Nonostante l'alluminio sia uno dei sei elementi più abbondanti della crosta
terrestre il suo uso è relativamente recente, date le sue caratteristiche di
essere fortemente elettronegativo e di possedere un'alta affinità per
l'ossigeno. Questi fattori resero difficile l'estrazione del metallo fino alla
seconda metà del XIX secolo quando vennero affinati i processi industriali di
lavorazione. In natura si trova nella maggior parte delle rocce, nel suolo,
nelle argille ma sempre in combinazione con l'ossigeno e altri elementi, in
particolare non è disponibile che in combinazioni con materiali quali silicati e
ossidi. Il materiale che maggiormente contiene minerali di alluminio è la
bauxite, per circa la metà del suo volume, che rappresenta
quindi il principale materiale utilizzato nella lavorazione. I giacimenti più
ricchi di bauxite si trovano in Australia e Jamaica.
La proprietà più nota dell'alluminio è la sua leggerezza: la densità è di
2,70, ovvero circa un terzo di quella dell'acciaio o del rame. Questa
caratteristica è accompagnata anche da una notevole resistenza, igienicità e
malleabilità , che rendono questo metallo particolarmente indicato per i più
disparati utilizzi. L'alluminio e le sue leghe possono essere lavorati, formati,
estrusi e riciclati, possono essere pitturati, rivestiti o anodizzati. Non è
combustibile, nè assorbente, non è un metallo ferromagnetico e non produce
scintille, fatto che lo rende utilizzabile nelle applicazioni elettriche ed
elettroniche o in prossimità di materiali esplosivi e infiammabili, come nelle
strutture per l'estrazione di petrolio o gas in mare. Non è tossico ed è
impermeabile, qualità sfuttate per la produzione di contenitori di alimenti o
imballaggi. L'alluminio non brucia e fonde alla temperatura di 660°, ha
un'elevata conducibilità termica e calore specifico, rispettivamente quattro e
due volte maggiori che nell'acciaio.
Per approfondire resistenza alla
corrosione riflessività , conducibilità e
conduttività leghe rapporto
resistenza/peso resistenza al fuoco
Fonte testo: H. Wilquin, Atlante dell'alluminio, UTET, Torino,
2003
|
|