©Francesca Maiolino

Il progetto di Casa PB, sviluppato dall'architetto Francesca Pierucci, è nato in virtù del Piano Casa del 2009.
Consiste nella realizzazione di un piccolo villino unifamiliare a partire dalla demolizione e ricostruzione, con aumento di cubatura e parziale cambio di destinazione d'uso, di due box auto in muratura fuori terra.
L'edificio è stato realizzato a partire dallo stesso filo fisso dei box auto preesistenti, in adiacenza all'edificio residenziale principale, di cui Casa PB costituisce un ampliamento, benché da esso indipendente.

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Il Piano Casa, legge straordinaria che ha consentito la realizzazione di Casa PB, prevedeva infatti la possibilità di ampliare di una certa quantità gli edifici esistenti in deroga alle possibilità edificatorie previste dagli strumenti urbanistici vigenti: l’intervento si caratterizza dunque come un ampliamento dell’unità immobiliare attigua, con cui Casa PB condivide il giardino, benché sia stato realizzato un nuovo passo carrabile di sua pertinenza.
I distacchi dagli altri fabbricati e dai confini e precisi vincoli in termini di cubatura realizzabile sono stati dunque i primi stringenti input progettuali a cui attenersi.

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Ubicata nella periferia sud-est della capitale, Casa PB è stata ultimata nei primi mesi del 2021. In calcestruzzo armato, poggia su un podio in travertino ed è caratterizzata dall’iconica forma del tetto: un unico piano che si ripiega su se stesso, intersecando il volume di mattoni in laterizio facciavista.
All’interno gli ambienti sono così distribuiti: al piano terra si trovano il soggiorno con angolo cottura e un bagno, il locale tecnico per l’alloggiamento degli impianti tecnologici e il box auto, con doppio accesso dall’interno e dall’esterno; al primo piano si trovano due camere da letto, un bagno e la terrazza, che abbraccia l’edificio su tre lati.
Soggiorno e cucina si affacciano sul retro del lotto, che è la parte più intima e riservata del giardino, rispetto al fronte ovest che si affaccia invece su una via molto trafficata.

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Il podio in travertino costituisce un’estensione, all’esterno, del soggiorno: trovandosi alla stessa quota di calpestio interna del piano terra ed essendo riparato dallo sbalzo del terrazzo del primo piano, offre la possibilità di essere vissuto per gran parte dell’anno.
La seduta che delimita verso ovest il podio è anch’essa in travertino e oltre a costituire un elemento di arredo segna un confine fisico che rende questo spazio più raccolto.
Al travertino sono stati abbinati altri due materiali principali: il laterizio, che è il protagonista di tutte le pareti esterne del villino, e l’alluminio, usato con la tecnica della doppia aggraffatura per il rivestimento del tetto. La scelta del travertino e del laterizio si deve al loro essere dei materiali costruttivi tipicamente romani, che qui si è voluto reinterpretare in chiave contemporanea, inserendosi, in un contesto edilizio periferico di non particolare pregio, con un’architettura di qualità.

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La via dove è ubicato il villino è caratterizzata, infatti, per la maggior parte da palazzine rivestite in cortina di mattoni; nel caso di Casa PB non si tratta però di un semplice rivestimento in listelli di mattoni, bensì di mattoni trafilati, che grazie al loro spessore e ai fori interni già di per sé collaborano al raggiungimento di un buon isolamento termico.
Il pacchetto murario, di circa 52 cm, è costituito da un primo strato di intonaco di circa 2 cm verso l’interno della casa, da uno di mattoni forati alleggeriti dello spessore di 30 cm allineato alla maglia strutturale dei pilastri, da uno strato isolante di lana di roccia di 6 cm e infine dal paramento esterno di mattoni trafilati in laterizio dello spessore di 12 cm.

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Grazie allo strato isolante che corre tutto intorno alla maglia dei pilastri si evitano i ponti termici in prossimità delle strutture e la parete, così costituita, contribuisce al conseguimento da parte dell’edificio della classe energetica A4.
La parete esposta a sud del primo piano è schermata da un ulteriore paramento di mattoni sostenuti a sbalzo, grazie a mensole di supporto in acciaio inox, impernate alla base e alla sommità sulla testa delle solette in cemento del terrazzo e della falda di copertura: appositi binari di alloggiamento delle mensole sono stati annegati nel getto ed è su di essi che successivamente sono state inserite le mensole.

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Per una maggiore stabilità in caso di eventuali azioni sismiche tutti i paramenti in laterizio esterno sono stati collegati al telaio in calcestruzzo armato e alle murature interne con dei perni di ancoraggio affogati nei ricorsi dei mattoni da un lato, e inseriti nelle travi di cls armato tramite opportuno fissaggio chimico dall’altro. Tutti gli architravi di sostegno dei mattoni al di sopra di finestre e portefinestre sono stati realizzati tramite profili di acciaio prezincato “a elle” nascosti, eccetto quello del garage per il quale si è optato per un profilo HEB; i profili a vista sono poi stati verniciati dello stesso colore dei serramenti esterni.
Per il rivestimento della copertura si è scelto l’uso di una lamiera di alluminio di colore grigio, “cucita” sul posto in maniera quasi sartoriale grazie alla tecnica della doppia aggraffatura. Il tetto ventilato, a doppia falda, ha la falda esposta a sud che funge da alloggiamento per i pannelli fotovoltaici e solari termici.
I pannelli fotovoltaici producono circa 2 KW di energia elettrica, mentre i 3 pannelli solari termici servono alla produzione di acqua calda sanitaria e all’alimentazione dei circuiti dell’impianto radiante a pavimento.

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Grazie a una pompa di calore è altresì possibile l’inversione del ciclo per il raffrescamento a pavimento, funzionale alla climatizzazione estiva, che ha comportato l’installazione su entrambi i piani anche di un sistema di deumidificatori.
I canali di gronda della copertura convogliano le acque meteoriche, tramite i discendenti, in un serbatoio di polietilene della capacità di 4.500 litri interrato nel giardino, per il loro riutilizzo a fini irrigativi. Il solaio del piano terra poggia su un sistema di igloo che lo isola dal piano di imposta delle fondazioni di circa 130 cm.

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La progettazione ha interessato l’immobile nella sua totalità, ponendo particolare attenzione anche agli interni dell'abitazione, con interventi su misura volti all’ottimizzazione degli spazi abbastanza esigui. In particolare soluzioni su misura e disegni di dettaglio hanno riguardato la scala interna, la vetrata di separazione tra soggiorno e cucina, gli armadi, le grate di sicurezza, i parapetti dei balconi.
La scala, realizzata artigianalmente con un tubolare di ferro prezincato di sezione 3x3 cm, è sospesa al di sopra di un mobile in legno di rovere che funge sia da libreria sia da parte terminale della scala stessa.

Scheda progetto
Località: Roma
Progetto architettonico: arch. Francesca Pierucci
Committente: privato
Impresa Esecutrice: CO.GE.DIM. srl
Progetto Strutturale: ing. Sandro Pietrangeli
Progetto Impianti meccanici: ing. Sergio Stefano Micolitti
Cronologia: 2017/2021
Area coperta: 130 mq circa
Superficie netta dell’appartamento e dei locali di servizio (SU + SNR): 95 mq circa