Burnazzi Feltrin Architetti

«L'esigenza principale da cui è partito il progetto per Casa FG è stata l'idea di avere un'edificio che fosse un'oasi per socializzare. L'area in cui insiste, infatti, prima che fosse costruito era destinata al gioco e alla vita all'aria aperta di tre famiglie. Proprio per questo il progetto è stato sviluppato nel segno dell'accoglienza e strutturato in modo da invitare amici e parenti»: così la progettista Elisa Burnazzi inaugura la descrizione sul progetto di Burnazzi Feltrin Architetti per Casa FG, un edificio monofamiliare a Borgo Valsugana, in Trentino Alto Adige.

La casa sorge di fianco alle abitazioni dei parenti dei committenti e si tratta di un'architettura sviluppata per rispettare il contenimento del suo impatto sull'ambiente e il risparmio energetico. La struttura è in legno e i prospetti ne ricalcano l'identità, mostrando un rivestimento in listelli di larice.
Partecipano al contenimento dei consumi anche gli infissi bassoemissivi in legno di abete laccato bianco, il sistema di riscaldamento a pannelli radianti e di ventilazione meccanica controllata oltre alla presenza del termocamino.

Dal punto di vista compositivo, l'edificio è organizzato su tre livelli: il piano interrato destinato a cantina e locale tecnico, il piano terra con la zona giorno, lo studio e il garage; il piano primo con la zona notte. A caratterizzare la residenza, anche i portici di ingresso, pensati per riproporre il concetto iniziale: accogliere ospiti, proteggendoli subito con porticato che accompagna verso la zona giorno.

La scelta sull'uso di una struttura in legno è stata condivisa fra i progettisti – che dal 2006 ne fanno uso e hanno sviluppato un importante know how – e committenti, una giovane famiglia appassionata all'idea di ottenere un involucro eco.
Davide Feltrin ed Elisa Burnazzi specificano quali sono i punti di forza di questa scelta: «sono soprattutto tre i motivi per cui scegliamo spesso strutture in legno: innanzitutto per il controllo sui costi, perché viene tutto preventivato in maniera molto precisa, quindi i consuntivi sono sempre simili ai preventivi; dopodiché perché c'è un'alta ingegnerizzazione del percorso che obbliga a disegnare ogni nodo, garantendo una perizia superiore rispetto agli edifici tradizionali e, non ultimo, perché i tempi del cantiere sono certi».
In questo specifico caso il cantiere è durato circa 8 mesi, con alcune pause volute dalla committenza, di cui 3/4 mesi per eseguire la listellatura sui prospetti.

L'involucro ha ottenuto la classe A+, garantita anche dalla presenza di pannelli solari e fotovoltaici posati sulla copertura a doppia falda.

Passando dai dettagli sull'involucro edile a quelli sul progetto di interni, il percorso è partito dal 'libro dei sogni', come lo chiamano gli architetti: «cerchiamo di essere molto attenti alle esigenze dei committenti e la prima fase di ascolto corrisponde a quello che noi definiamo 'il libro dei sogni': il cliente compila un quaderno dove attraverso un testo e delle immagini cerca di spiegare cosa ha in mente e quali sono le sue esigenze funzionali, estetiche ed emotive. Noi cerchiamo poi di responsabilizzarli nella scelta – non vogliamo imporre niente – viceversa ci aspettiamo che loro facciano un grosso lavoro per far sì che l'edificio che si andrà a realizzare sia effettivamente quello che loro desiderano

Nel dettaglio, gli interni sono caratterizzati da tonalità chiare e dalla presenza costante di luce naturale, anche nell'ultimo livello, che ospita una finestra sul tetto di Velux.
Le ampie finestrate della zona giorno, inoltre, sono rivolte verso i rilievi circostanti, fra cui il monte Ortigara e la Cima XII e l'orientamento permette un soleggiamento ottimale soprattutto in primavera e in estate.
La maggior parte degli arredi è realizzata su misura per ottimizzare la superficie disponibile e la sua funzionalità; fra questi, anche la cucina, dove i pensili sono infatti studiati per raggiungere il solaio e sfruttare le altezze.

"Da qui è possibile scorgere il castel Telvana e l'accesso avviene da via Giamaolle, la strada che conduce ad Artesella. La morfologia del luogo, l'assenza di recinzioni, i particolari rapporti di vicinato fanno dell'area di progetto “un'oasi” per socializzare. Questa casa unifamiliare vuole essere uno spazio da vivere in quattro famiglie, per cene, giochi all'aperto, scambiare delle chiacchiere. Si è quindi voluto ottenere un volume che desse un senso di accoglienza e che garantisse la vista del paesaggio", chiudono Burnazzi Feltrin Architetti.

Scheda progetto
Luogo: Borgo Valsugana, Trento
Tipologia: architettura, arredo d'interni, arredo d'esterni
Superfici calpestabili: 267 mq (interni), 149 mq (esterni), 790 mq (giardino)
Date: 2015 - 2018
Progettazione: Elisa Burnazzi, Davide Feltrin
Foto: Carlo Baroni