città. Così, dall'interno della Sala della Rigenerazione, attraverso una vetrata triangolare molto allungata, il visitatore può ammirare, in lontananza, la Torre della Pace del
Parlamento. L'edificio, lungo 250 metri e largo 120, è distribuito su tre livelli e ha una superficie complessiva di pavimento di oltre 40.000 metri quadrati. Due accessi, uno
a sud e l'altro a nord, conducono alla sala d'ingresso. Il “cuore” dell'edificio si trova nella parte est del livello principale collegato ad alcuni ambienti di supporto; al livello
inferiore, oltre ad altre zone per esposizioni e alla conservazione delle collezioni d'arte, è collocato un ampio parcheggio; al livello superiore sono presenti aree non aperte
al pubblico (uffici amministrativi e locali tecnici).
Il tema della guerra viene ripreso da diversi elementi dell'architettura del complesso.
All'esterno, è presente un percorso pedonale a zig-zag (La Traverse), simile a una trincea, con il quale il visitatore può scendere dalla cima della copertura, da dove è ben
visibile il rivestimento di rame della Sala della Rigenerazione, fino alla passeggiata lungo il fiume Ottawa. Nel progetto si è fatto largo uso di calcestruzzo, sia in gran
parte della struttura sia come elemento di rivestimento esterno e interno. La struttura viene utilizzata per comunicare e per creare atmosfere che disorientino il visitatore e
lo possano avvicinare allo stato d'animo del soldato in battaglia: i setti di calcestruzzo armato vengono inclinati con pendenze variabili e, nelle pareti, vengono inseriti
serramenti di piccole dimensioni posizionati in modo irregolare, come fossero fori provocati da colpi di cannone. Inoltre, i serramenti sulla facciata di rame della Sala della
Rigenerazione e sulle pareti di calcestruzzo del corridoio che collega l'ingresso con la Galleria Le Breton sono stati studiati per creare delle scritte in codice Morse
leggibili dall'esterno dell'edificio (“Museo Canadese della Guerra”; “Nel caso in cui dimenticassimo”). La struttura viene utilizzata per comunicare emozioni anche nella
Sala della Rigenerazione. Qui i portali di acciaio creano uno spazio snello e solenne, quasi come fosse una cattedrale, dove poter ritrovare un senso di pace, condizione
instabile come instabile sembra essere anche l'architettura soprastante.
Molte delle pareti sono state lasciate intenzionalmente spoglie, libere da distrazioni; la spiritualità degli ambienti raggiunge il suo apice nella Sala della
Commemorazione. Qui il ricordo delle persone sacrificate per la libertà viene celebrato in un ambiente a forma di cubo con il lato pari a 9 metri, dove la luce entra riflessa
da uno specchio d'acqua presente nella camera e attraverso una piccola finestra collocata di fronte alla lapide del Milite ignoto. La camera e la disposizione degli
elementi presenti sono stati studiati affinché alle ore 11 di ogni 11 novembre - momento della firma dell'armistizio che mise fine alla Grande Guerra - la luce del sole
penetri all'interno della piccola apertura e illumini esattamente la lapide.
Con quest'opera l'architetto, affiancato da un esteso gruppo di lavoro, ha voluto celebrare il forte legame con la sua nazione ed esprimere quelle sensazioni che porta
dentro sin dall'infanzia, segnata dall'esperienza diretta della guerra, trasformandole in un'architettura intrisa di profonda spiritualità.

Struttura che crea emozioni
La struttura è un'abile combinazione di elementi di calcestruzzo armato, calcestruzzo precompresso e carpenteria metallica, lasciati perlopiù in vista perché parte
integrante della visione architettonica d'insieme.
I grandi setti inclinati di calcestruzzo sono disseminati lungo tutta l'area dell'intervento e se, da un lato, avvantaggiano il comportamento anti-sismico dell'edificio,
dall'altro, creano complicazioni in termini di controllo delle dilatazioni termiche dell'intero sistema. Proprio per minimizzare le tensioni interne indotte da tali sollecitazioni,
i progettisti suddividono la struttura dell'edificio in 6 macro aree inserendo 5 giunti di dilatazione principali.
L'area di ingresso al museo, completamente libera da colonne nonostante un carico in copertura notevole per la soluzione a tetto giardino accessibile da parte del
pubblico, è risolta con l'utilizzo di travi di calcestruzzo precompresso a cavi post-tesi. Nella sala espositiva principale devono poter essere alloggiati mezzi militari di
notevoli dimensioni e peso: sono infatti presenti aerei e carri armati con peso fino a 60 tonnellate. Per poter rispondere a tali richieste, la struttura del solaio è realizzata
con una piastra di calcestruzzo spessa 31,5 cm. Per la copertura della sala sono utilizzate travi reticolari di carpenteria metallica (luci fino a 25 m) sostenute da gruppi di
3 colonne circolari. Il sistema strutturale della Sala della Rigenerazione è costituito, invece, da 11 portali di acciaio con differente geometria e inclinazione per poter
creare uno spazio alto e allungato. L'ultimo portale ha una larghezza alla base di 3,3 m ed è alto 30. Al fine di garantire un'esecuzione senza problemi, la complessa
geometria della struttura è studiata con modelli tridimensionali in grado di interagire con i diversi software utilizzati dall'architetto, dallo strutturista e dall'esecutore.

Il calcestruzzo diventa arte
I materiali utilizzati all'interno del museo sono grezzi, molte superfici sono ruvide e le giunzioni degli elementi spesso sembrano non curate, ma, al contrario, la scelta
dell'appaltatore si è orientata verso un esecutore in grado di garantire un controllo delle imperfezioni tale da trasformare il calcestruzzo da semplice materiale strutturale a
finitura, scultura, arte.
Le superfici di calcestruzzo (e le loro imperfezioni) sono state studiate per creare tre differenti motivi. Il primo, utilizzato per la maggior parte delle facciate e dei setti
interni, è ottenuto con casseri costituiti da assi verticali non piallate e di diversa larghezza. Le assi sono giuntate in modo da far colare parte di calcestruzzo dalle fughe,
così come il sangue cola dalle ferite della guerra. La seconda finitura superficiale è realizzata utilizzando vecchi pannelli di compensato, precedentemente impiegati
come casseri e scartati a causa della superficie diventata irregolare o per la presenza di nodi del legno. I pannelli, tagliati in dimensioni e geometrie diverse, sono
assemblati in modo casuale per realizzare una trama irregolare. L'effetto finale della parete sembra rappresentare una foto aerea di una distesa di campi coltivati (una
delle fonti di ispirazione dell'architetto, infatti, sono stati i paesaggi e la natura del Canada). Nella Sala della Commemorazione è realizzato l'ultimo motivo superficiale.
Qui la texture è liscia, pulita e regolare, caratterizzata da una serie di striature verticali che, insieme alla regolarità della geometria dell'ambiente, inducono l'individuo alla
riflessione.
Infine, il rame, utilizzato come rivestimento esterno di parte delle coperture, è inserito anche come finitura interna. Gli elementi di rame che rivestono alcune pareti della
galleria Le Breton sono lastre che precedentemente ricoprivano il tetto della libreria del Parlamento del Canada.

Rigenerazione ambientale
Il concetto della rigenerazione è rafforzato da diversi aspetti legati al tema della sostenibilità ambientale e al rispetto della natura e del suo lavoro.
Buona parte delle chiusure perimetrali sono costituite da due lastre di calcestruzzo gettato in opera. Tali pareti sono progettate prestando attenzione al contenimento del
fabbisogno energetico mediante l'inserimento di uno strato di materiale coibente tra i due elementi di calcestruzzo.
Il comportamento inerziale dell'edificio, per la riduzione dei picchi giornalieri di guadagni e perdite di calore e la conseguente riduzione delle dimensioni degli impianti di
climatizzazione, è garantito dal contributo sia del calcestruzzo (circa 32.000 m3) sia della copertura verde. Il tetto giardino, al tempo stesso, assicura anche un adeguato
isolamento termico e mitiga il deflusso delle precipitazioni atmosferiche da una copertura di oltre 10.000 m2.
Il fiume Ottawa può essere considerato parte integrante del sistema impiantistico del complesso. L'acqua del fiume, infatti, ha diversi utilizzi nell'edificio: è fonte di
energia per le pompe di calore elettriche dell'impianto di climatizzazione, viene impiegata per operazioni che non richiedono l'uso di acqua potabile (scarichi dei WC,
lavaggio dei veicoli, irrigazione delle piante), sostituisce le torri evaporative del circuito di raffreddamento dell'acqua dei chiller. L'utilizzo dell'acqua del fiume consente un
risparmio annuo dei costi di gestione pari a 50.000 dollari.
Altro aspetto legato al risparmio energetico è l'utilizzo del calore assorbito dal circuito di raffreddamento dei chiller per la deumidificazione dell'aria da climatizzare.
Nel complesso sono presenti, infine, aree espositive esterne, il cui sistema di condizionamento prevede l'utilizzo dell'aria estratta dagli ambienti interni, nuovamente
filtrata e trattata per rispondere alle condizioni ambientali del singolo spazio.

Allegati

Scheda progetto

Luogo: Ottawa, Canada

Committente: Canadian War Museum e Canadian Museum of Civilization Corporation

Progettista: Moriyama & Teshima Architects (MTA) e Griffiths Rankin Cook Architects (GRC)

Tempi di realizzazione: 2001-2004

Superficie costruita mq: 40.860 m2

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dettaglio01

Dettaglio sezione verticale lungo la Sala della Rigenerazione

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Dettaglio sezione verticale in corrispondenza dell’aggancio tra chiusura perimetrale e copertura

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dettaglio03

Dettaglio sezione verticale di una chiusura perimetrale in corrispondenza de La Traverse