approfondimento – CasaZera, un modello abitativo che consentirà di recuperare e far rivivere le aree industriali dismesse in modo sostenibile, senza bisogno di demolirle.

Cinque imprese, due studi di progettazione e consulenza, un ente di ricerca. E' questo il team, tutto italiano, che, in tempi di crisi di identità dell'edilizia, ha studiato e realizzato CasaZera, un modello abitativo che consentirà di recuperare e far rivivere le aree industriali dismesse in modo sostenibile, senza bisogno di demolirle.
Il progetto, sviluppato nell'ambito di ECOstruendo, un programma di ricerca finanziato dalla Regione Piemonte e promosso da Polight - il polo di innovazione su bioedilizia e idrogeno dell'Environment Park di Torino - è stato presentato al pubblico e alla stampa giovedì 18 aprile 2013, nell'area delle ex Officine Nebiolo, dove è stato incapsulato il modulo sperimentale prefabbricato, ad alta tecnologia ed efficienza energetica, che verrà abitato e testato, per un anno, da due studenti del Politecnico di Torino.
CasaZera non è però un prototipo destinato a rimanere tale, ma un vero e proprio modello costruttivo e abitativo nato per soddisfare la crescente richiesta di mercato low cost ma di qualità. L'ambizioso obiettivo è quello di rispettare cinque promesse contemporaneamente: zero consumo di suolo, zero spreco di risorse, zero tempo, zero energia, zero errori di progetto.
Ogni giorno, infatti, in Italia, vengono urbanizzati 14.000 metri quadrati di suolo libero (dati Ispra), mentre intere aree industriali dismesse nel corso del Novecento restano abbandonate o avviate alla demolizione, con un enorme spreco di risorse e tempi autorizzativi lunghissimi. CasaZera, al contrario, intende recuperare il fascino storico di questi edifici, mantenendone la struttura portante, che verrà "riempita" con i nuovi moduli prefabbricati e completata da un numero limitato di opere in cantiere, nelle parti comuni. Un processo assolutamente inedito che consente tempi di autorizzazione ridotti, anche per interventi di grandi dimensioni, e un notevole risparmio sui costi - sia di costruzione che di gestione.
I moduli in legno vengono assemblati in buona parte in stabilimento, con macchine a controllo numerico che ottimizzano l'impiego dei materiali e riducono, rispetto al cantiere, i rifiuti da costruzione e gli errori, grazie a un processo di produzione standardizzato. Il 75% di energia proviene da fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico e biomasse), integrate con forniture di metano o teleriscaldamento e unite a sistemi di recupero del calore, raffrescamento, ventilazione meccanizzata e illuminazione a LED - il tutto controllato da un avanzato sistema di domotica progettato ad hoc e sviluppato per essere facilmente utilizzabile da chiunque.
Il sistema CasaZera, leggero, efficiente e a basso costo, è stato inoltre pensato tenendo presenti, come requisiti di progetto, gli standard dei protocolli di certificazione energetica e ambientale più diffusi in Italia, come GBC Home, CasaClima e Itaca.
Gli arredi interni di CasaZera sono stati realizzati su disegno dello studio di architettura TRA dalla Cooperativa Sociale "Terre di Mezzo" nel laboratorio di falegnameria della Casa Circondariale "Lorusso e Cotugno" di Torino.

Durante il 3° Workshop Nazionale Image - Incontri sul Management della Green Economy "Green building: costruire e abitare al sostenibilità", presso OGR - Officine Grandi Riparazioni di Torino (30-31 maggio 2013), l'architetto Matteo Robiglio (Studio TRA), ha presentato il "Progetto Casazera", all'interno del 2° Tavolo Tematico "Riqualificazione del patrimonio edilizio e recupero degli spazi" (30 maggio 2013, ore 12.00).

Programma_Image_2013

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