Roma - Casa dell'architettura
Sono intervenuti:
Amedeo Schiattarella: Presidente Ordine Architetti, P.P.C. di Roma e provincia
Esterino Montino: Vicepresidente Giunta Regionale del Lazio
Mario Di Carlo: Assessore alle politiche della casa Regione Lazio
Francesco Garofalo: Docente di Composizione Facoltà di Architettura Pescara
Giovanni Caudo: Ricercatore Urbanistica Facoltà di Architettura Roma III
Francesco Orofino: Consigliere Ordine Architetti, P.P.C. di Roma e provincia
Piano Casa: leggi regionali, scadenza 30 giugno
Lo scorso gennaio 2009 il governo lanciava il Piano casa.
I punti in sintesi:
• Possibilità di aumentare la cubatura della casa per un 20% sul totale;
• Bonus cubatura del 35% per chi abbatte e ricostruisce ;
• Semplificazione delle procedure amministrative.
L'intesa tra Governo, Regioni e Comuni, il 1 aprile 2008, fissava i punti cui dovevano attenersi le regioni. Siamo a fine giugno e si sta ancora aspettando la legge quadro nazionale, ma intanto alcune regione, sulla base del protocollo d'intesa, hanno già legiferato o si apprestano a farlo.
In questo quadro si è voluto inserire il Convegno promosso dall'Ordine di Roma, per rianimare il dibattito sui temi più controversi.
Semplificazione non significa deregulation
Così ha aperto il Convegno il Presidente dell'Ordine, Amedeo Schiattarella. Difendere la governabilità del territorio e l'eccellenza della professione rimangono la costante preoccupazione del Presidente, che ha insistito sulla necessità di definire regole certe e percorsi prioritari per contenere i possibili effetti negativi degli interventi spontanei.
"Il Piano casa può essere un'opportunità, ma bisogna dialogare affinché il provvedimento possa innescare una logica virtuosa e non solo opportunità per i costruttori". Confronto tra i soggetti interessati, insiste il Presidente, facendo notare che solo la Provincia di Roma ha risposto alla lettera aperta inviata dall'Ordine alle pubbliche amministrazioni.
I dubbi del Presidente sono diversi e preoccupanti.
• Chi provvederà, ad esempio, a verificare che le opere di trasformazione non incidano in modo nefasto sugli elementi strutturali dell'edificio?
• Come assicurare che gli interventi siano fatti in sicurezza e siano eseguiti in conformità con i regolamenti edilizi e con quelli igienico-sanitari?
• Come si potranno registrare e quindi controllare, le variazioni delle consistenze immobiliari se verrà abolito l'obbligo di deposito dei progetti presso le Pubbliche Amministrazioni?
• Non c'è il rischio che facili cambi di destinazione d'uso degli edifici possano alterare la struttura sociale delle aree urbane e modificare le previsioni dei piani urbanistici modificando il fabbisogno di servizi?
• Come si impedirà che il mercato delle trasformazioni edilizie diventi, in assenza di forme efficaci di governo e di controllo, un'area di economia sommersa (lavori in nero, mano d'opera non in regola, imprese improvvisate ecc.)?
Servono regole certe, insiste il Presidente. Il Piano è sicuramente un'occasione per gli architetti, ma Schiattarella richiama i professionisti ad un atteggiamento responsabile e sprona il Governo a stabilire un campo di intervento ben definito, affinchè gli architetti possano assumersi le loro responsabilità con chiarezza.
Semplificare le procedure si può fare in tanti modi: su questo punto l'Ordine degli Architetti di Roma è impegnato da tempo nello studio di un sistema informatico che apre il "dialogo diretto" tra tecnici e pubbliche amministrazioni, semplificando efficacemente gli iter burocratici.
Sempre nella logica dell'e-government, l'Ordine sta sviluppando accordi con l'amministrazione capitolina e con i comuni della provincia per offrire la possibilità ai suoi iscritti (tramite firma digitale e posta certificata) di rapportarsi on line con gli uffici e i tecnici dei comuni, presentando DIA e Permessi di costruire tramite posta elettronica certificata. Procedure digitali per l'edilizia - Protocollo d'intesa tra Ordine e Comune di Roma
Politiche della casa
Il Presidente ha terminato il suo intervento invitando a tornare a parlare di "politiche della casa". Bisogna tornare a costruire abitazioni per i meno abbienti per risolvere l'emergenza casa che sta sempre più crescendo nella capitale e tornare a costruire con eccellenza, come in passato, quando il nostro patrimonio storico di edilizia popolare veniva emulato in tutto il mondo.
Tornare a farlo con concorsi di progettazione per non lasciare campo solo ai progetti integrati delle grandi imprese. "Bisogna riqualificare le periferie e premiare con cubature aggiuntive chi segue percorsi virtuosi e ricorre a concorsi di progettazione". Conclude il Presidente.
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commento alla riforma