Un piccolo complesso edilizio adibito a cantina vinicola, ai limiti dell'area del Chianti senese. La winery dell'azienda agricola La Macinaia si estende su una superficie di circa 500 metri quadri ed è costituita da due distinti corpi di fabbrica adiacenti, articolati intorno al vano tecnico centrale. Il progetto dell'architetto Sante Bonitatibus si è concentrato su un'area di intervento compresa tra le vaste superfici aziendali destinate a vigneto, in posizione dominante rispetto allo sviluppo dei filari vitati. I fabbricati sono stati realizzati completamente interrati, sfruttando, attraverso l’andamento in sezione, il naturale dislivello del terreno; e leggermente ruotati l’uno rispetto all’altro, in maniera da assecondare la curvatura della collina.
I fabbricati de La Macinaia sono realizzati in cls armato gettato in opera e ricoperti da terreno di scavo; il fronte a valle, dove sono ubicati i portali di accesso, è stato rivestito con conci di pietra naturale, proveniente dagli sbancamenti e opportunamente lavorati in situ. I serramenti esterni sono realizzati su disegno in acciaio corten. I diversi corpi di fabbrica sono accompagnati alla sommità del fronte esterno da una pensilina a sbalzo completamente ricoperta dal terreno di scavo e rivestita in acciaio corten che, segno grafico oltre che funzionale, segue lo sviluppo dei fronti con autonomo e differenziato svolgimento narrativo.
L’obiettivo progettuale, teso alla sostanziale “integrazione” con i luoghi, si fonda essenzialmente su due principi caratterizzanti.
Il primo trae ispirazione diretta dalla cantina tradizionale, storicamente di piccole dimensioni, coerentemente proporzionata alle capacità produttive dell’azienda agricola. Nel progetto si ripropone la funzione primaria della cantina, intesa come mero luogo di trasformazione e conservazione dei vini. La cantina La Macinaia è progettata in maniera “essenziale”, badando in primo luogo alla funzionalità, e limitando l’esercizio della forma allo stretto indispensabile, secondo i tipi dell’architettura rurale. Il riferimento all’architettura tradizionale, quasi una “citazione”, è evidente nella tipologia dell’accesso alla barricaia direttamente dalla strada interpoderale, attraverso il portone in legno sul fronte seminascosto. Il secondo principio rimanda direttamente alle tecniche costruttive. L’interramento della cantina riduce al minimo l’impatto visivo nella percezione del paesaggio agrario, e favorisce la creazione di un naturale microclima interno, ideale per l’ottimale conservazione e invecchiamento dei vini contribuendo, nel contempo, alla riduzione dell’impegno energetico per la climatizzazione.