Casa Miggiano  

Progetto: Umberto Riva
Collaboratori: Giacomo Borella, Paola Froncillo, Francesca Riva
Struttura: Paolo Casatel
Cronologia:
progetto 1989
costruzione febbraio 1991 - novembre 1996
Superficie lotto: 1.483 mq
Superficie coperta: 178 mq
Superficie totale: 331 mq

Casa Miggiano a Otranto rappresenta una tappa importante nel lavoro di Umberto Riva: dopo molti anni dedicati alle ristrutturazioni e al disegno di interni, è ritornato a progettare il 'nuovo'. I lavori di costruzione dell'edificio si sono protratti per più di sei anni, con lunghe interruzioni, tanto che, come racconta l'architetto, la casa 'non è mai stata nuova', poiché il tempo ha cominciato a lasciare le sue tracce sull'edificio prima ancora che fosse terminato. E ora che è finito, sembra 'appartenere da sempre a quel luogo'. Nella progettazione esecutiva e nella realizzazione, Riva ha dovuto fare i conti con una struttura produttiva basata su piccole imprese, che, salvo alcune eccezioni, ha perso i legami con la cultura artigianale tradizionale, senza aver acquisito competenze nel campo delle nuove tecniche costruttive.Ma le difficoltà, che forse avrebbero scoraggiato un architetto con un diverso approccio progettuale, sono state affrontate da Riva con un atteggiamento simile a quello adottatati nel cantiere di restauro: il risultato finale non può essere interamente prefigurato dal progetto, nasce invece da successive approssimazioni, dall'adattamento alle condizioni date, dalla soluzione del difetto di esecuzione come se si trattasse di un 'imprevisto' del progetto di restauro, dalla progettazione 'sul posto'. Ciò comporta un progetto 'labile'; al contrario, il disegno deve contenere segni forti, che non possono essere fraintesi; il progetto deve 'resistere' all'esecuzione imprecisa. E' il caso dei serramenti in legno, il cui dettagliato disegno esecutivo è stato, nella realizzazione, completamente disatteso. 'Alla fine, dice Riva, ciò che importa non è il dettaglio, ma la dimensione e le proporzioni delle finestre, pensate per dosare e valorizzare l'intesa luce del Salento'. In alcuni casi, l'inesperienza degli esecutori, unita a una grande disponibilità, si è rilevata utile, poiché ha consentito la realizzazione di soluzioni che, in un contesto produttivo diverso, avrebbero comportato costi insostenibili. L'intonaco, steso per campi, con uno stacco tra il piano verticale e quello orizzontale ottenuto con la posa in opera di fasciame di legno, è in calce mescolata con polvere di tufo (secondo un uso tradizionale nel Salento) a cui sono stati aggiunti ossidi diversi, ottenendo colorazioni in pasta che hanno una particolare 'profondità cromatica'. Tutti i muri sono in tufo, materiale tradizionale per ora ancora diffuso in Puglia e nel Salento, che ben si adatta alla realizzazione di angoli non retti, caratteristici del modo di progettare di Riva. Alla tradizione locale fanno riferimento anche l'uso della pietra leccese per dare 'decoro' alla facciata 'con la sottolineatura degli angoli e dei raccordi tra i piani verticali e orizzontali-, la corte aperta scavata nel volume compatto dell'edificio, il disegno del giardino chiuso da muri, con zone sopraelevate e pergolato d'ingresso.

Chiara Baglione 'Tradizione senza nostalgia' Casabella n.645 maggio 1997