laboratorio italia – Rovereto, Renato Rizzi e Barbara Borgini hanno progettato l'ampliamento e una riorganizzazione espositiva della Galleria Museo Depero.

Da oltre trent'anni dalla fondazione della Galleria Museo Depero a Rovereto, il MART Museo d'Arte Moderna e Contemporanea propone un intervento di ristrutturazione interna e riorganizzazione espositiva, al fine di dare un giusto completamento alla permanente di via della Terra, a conferma della sua unicità intesa come importante ed insostituibile eredità storico ed artistica. Il progetto appartiene ad un programma museario più vasto ed articolato che investe l'intera città, e prevede la realizzazione del nuovo museo in corso Bettini ed il potenziamento della sede degli Archivi del 900'. La condizione attuale dell'edificio ha richiesto, pertanto, adeguamenti di natura:
tecnico-normativi, così come prescritto dalla legislazione vigente in materia di parametri di sicurezza per gli edifici pubblici. Specialmente per quanto riguarda le vie di uscita, i percorsi del pubblico, le barriere architettoniche, oltre alla dotazione di impianti tecnici (riscaldamento) e speciali (rilevamento fumi, controllo microclima);
architettonico-espositivi, per restituire al patrimonio decorativo, pittorico e scenografico, la possibilità di una corretta qualità rappresentativa. Per esempio, è avvertita la mancanza di uno spazio adeguato alle dimensioni degli arazzi;
funzionali, l'inserimento di un ascensore, la dotazione di nuovi servizi igienici anche per disabili, un piccolo book-shop per cataloghi e riviste.
Questi nuovi requisiti ed attività, non possono certamente trovare una loro logica disposizione all'interno dell'attuale edificio, se non si vuole alterare il già delicato rapporto d'insieme e compromettere inesorabilmente le esigue possibilità espositive dovute alla ristrettezza dello spazio. L'attigua Casa Caden e la relativa corte verso via Portici, offre la possibilità di ampliamento delle superfici del museo tali da poter accogliere tutti quei servizi di supporto elencati, senza peraltro interferire con gli spazi espositivi veri e propri. Il progetto di ristrutturazione si inserisce allora all'interno di questo quadro di riferimento, assumendone vincoli e limiti come latenti potenzialità espressive.

IL PROGRAMMA TEORICO
Futurismo
L'attuale Galleria Museo rappresenta certamente una singolare testimonianza dell'opera dell'artista. Non rappresenta, invece, se non in tono assai minore, la complessa natura dionisiaca del Futurismo, del suo pensiero vitale e furioso, spalancato sugli eventi e sempre pronto ad inghiottire il divenire della vita.
Questa tensione primigenia è congelata solo sulla superficie dei dipinti appesi in ordine alle pareti. La preoccupazione di Depero non è più quella di creare uno spazio futurista, “tumultuoso”, dove sono le idee a trovare la loro rappresentazione: un luogo, appunto, dove architettura e pittura si 'compenetrano', si intrecciano fino ad esplodere in quelle forme spaesanti che ci colpiscono per il loro stupore. Sorpresa e shock sono qui sostituiti dalla misura, dalla bella disposizione. In effetti la Galleria nasce come volontà di affermazione, come riconoscimento del valore del proprio lavoro. La spinta creativa e sofferente, l'energia dislocante che aveva sostenuto la traiettoria deperiana si esaurisce nella parabola acquietante del Museo.
Il progetto ricerca allora nel confronto con la profondità e la molteplicità di questi significati la possibilità di una loro rappresentazione, di un loro apparire nelle forme, nel rispetto, però, anche di quelle scelte espositive maturate da Depero.
Il modello organizzativo
Il nuovo impianto distingue l'edificio in due parti:
corpo A – corrispondente agli attuali spazi del museo, articolati su 3 livelli, a conferma della funzione espositiva;
corpo B – riguardante il volume e la corte di Casa 'Caden', predisposto per l'inserimento di tutte le funzioni di servizio. Esso contiene il nuovo sistema principale delle scale di collegamento ai piani, l'ascensore, i servizi igienici ed il book-shop.
Questa soluzione permette la riorganizzazione delle nuove attività di servizio rimanendo all'interno dell'edificio, evitando così difficili ampliamenti resi impossibili dall'assenza di spazio e dalla particolare configurazione dei fronti strada.
L'intervento architettonico prevede lo «svuotamento» di Casa 'Caden'; del museo, si mantiene il piano attuale di ingresso con la 'Sala Rovereto'- nucleo originario e testimonianza dei principi artistici di Depero -, proponendo, invece, un volume unitario tra il II ed il III piano. In tal modo si realizzano due 'scatole', una per i servizi, l'altra per una sala espositiva a doppia altezza. Una sorta di edificio nell'edificio che trasforma il precedente spazio 'cellulare' in un organismo di spazi compenetranti.
Il modello distributivo
Le due 'scatole' poste all'interno delle vecchie murature perimetrali formano un intercapedine contenente i percorsi principali. Lo spazio del percorso fa da tramite tra l'antico ed il nuovo, restituendo alle dimensioni interne la loro potenzialità espressiva.
Densità, compattezza, verticalità, profondità, rappresentano le nuove caratteristiche di questo luogo.
Il modello distributivo, a differenza del precedente, che disponeva di un'unica entrata da via della Terra, propone lo sdoppiamento degli accessi, permettendo il collegamento con via Portici e, valorizzandone di conseguenza la corte. Il sistema dei percorsi così pensato, si trasforma in un itinerario 'periferico', disegnando un paesaggio che oscilla tra pittura ed architettura.
Paesaggio interno
In un punto di soglia si addensa tutta la rappresentazione dello spazio architettonico. Un limite, quasi l'assenza di una «cornice», distingue il mondo della pittura dal mondo dell'architettura.
È il luogo interstiziale dei percorsi. Un bordo che non è più un confine che esclude o che separa. Alla linea del suo tracciato corrisponde il filo che noi seguiamo per costruire la nostra esperienza. Come dal taglio di una ferita sgorga a flotti il sangue, così questo luogo si riempie di immagini a conferma della loro vitalità espressiva.
È appunto lungo questi percorsi, a volte affiancati da pareti strapiombanti – e qui riappare l'analogia con la verticalità dei muri del castello – o a volte sospesi sopra un vuoto profondo, che riemerge la forza della storia, il disincanto dirompente del futurismo, l'attualità e la congruenza delle forme del moderno.

Concept del progetto
Spazi tra "Tra futurismo e storia, tumulto e silenzio, vertigine e contemplazione, furore e museificazione. Un recupero filologico, lo svuotamento di una casa attigua per collocare i necessari servizi, uno sdoppiamento dei volumi che genera un edificio dentro l’edificio. E qui, tra i due, l’interstizialità dei percorsi, un segno scolpito lungo il succedersi degli spazi, affacci verticali e vertiginosi, risonanza con il Castello di Rovereto. Un lavori col bisturi seziona storia e avanguardia".

- Renato Rizzi e Barbara Borgini -

biografia

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